A dirla tutta, il 2003 non era certo un periodo facile né favorevole per lanciare un social network.
Il web 2.0 era ancora da venire. Non c’era Facebook, non c’era Twitter, e non c’era nemmeno MySpace. C’era però nell’aria la temibile bolla delle dot-com. Eppure proprio, dopo solo 6 mesi di sviluppo, quell’anno Reid Hoffman lanciò sul mercato LinkedIn.
Chi mai avrebbe pensato di iscriversi ad un social network dedicato al mondo del lavoro, ancora prima che i social network divenissero quel fenomeno di massa che conosciamo oggi?
Diciamocelo: insomma, nessuno allora avrebbe scommesso grandi cifre su quel progetto. Eppure oggi, nel 2017, LinkedIn può vantare 500 milioni di membri sparsi in 200 Paesi diversi, con due nuovi utenti registrati ogni secondo.
Insomma, mentre tu te ne stai addivanato a guardarti una puntata di Game of Thrones il social network di Hoffman guadagna più di 7.000 utenti, tutti volenterosi di entrare nel network più grande del mondo dedicato al lavoro.
Reid Hoffman, un informatico con trascorsi in Apple, in Fujitsu e in PayPal, già a metà degli anni Novanta stava lavorando attorno al concetto di social network.
Nel ’97, difatti, lanciò SocialNet.com, una piattaforma che voleva connettere delle persone con interessi simili: dai giocatori di golf ai cuori solitari in cerca di compagnia. Un social network vero e proprio arrivato con sette anni di anticipo rispetto alla vera stagione dei social.
Ma la sfortuna di questa sua prima avventura non lo fece assolutamente desistere, anzi. L’idea che Hoffman aveva nel calderone si rifaceva ad una teoria ben salda nelle strategie di Growth Hacking: la teoria dei ‘sei gradi di separazione‘.