Google testa nuovi tab per AI Overviews: più ricerche o più controllo?

Anita Innocenti

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Nuovi tab di espansione per le AI Overviews: Google punta a un’esperienza di ricerca più interattiva, ma la community SEO teme per il traffico organico e la monetizzazione.

Google sta testando nuovi 'tab di espansione della query' sopra le AI Overviews per stimolare ulteriori ricerche degli utenti. Sebbene l'obiettivo dichiarato sia aiutare ad approfondire, la mossa mira anche ad aumentare il volume delle query, con potenziali implicazioni per il traffico dei siti e la monetizzazione.

Google vuole più domande? Ecco come ci prova con le AI Overviews

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio di questa novità. Come ha scovato l’occhio attento di Sachin Patel, questi tab appaiono come dei pulsanti che ti invitano, ad esempio, a “esplorare di più” o a “cercare risultati per” una sfumatura leggermente diversa della tua domanda originale.

Immagina di cercare “migliori smartphone economici” e di vedere comparire tab come “smartphone sotto i 200 euro” o “recensioni smartphone economici 2025”.

Comodo, no?

Forse.

Ma è anche un modo per Google di implementare più attivamente quella che, in gergo tecnico, chiamano “query fan-out”, una tecnica che, come descritto sul blog di Google che annunciava la AI Mode potenziata da Gemini 2.5, scompone la tua domanda in sotto-argomenti per fornire risposte più complete.

L’obiettivo dichiarato è chiaro: incrementare ancora il volume delle ricerche.

D’altronde, se le AI Overviews avevano già portato a un aumento nell’utilizzo per le ricerche complesse, come sottolineato da Amsive parlando di un incremento del 10%, è logico che Google voglia spingere l’acceleratore.

Ma viene da chiedersi: questa enfasi sull’espandere le nostre ricerche è unicamente un beneficio per noi utenti, o serve anche a Google per affinare ulteriormente i suoi algoritmi e, perché no, i suoi spazi pubblicitari, tenendoci più a lungo all’interno del suo ecosistema?

E soprattutto, questa spinta verso un’interazione più guidata con l’IA è anche una risposta ai grattacapi che le AI Overviews hanno creato in passato?

Un passato turbolento e un futuro (forse) più interattivo per le risposte IA

Non dimentichiamoci che il percorso delle AI Overviews non è stato proprio una passeggiata. Al loro debutto ufficiale negli Stati Uniti nel 2024, un lancio documentato ampiamente anche da fonti come Search Engine Roundtable, queste risposte automatiche hanno fatto storcere il naso a più di qualcuno.

Ricordi le storie di IA che suggerivano di mettere colla sulla pizza o di mangiare sassi?

Ecco, episodi imbarazzanti che hanno costretto Google a correre ai ripari, limitandone la comparsa e affinando i sistemi di controllo. Questi nuovi tab di espansione potrebbero quindi rappresentare un tentativo di rendere l’interazione con l’IA più strutturata e, forse, meno incline a “sbandamenti creativi”, guidando l’utente verso percorsi di approfondimento più sicuri e testati.

Del resto, Google sta puntando forte su questa tecnologia, tanto da averla estesa a 200 paesi e averla integrata con il suo ultimo modello, Gemini 2.5, salutato da alcuni esperti, come riporta Marie Haynes commentando gli annunci dell’I/O 2025, come l’alba di una “nuova era della ricerca”.

Bello, per carità.

Ma se l’utente viene “accompagnato” sempre più per mano all’interno delle SERP arricchite dall’IA, cosa succede ai siti web che faticosamente creano contenuti originali?

Il rischio, sempre dietro l’angolo, è che una fetta crescente di traffico si fermi prima, soddisfatta – o illusa di esserlo – dalle risposte immediate di Google.

E in questo scenario, dove si colloca la monetizzazione?

Tra monetizzazione e controllo dell’informazione: cosa c’è dietro le quinte?

Se ci pensi un attimo, più interazioni guidate e più query “suggerite” potrebbero tradursi, per Google, in nuove, succulente opportunità per inserire annunci pubblicitari. Non è un mistero che Big G stia esplorando attivamente come monetizzare le AI Overviews, e questi percorsi di espansione sembrano fatti apposta per creare ulteriori spazi dove mostrare messaggi sponsorizzati.

La domanda sorge spontanea: i suggerimenti che vedremo saranno davvero i più pertinenti per la nostra ricerca, o quelli che, magari, portano a query più remunerative per Google?

È il solito dilemma tra l’interesse dell’utente e quello della piattaforma.

Quanto controllo avremo effettivamente sulla nostra navigazione informativa, e quanto invece saremo “delicatamente” indirizzati verso i binari preferiti da Mountain View?

La community SEO, come puoi immaginare, osserva questi sviluppi con un misto di curiosità e apprensione. C’è chi teme un’ulteriore erosione del traffico organico, se le risposte diventano così complete ed espandibili da non rendere più necessario cliccare sui link dei siti.

Per ora, si tratta di test, è vero. Ma la direzione intrapresa da Google sembra chiara: un’esperienza di ricerca sempre più dominata dall’intelligenza artificiale, più interattiva, ma potenzialmente anche più controllata. Non resta che tenere gli occhi aperti e vedere come queste novità impatteranno non solo il nostro modo di cercare informazioni, ma anche l’intero ecosistema del web.

Perché, alla fine, non si tratta solo di un nuovo pulsante nell’interfaccia, ma di una potenziale ridefinizione delle regole del gioco.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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