Quando si parla di API (Application Programming Interface) ci si riferisce a tutte quelle procedure e quelle chiavi di accesso di cui dispone un programmatore informatico per realizzare piattaforme di vario genere.

In sostanza si tratta di interfacce grafiche adoperate per espandere le funzionalità di piattaforme permettendo, quindi, l’interazione e la compatibilità tra più programmi e applicazioni. Le maggiori software house mettono a disposizione – se pur ogni tanto con qualche “geloso riserbo”, vedi Playstation e Xbox – offrendo a sviluppatori e programmatori la possibilità di espandere ed integrare tu le varie funzionalità.

A livello tecnico, per agevolare la scrittura del codice adoperato, vengono costituite le cosiddette librerie software, ovvero un insieme di funzioni o strutture dati predefinite e predisposte per essere collegate ad un programma software attraverso un opportuno collegamento.

Un esempio classico che tutti sicuramente conosciamo è quello di Google Maps. Grazie alle API del servizio di cartografia digitale offerto da Google è possibile, infatti, realizzare mappe personalizzate da integrare al proprio sito, blog, app, smartphone e così via.

Da consulente SEO non posso non riconosce quanto le API rappresentino una risorsa davvero preziosa ed insispensabile non solo nel settore della programmazione informatica ma, ancora più in generale, nell’era dei nuovi media, dei social network, del web marketing e dell’e-commerce.