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Dati strutturati: fai luccicare i tuoi contenuti sulle SERP

dati strutturati per migliorare il CTR in SERP

Google rich snippets, dati strutturati, microformati, microdati… sono sicuro che navigando su Google li hai incrociati centinaia di volte e non hai potuto fare a meno di notarli. In effetti, è proprio questo il punto: stelline, immagini e, più in generale, tutte le modifiche alla SERP sono in grado di catalizzare l’attenzione, aumentare la visibilità delle pagine e guadagnare di conseguenza una marea di clic.

Andiamo allora ad esplorare meglio i dati strutturati: cosa sono, come implementarli e che benefici ne può ricavare il tuo sito o blog.

Vuoi sapere tutto di come apparire su Google? Qui trovi un articolo ad Hoc

Perché implementare i dati strutturati

  • I dati strutturati ti aiutano a inviare segnali corretti ai motori di ricerca
  • Grazie alle implementazioni visive dei dati strutturati puoi guadagnare maggiore visibilità, dunque più click
  • I dati strutturati aiutano il crawler quando deve indicizzare un sito

Ricordo molto bene quando sono nati i dati strutturati, e non ti nego che se ne sono viste delle belle. Ad un certo punto Google ha addirittura dovuto prendere provvedimenti, come quando ha eliminato il viso degli autori dalle SERP. E sai perché tutto questo? Per una ragione molto semplice: intervenire sulle SERP funziona dannatamente bene.

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Oggi, anche se non puoi più usare l’immagine di una torta per dare visibilità ad un articolo che parla di link building, i dati strutturati rappresentano ancora una grande opportunità, spesso non sfruttata.

Lascia allora che ti racconti quello che, a mio avviso, dovresti e non dovresti fare con i dati strutturati se vuoi utilizzarli a tuo vantaggio per apparire su Google sottraendo visibilità e click ai tuoi competitor.

Quello che stai leggendo ti sembra arabo? In quel caso ti consiglio di fare una bella immersione nella guida SEO e solo poi tornare qui ad approfondire i dati strutturati.

Dati strutturati: cosa sono e quando inserirli?

Partiamo dall’inizio. I dati strutturati nascono nel 2011, quando Google, Yahoo, Bing e Yandex si misero d’accordo per creare e supportare gli schemi grazie ai quali vennero alla luce i dati strutturati. Quello stesso anno nacque infatti schema.org con l’obiettivo di inserire nei siti web tutta una serie di informazioni capaci di indicare precisamente e con facilità (parliamone…) tipi di contenuto, contesti eccetera.

dati strutturati su schema org

Grazie al “vocabolario” di schema.org diventa possibile comunicare direttamente al motore di ricerca, e con maggiore precisione, ciò che è contenuto nelle pagine dei siti web. A sua volta, il motore di ricerca (Google) utilizza queste informazioni per inserire elementi supplementari nelle SERP dando così maggiore visibilità ai tuoi contenuti. 

dati strutturati su google

In un certo senso le stelline, le info supplementari e la visibilità aggiuntiva sono premi che Google ti concede per aver fatto lo sforzo di inserire i dati strutturati.

Ora, visto che la SEO è quella disciplina che lavora per migliorare il dialogo tra sito web e motore di ricerca, capirai anche tu perché ogni buon consulente SEO dovrebbe conoscere e saper usare i dati strutturati, soprattutto all’interno della fase di pianificazione strategica.

Dati strutturati: blog, articoli e recensioni

Per prima cosa è importante sapere che non tutti i contenuti sono eligibili per inserire il markup dei dati strutturati. La buona notizia è che lo stesso schema.org definisce e determina le tipologie di contenuti ammessi e il linguaggio da adottarsi per ognuno.

Ora ti mostrerò un paio di markup che potrebbero essere particolarmente utili per il tuo blog. Ti consiglio però di farti un giro proprio su schema.org, anche solo per capire tutte le possibilità che ti trovi davanti.

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Dati strutturati: crea uno showcase per il tuo blog

Vuoi capire come usare i dati strutturati sui tuoi articoli? Intanto devi sapere che, nel caso specifico dei blog post, Google utilizza due diverse modalità di visualizzazione: una per le pagine AMP e un’altra per le pagine non-AMP.

Veloce ripassino su cosa sono le pagine AMP, in caso non te lo ricordassi: si tratta di pagine super-veloci ottimizzate per la navigazione da smartphone (infatti AMP è l’acronimo di “Accelerated Mobile Pages”). Dato che le pagine AMP sono particolarmente adatte ad una fruizione veloce dei contenuti, Google tende a preferire queste pagine dandogli maggiore spazio in termini di visibilità, perlomeno nel momento in cui sto scrivendo.

Vediamo qualche esempio.

dati strutturati su pagine AMP
Visualizzazione per pagina AMP

Come puoi vedere con i tuoi occhi, nel caso delle pagine AMP i dati strutturati si manifestano come “Rich Cards” con una serie di elementi: un carousel interattivo, un titolo in evidenza e un’icona a forma di fulmine messa lì a dichiarare che la pagina è AMP.

dati strutturati pagine non AMP
Visualizzazione pagina NON AMP

Ben diverso è ciò che accade nel caso delle pagine non-AMP con dati strutturati. Come vedi qui i contenuti sono più in evidenza rispetto ad una normale presenza in SERP, ma l’anteprima si presenta meno ricca e con una user experience decisamente inferiore.

Vorresti implementare tutto questo sul tuo sito? Bene, sappi che – come dichiarato dal Google – per i contenuti non-video è possibile far riferimento agli schemi: Articoli, Articoli di News e Post di tipo Blog.

Se hai padronanza del linguaggio HTML non ti sarà difficile utilizzare i microformati per implementare i dati strutturati sul tuo sito o blog. In caso contrario puoi sempre utilizzare, nel caso di WordPress, uno dei tanti plugin disponibili. Attenzione però, verifica sempre la compatibilità con la tua versione e che il plugin sia recente e ancora valido.

Sei in paranoia e hai paura che il tuo sito possa esplodere? In questo caso sappi che io su WordPress ho scelto, testato e promosso questo plugin: Plugin Schema.

Dati strutturati: ottieni le stelline per le recensioni

Ah, le magiche stelline gialle: esiste forse qualcosa di meglio delle stelline per evidenziare i tuoi contenuti sulle SERP? Come iniettarle dunque dritte dritte nel tuo sito?

La soluzione è piuttosto semplice. In questo caso ti servono dati strutturati di tipo “Reviews”. Per implementarli esistono numerosi plugin o, in alternativa, puoi sempre usare le direttive HTML per i microformati che trovi qui.

Nel caso dell’aggregate rating, hai 4 elementi principali che, nello specifico, ti possono dare un risultato come questo:

dati strutturati aggregate rating

I microdati artefici di tutto sono: aggregaterating, ratingValue, bestRating e ratingCount. Secondo le direttive schema.org vanno scritti come da immagine:

dati strutturati reviews

Se padroneggi un pizzico di HTML non ti sarà difficile implementare direttamente sul tuo tema questo tipo di markup, che come vedi è veramente semplice. Ad ogni modo potrai sempre far riferimento a schema.org per qualunque perplessità.

Dati strutturati: come verificare che tutto sia in ordine

Che tu ci abbia dato dentro in HTML o che tu abbia installato un plugin per il tuo sito WordPress, quando si parla di dati strutturati non si dovrebbe mai rinunciare a una verifica – fai anche due. Controllare che tutto funzioni è indispensabile perché questo tipo d’implementazione, se adottata in maniera scorretta, potrebbe compromettere l’integrità strutturale del tuo sito web e arrecare più danni che benefici.

Fortunatamente esiste un tool di Google, il rich snippet testing tool, utile proprio a verificare che i dati strutturati siano implementati correttamente. Per accedervi, inizia andando su Google e cercando “google rich snippets testing tool”.

dati strutturati test markup 

Una volta dentro ti basterà inserire la URL della pagina che intendi analizzare, o in alternativa fare copia incolla del codice che vuoi testare.

dati strutturati testing

Una volta cliccato su “esegui il test”, il tool ti restituirà tutte le informazioni relative alla corretta implementazione dei dati strutturati. Se tutto è andato per il meglio ti troverai davanti il dettaglio dei dati strutturati ricavati dalla pagina.

dati strutturati implementati correttamente

Nella colonna di sinistra trovi il codice che è stato utilizzato per l’analisi, in quella di destra trovi invece i dettagli ricavati dall’analisi dei dati strutturati. Il mio consiglio è quello di verificare in primis che non ci siano errori, e successivamente che l’implementazione della tipologia di markup sia corretta.

Come vedi nell’immagine qui sopra, il @type è “BlogPosting”. Trattandosi di un articolo del blog tutto fila; se al contrario ci fosse stata un altra voce sarebbe stato opportuno verificare sul plugin o sul codice il motivo, dato che ad ogni tipologia di microdato corrisponde un certo comportamento della SERP e dei crawler.

Dati strutturati: Plugin WordPress

dati strutturati plugin wordpressPersonalmente, non posso che segnalarti il plugin Schema, che ho molto apprezzato per semplicità e immediatezza d’utilizzo. Lo trovi a questo indirizzo.

 

Se non lo hai ancora fatto ti consiglio di utilizzare fin da subito quanto ti ho raccontato in questo articolo. In termini di CTR i Rich Snippet possono realmente fare la differenza e visto che ormai implementarli e verificare il loro corretto funzionamento è un gioco da ragazzi, non esiste davvero un motivo per cui tu non debba correre ad implementarli ora.

Quindi, che ci fai ancora qui? Affrettati!

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

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