Philip Roth è uno dei più noti e premiati scrittori statunitensi della sua generazione, considerato tra i più importanti romanzieri ebrei di lingua inglese, una tradizione che comprende Saul Bellow, Henry Roth, E. L. Doctorow, Bernard Malamud e Paul Auster.

È conosciuto in particolare per il racconto lungo Goodbye, Columbus, poi unito ad altri 5 più brevi in volume (premiato con il National Book Award), ma è diventato famoso con Lamento di Portnoy, da alcuni considerato scandaloso. Da allora si è ritagliato un posto di grande interesse, e attesa a ogni titolo, con una produzione lunga e costante ed estimatori (ma anche periodici attacchi per il linguaggio considerato da alcuni troppo aperto e scurrile), che l’hanno proposto più volte per il Premio Nobel, premiandolo nel frattempo con molti altri riconoscimenti.

I suoi romanzi tendono a essere autobiografici, con la creazione di alter ego (il più famoso dei quali è Nathan Zuckerman, che appare in diverse opere), personaggi che portano il suo vero nome e persino personaggi che si chiamano Philip Roth ma non sono lui (come in Operazione Shylock), ma anche con ritratti famigliari e di quartiere che diventano fortemente esemplari dell’umanità della zona (la periferia a ovest di New York e soprattutto Newark) e dell’epoca, tanto da farne un’identità insieme personale e collettiva.