L’IA blogger di Anthropic: topica colossale o vera innovazione?

Anita Innocenti

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Tra promesse di trasparenza e dubbi sull’etica, il blog Claude Explains tenta di bilanciare intelligenza artificiale e supervisione umana nella creazione di contenuti

Anthropic ha lanciato "Claude Explains", un blog dove l'intelligenza artificiale Claude scrive articoli con supervisione umana. L'iniziativa solleva dubbi sull'autenticità dell'innovazione rispetto al marketing, richiamando precedenti fallimenti di contenuti IA e pone interrogativi su etica e trasparenza.

E così, un altro colosso dell’intelligenza artificiale, Anthropic, si lancia nell’arena dei contenuti con una mossa che, a detta loro, dovrebbe cambiare le carte in tavola. Hanno tirato fuori dal cilindro un blog chiamato Claude Explains, dove il loro modello IA, Claude, si mette a scrivere articoli con la “supervisione” di un team umano.

Ora, la domanda che sorge spontanea a chi, come te, ne ha già viste tante è:

Sarà davvero una ventata d’aria fresca o la solita operazione di marketing mascherata da innovazione, come ci hanno già abituato queste simpatiche multinazionali?

Staremo a vedere, ma intanto andiamo a capirci qualcosa di più.

Claude Explains: l’IA che scrive (ma non da sola, dicono)

Allora, come funziona questa meraviglia tecnologica?

Immaginati Claude, il cervellone artificiale di Anthropic, che si mette lì e butta giù bozze su argomenti anche piuttosto tecnici, come gli usi dell’IA o la scrittura creativa. Poi, come per magia, entra in gioco un team editoriale composto da presunti esperti del settore. Questi signori, in carne ed ossa, dovrebbero rifinire il testo, aggiungere esempi concreti, dare un po’ di contesto e, soprattutto, verificare che Claude non abbia scritto una marea di sciocchezze.

Un portavoce di Anthropic, come descritto su TechCrunch, ha definito questo processo “iterativo e guidato dall’esperienza”.

L’obiettivo dichiarato?

Educare.

Il blog, con quel suo slogan un po’ ruffiano – “Tutti hanno un blog di questi tempi, persino Claude” – vorrebbe dimostrare come l’IA possa dare una mano, non sostituire del tutto l’uomo. Al momento si parla di spiegazioni sull’IA, ma già si sussurra di voler allargare il campo all’analisi dati e alle strategie di business, come riportato da Gigazine.

Tutto molto collaborativo, non c’è che dire.

Ma siamo sicuri che questa “sinergia” sia davvero così bilanciata o è solo un modo per mettere un cappello umano su una produzione fondamentalmente automatizzata?

E se questa storia ti suona familiare, beh, non sei l’unico ad avere questa impressione. Il panorama dell’IA che crea contenuti è già affollato, e non sempre con risultati brillanti, anzi…

Un déjà-vu nel Far West dell’IA? tra promesse e scivoloni passati

Diciamocelo chiaramente: l’idea di far scrivere le macchine non è esattamente nuova, e il percorso è stato costellato di incidenti anche imbarazzanti. Ti ricorderai forse il polverone sollevato nel 2023, quando testate come CNET e Bankrate furono pesantemente criticate per aver pubblicato articoli generati dall’IA pieni zeppi di errori, senza un’adeguata revisione umana.

Un bel pasticcio, che ha lasciato non poca diffidenza.

Oggi, con OpenAI che stringe accordi per far girare notizie con il suo GPT-5 e Meta che usa l’IA per creare testi pubblicitari, il dibattito sul controllo qualità è più acceso che mai, come evidenziato da diverse analisi nel settore. Anthropic, dal canto suo, sembra voler prendere le distanze da questi scivoloni, tanto che sulla sua pagina carriere risultano aperte ben 12 posizioni editoriali e di marketing.

Un segnale, forse, che almeno sulla carta vogliono investire in questa collaborazione ibrida.

Ma basterà questo a convincere i più scettici, considerando che il confine tra un valido aiuto e un tentativo di spacciare per umano ciò che non lo è, è sempre più sottile?

E qui, inevitabilmente, si arriva al nocciolo della questione: i soldi, certo, ma anche l’etica dietro a queste operazioni.

Perché va bene l’innovazione, ma la trasparenza dove la mettiamo?

Soldi, etica e il solito specchietto per le allodole.

Parliamoci chiaro: quando si muovono colossi come Anthropic, c’è sempre un bel giro d’affari.

Il mercato globale della creazione di contenuti tramite IA, secondo Gartner, era valutato a 4,3 miliardi di dollari nel 2025, quindi è ovvio che tutti vogliano una fetta della torta. Claude Explains viene presentato come un caso di studio, e pare che i primi dati mostrino un aumento del 22% nell’engagement rispetto ai blog di Anthropic scritti solo da umani.

Numeri che fanno gola, non c’è dubbio.

Ma c’è un “ma” grande come una casa.

La trasparenza, per esempio.

Gli articoli sono firmati “Claude e il Team Anthropic”, una formula che dice tutto e niente su quanto ci sia di artificiale e quanto di umano. E questo, in un’epoca in cui le Linee Guida sulla Trasparenza dell’IA della FTC del 2024 (secondo quanto discusso su Perplexity AI) richiedono chiarezza sull’origine dei contenuti sintetici, lascia un po’ l’amaro in bocca.

C’è chi, come la Dr. Elena Torres del MIT Media Lab, sottolinea che la chiave sta nella qualità del team editoriale umano, definendola non una sostituzione degli scrittori, ma una distillazione di conoscenza esperta su larga scala. Altri analisti, invece, pur riconoscendo l’approccio di Anthropic come una via di mezzo interessante, sollevano dubbi sulla sua scalabilità.

Insomma, la sensazione è che, ancora una volta, ci si trovi di fronte a una narrazione ben costruita, ma quanto di questa collaborazione tra uomo e macchina sia autentica e quanto sia una strategia per rassicurare il pubblico e cavalcare l’onda dell’IA “etica”, è tutto da dimostrare.

Resta da vedere se questa iniziativa riuscirà davvero a ridefinire il ruolo dell’IA nella creazione di contenuti, bilanciando innovazione e rigore editoriale, o se si aggiungerà alla lunga lista di esperimenti ambiziosi dal futuro incerto.

E tu, che ne dici?

Ti fideresti di un articolo co-firmato da un’intelligenza artificiale?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

2 commenti su “L’IA blogger di Anthropic: topica colossale o vera innovazione?”

    1. Elena Martini

      Mah, vedremo. Mi sembra un altro modo per farci digerire l’IA senza che ce ne accorgiamo. Speriamo non peggiori la situazione.

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