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Contattaci ora →Tra promesse di chiarezza e API più flessibili, l’aggiornamento mira a semplificare la gestione delle conversioni, ma resta da vedere se sarà una svolta reale o solo un’illusione ottica.
Google Ads sta testando una nuova interfaccia per la gestione delle conversioni, promettendo maggiore chiarezza e un risparmio di clic. Nonostante le promesse di semplificazione, la novità suscita scetticismo nella community, preoccupata per la compatibilità con strategie esistenti e il solito approccio di Google agli aggiornamenti, spesso percepito come fumo negli occhi.
Google Ads ci riprova: nuova interfaccia conversioni o il solito specchietto per le allodole?
Ti è mai capitato di imprecare in aramaico antico davanti all’interfaccia degli obiettivi di conversione di Google Ads?
Se sì, sappi che non sei solo.
Pare che a Mountain View – finalmente, dirai tu! – si siano accorti che forse, e dico forse, c’era margine di miglioramento. Stanno testando una nuova veste grafica, un restyling che, sulla carta, promette di renderci la vita un po’ meno complicata quando si tratta di capire come stanno andando le nostre campagne.
Search Engine Roundtable riporta l’avvistamento iniziale di Saquib Syed e già accenna alle prime discussioni nelle community di addetti ai lavori su LinkedIn, dove, come prevedibile, serpeggia qualche malumore riguardo la compatibilità con il passato, soprattutto per chi usa strategie di offerta automatiche legate alle vecchie impostazioni.
Insomma, il solito vespaio quando Big G mette mano a qualcosa che usiamo tutti i giorni.
Si parla di menu a tendina più furbi, obiettivi raggruppati con un po’ più di logica e le metriche che contano – tassi di conversione, quanto manca per finire la configurazione – subito lì, a portata di click.
Bello, no?
Ma sarà davvero così semplice come ce la raccontano, o c’è dell’altro sotto?
“Meno clic, più chiarezza”: la promessa dietro al restyling (ma fidarsi è bene…)
Allora, mettiamoci comodi e cerchiamo di capire cosa bolle in pentola con questa nuova interfaccia. Non aspettarti la rivoluzione copernicana, eh, ma qualche ritocco qua e là che, si spera, faccia la differenza.
Immagina di avere le categorie di conversione – acquisti, lead, iscrizioni, quella roba lì – finalmente ordinate in modo che anche un miope le distingua a colpo d’occhio. Poi, i numeri che contano, tipo quante conversioni hai fatto e che valore hanno portato, sbattuti lì in bella vista senza doverci cliccare sopra come dei forsennati.
E se vuoi andare più a fondo su un singolo obiettivo?
Ecco che spunta una freccettina magica che ti apre un mondo di dettagli. Ah, e ti dicono pure a che punto sei con la configurazione, così magari eviti di lanciare campagne con il tracciamento a metà – cosa che, diciamocelo, succede più spesso di quanto vorremmo ammettere.
Hana Kobzová, una che di queste cose se ne intende, ha commentato dalle pagine di PPC News Feed che questo restyling dovrebbe farci risparmiare un bel po’ di clic per capire se le campagne stanno girando bene o se stiamo solo buttando soldi dalla finestra.
E non è che Google si sia svegliata ieri mattina con questa idea: fa tutto parte di quel grande piano di “svecchiamento” generale che stanno portando avanti nel 2025, un po’ come quando hanno rifatto il cruscotto a febbraio mettendo insieme un po’ di strumenti di tracciamento che prima erano sparsi ai quattro venti, come puoi vedere in un video tutorial su YouTube che ne mostrava i passaggi.
Ma la vera domanda è:
basterà una mano di vernice fresca a risolvere i problemi di fondo che affliggono la gestione delle conversioni, o è solo fumo negli occhi per tenerci buoni mentre intanto raccolgono più dati?
Dietro le quinte: API, “dati dinamici” e il solito “chi vivrà vedrà” di Big G
Ora, se sei uno di quelli a cui piace smanettare con le API o che ha un’agenzia che lo fa per te, sappi che dietro a questa facciata tirata a lucido ci sarebbero anche delle novità “tecniche”.
La documentazione per sviluppatori di Google — quella che, ammettiamolo, leggiamo solo quando le cose vanno a rotoli — parla di un supporto migliorato per configurare gli obiettivi a livello di singola campagna, scavalcando le impostazioni generali dell’account, come descritto sulla loro pagina Google Developers.
Si accenna anche a una modellazione dell’attribuzione più “dinamica”, con più opzioni basate sui dati (e qui, come sempre, incrociamo le dita che “basato sui dati” non significhi “decide Google per te”, un concetto che alcuni video di settore provano a spiegare, spesso con risultati altalenanti in termini di chiarezza).
E, ovviamente, non poteva mancare l’integrazione di qualche funzionalità beta, tipo quella di gennaio per tracciare i “Lead dai Messaggi” come conversioni, come segnalato in un altro articolo, sempre da Search Engine Roundtable, dedicato specificamente a questa nuova chicca.
Google, da par suo, tace sulla data di lancio ufficiale per tutti, limitandosi a dire che “continua a perfezionare gli strumenti”, un po’ come fa da anni — vedi il tracciamento cross-device potenziato nel 2024 di cui si è discusso parecchio e su cui Stape.io ha pubblicato una guida dettagliata.
Insomma, la solita melina: tante promesse, ma poi bisogna vedere cosa arriva davvero sul piatto.
Non è che ci stupisca più di tanto, intendiamoci.
Questa mossa di Google segue il solito copione: piccoli aggiustamenti, un po’ di fumo negli occhi, presentati come la svolta epocale che cambierà la vita a noi poveri inserzionisti.
Ricordi gli aggiornamenti alle regole sul valore di conversione del 2023?
Stessa solfa.
Il punto è che, con l’intelligenza artificiale che si mangia pezzo dopo pezzo l’ottimizzazione delle campagne, presentare i dati in modo che noi umani possiamo ancora capirci qualcosa e mantenere un minimo di controllo diventa fondamentale.
O almeno, questo è quello che ci vogliono far credere.
Sarà davvero così, o è solo un modo per farci digerire meglio decisioni prese da algoritmi sempre più oscuri, che magari fanno più comodo a loro che a noi?
Solo il tempo, e le nostre dashboard, ce lo diranno.
E tu, cosa ne pensi?
Ti fidi di questa ennesima “semplificazione” made in Google o ti puzza un po’ di bruciato?
Speriamo che sia più facile monitorare i risultati! Incrocio le dita per un’esperienza utente migliorata.