Truffe online dilagano nonostante l’AI di Google?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Tra promesse e allarmi crescenti, un’indagine svela come le truffe online continuino a prosperare, alimentando il dibattito sull’efficacia delle difese digitali.

Secondo un sondaggio Google/Morning Consult, il 60% degli americani ha percepito un aumento delle truffe online nel 2025. L'FBI riporta perdite per 16,6 miliardi di dollari nel 2024. Nonostante Google vanti i progressi dell'AI nella difesa, gli esperti notano che i criminali utilizzano la stessa tecnologia per attacchi più sofisticati, creando un paradosso.

Truffe online: Google promette miracoli con l’AI, ma la realtà è un’altra storia?

Ti sei accorto anche tu che le truffe online sembrano sempre più all’ordine del giorno?

Non sei il solo, te lo assicuro.

Secondo un recente sondaggio condotto da Google insieme a Morning Consult, ben il 60% degli americani ha percepito un’impennata di queste fregature nel 2025 rispetto all’anno precedente. E non stiamo parlando di noccioline: l’FBI ci mette nero su bianco che nel 2024 le truffe informatiche hanno fatto svanire la bellezza di 16,6 miliardi di dollari, con un incremento del 33% in un solo anno, come riportato candidamente sul blog ufficiale di Google.

Una cifra che fa girare la testa, non trovi?

La vera domanda, però, è: con tutta questa tecnologia che ci viene propinata come salvifica, com’è possibile che la situazione sia questa?

E la faccenda si fa ancora più stuzzicante quando si va a scavare un po’ più a fondo in questi numeri.

Radiografia di una minaccia: cosa si nasconde dietro i numeri (e le promesse)?

Allora, cosa ci dicono queste statistiche?

Che le truffe via SMS continuano a fare da padrone, con il 68% degli intervistati che ne ha ricevuta almeno una, ma attenzione, perché il caro vecchio phishing via email sta tornando prepotentemente alla ribalta, colpendo il 61%. Come se non bastasse, un terzo degli americani ha subito una violazione dei propri dati personali nel corso del 2025. Certo, Google ci tiene a sottolineare che l’83% degli utenti ora dichiara di saper riconoscere i segnali di pericolo, come link sospetti o richieste urgenti di informazioni.

Sarà…

Ma se così tanti “sanno”, perché le truffe continuano a dilagare come un’epidemia?

Qualcosa non quadra, non ti pare?

E mentre ci si interroga su queste apparenti contraddizioni, spuntano fuori gli “esperti”, spesso proprio quelli di casa Google, pronti a spiegarci che la colpa – e la soluzione, guarda un po’ – risiede nell’AI. Secondo il Cybersecurity Forecast 2025 di Google Cloud, citato da Cybersecurity Ventures, attori statali e gruppi criminali ben organizzati starebbero usando l’AI per sfornare deepfake talmente realistici da far cascare anche i più smaliziati, prendendo di mira infrastrutture cloud e piattaforme Web3.

Una ricerca di Galactic Advisors rincara la dose, parlando di un aumento del 240% delle frodi legate ai deepfake, con tanto di clonazioni vocali per truffe del CEO o finti supporti tecnici. Insomma, l’AI come arma a doppio taglio: da un lato ci viene venduta come lo scudo definitivo, dall’altro diventa lo strumento preferito da chi vuole fregarci.

Non ti sembra un po’ il classico serpente che si morde la coda?

E in questa giostra tecnologica, chi sta veramente tenendo le redini del gioco?

La grande corsa agli armamenti digitali: ma siamo sicuri di chi vince?

In questo Far West digitale, Google si presenta come lo sceriffo buono, vantandosi che i suoi sistemi di AI ora bloccano un volume di siti truffa venti volte superiore rispetto alle difese precedenti. Addirittura, come descritto in un altro squillante post sul loro blog dedicato alla sicurezza, avrebbero ridotto dell’80% le truffe legate a finti servizi clienti di compagnie aeree grazie a un migliorato riconoscimento dei pattern.

Applausi.

Peccato che, mentre da una parte si celebrano queste vittorie, dall’altra i “cattivi” non stiano certo con le mani in mano. Anzi, sembrano aver imparato la lezione fin troppo bene, utilizzando proprio l’AI per affinare i loro colpi. SOCRadar, ad esempio, ci mette in guardia su un incremento del 150% negli attacchi basati su AI per il furto di credenziali, e questo solo da gennaio 2025.

Quindi, mentre Google ci racconta di aver alzato mura invalicabili, i truffatori sembrano aver già trovato il modo non solo di aggirarle, ma di costruirne di proprie, altrettanto sofisticate. Viene quasi da chiedersi se questa tanto decantata AI non stia, in fin dei conti, semplicemente alzando il livello dello scontro, rendendo le minacce ancora più subdole e difficili da contrastare per l’utente medio.

E con questo continuo rincorrersi tra guardie e ladri supertecnologici, cosa possiamo aspettarci per il futuro?

La situazione, diciamocelo francamente, è piuttosto ingarbugliata.

Da un lato, l’indagine di Google ci dice che l’81% degli intervistati si sente sicuro della propria capacità di identificare le truffe. Dall’altro, la stessa Google, attraverso i suoi esperti, ci mette in guardia contro minacce potenziate dall’AI sempre più insidiose: richieste di aiuto clonate dalla voce di un familiare, video deepfake che ti istruiscono su come fare un bonifico, o chatbot che ti manipolano con conversazioni apparentemente innocue, come dettagliato nel report di Google Cloud analizzato da GappsGroup.

L’azienda di Mountain View, ovviamente, promette di espandere gli avvisi di sicurezza in Search e Chrome e di potenziare Android. Lena Park, Cloud Security Architect in Google, afferma che “non si tratta di essere più furbi dei criminali, ma di superarli in velocità attraverso sistemi di difesa collettiva ed educazione pubblica”.

Belle parole, non c’è che dire.

Ma questa “educazione pubblica” e questi “sistemi collettivi” saranno davvero sufficienti contro una criminalità che dispone di strumenti capaci di ingannare anche l’occhio e l’orecchio più allenati?

Forse, prima di affidarci ciecamente alle soluzioni proposte dalle stesse Big Tech che, in qualche modo, hanno contribuito a creare questo terreno fertile, dovremmo chiederci se la direzione intrapresa sia davvero quella giusta, o se non stiamo semplicemente assistendo a una partita dove le regole le decidono sempre gli stessi giocatori, lasciando a noi utenti il compito, spesso improbo, di non farci travolgere.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

4 commenti su “Truffe online dilagano nonostante l’AI di Google?”

  1. Riccardo Giordano

    Magari invece di AI a gogò, Google usasse il buon senso. Le segnalazioni degli utenti, quelle sì che funzionano.

    1. Silvia Fabbri

      Che paura questi dati! Mi chiedo: le aziende tech non potrebbero collaborare di più per proteggerci? Forse unendo le forze si otterrebbero risultati migliori contro i truffatori.

      1. Silvia Fabbri, sì, hai ragione. Forse se facessero meno a gara a chi è il più bravo e più squadra… sarebbe meglio per noi.

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