«Una ragazza si lamentava perché passava gran parte del suo tempo a riordinare i messaggi e a cercare di ripescarli nella casella di posta. E quando non doveva far questo si dedicava a cancellare le mail come una pazza, per non sforare il limite dei 4 Megabyte di spazio. Cosi ci ha chiesto: voi ragazzi non potete risolvere questo impiccio?»

Queste le parole che Larry Page, uno dei fondatori di Google ha dichiarato scherzosamente in occasione del lancio di Gmail, il servizio adware di posta elettronica fornito da Google.

Forse adesso non riusciamo a comprendere, o a ricordare, quale sia stata la portata rivoluzionaria del lancio di Gmail e, di certo, non si trattò di una ‘rivoluzione’ né facile né veloce.

Il tutto richiese infatti un lavorio intenso durato tre anni, portato avanti prima da una sola persona – Paul Buchheit – per poi arrivare ad una dozzina di sviluppatori poco prima dell’effettivo lancio di Gmail. Oltre all’enorme possibilità di memorizzazione, il servizio offriva un servizio di ricerca degno di Google (che oggi diamo per scontato, ma allora era una vera novità) e un’innovativa organizzazione delle email in conversazioni: nemmeno quest’ultima fu una cosa di poco conto.

Intorno al rivoluzionario servizio di posta elettronica  è infatti nato un intero ecosistema, un ambiente di lavoro dal quale nessuno degli utenti può sentire la necessità di uscire: tutto si incastra, l’integrazione è totale.