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Contattaci ora →Un algoritmo ballerino e una comunicazione assente: cosa si nasconde dietro l’ultima scossa di Google e come reagisce la comunità SEO di fronte a questo silenzio?
Google ha registrato un nuovo scossone nelle classifiche di ricerca il 4 giugno 2025, segnalato da vari strumenti di monitoraggio. Questa volatilità si inserisce in un periodo di instabilità che prosegue dal grande aggiornamento di marzo. La mancanza di comunicazioni ufficiali da parte di Google aumenta la frustrazione tra i professionisti del settore.
Ma che sta succedendo di nuovo a Google? Ballano ancora le classifiche!
Te ne sarai accorto anche tu, o magari te l’ha sussurrato qualche collega con l’aria preoccupata: il 4 giugno 2025, Google ha dato un altro scossone alle sue classifiche di ricerca.
E non uno di quelli leggeri, eh.
Diversi strumenti di monitoraggio, quelli che noi addetti ai lavori teniamo d’occhio come falchi, hanno iniziato a segnalare una volatilità decisamente sopra la media. La cosa curiosa, come riportato su Search Engine Roundtable, è che stavolta il terremoto è arrivato di mercoledì, rompendo quella specie di “tradizione” degli ultimi tempi che vedeva le danze aprirsi più verso il venerdì.
Un cambio di programma che lascia sempre un po’ interdetti, non trovi?
Il gigante di Mountain View, dal canto suo, tace. Dopo il grande aggiornamento di marzo 2025, quello che ha tenuto tutti sulle spine per settimane, dalla sua bocca non è uscita una parola ufficiale su queste continue montagne russe. E, diciamocelo, questa mancanza di comunicazione inizia a pesare un po’ sulle spalle di chi, come te, con il web ci lavora e ci vive.
Ma questo silenzio e queste bizze improvvise del ranking sono davvero una novità, o c’è sotto qualcosa di più strutturato, quasi una nuova, scomoda, abitudine?
Un déjà-vu fastidioso: cronistoria di scossoni non dichiarati
Se ti sembra di aver già vissuto scene simili, beh, non hai tutti i torti.
Questo viavai nelle SERP (Search Engine Results Pages, le pagine dei risultati di Google, per intenderci) non è certo iniziato l’altro ieri.
Ricordi il grande aggiornamento del nucleo di marzo 2025?
Come descritto da Impression Digital, quello è stato un periodo di turbolenza prolungata, con picchi di instabilità che hanno colpito duro soprattutto certi settori, come quello sanitario e finanziario. E anche prima, a febbraio 2025, c’erano stati giorni di fuoco, con siti che vedevano il traffico schizzare alle stelle per poi precipitare nel giro di poche ore, lasciando i proprietari a chiedersi cosa diavolo fosse successo.
Poi è arrivato maggio 2025, un mese che sembrava avere un appuntamento fisso con la volatilità quasi ogni settimana: fluttuazioni moderate l’8, scossoni sui risultati mobile tra il 12 e il 13, cambiamenti più ampi il 21 e, per non farsi mancare nulla, altre forti oscillazioni registrate dagli strumenti il 29 maggio.
Insomma, quello del 4 giugno sembra più l’ultimo episodio di una serie che una novità sconvolgente.
Una serie che, però, in molti iniziano a trovare un po’ indigesta, soprattutto per la regia assente, o per lo meno, molto silenziosa.
E come reagisce chi, con queste classifiche, ci deve fare i conti tutti i giorni?
Tra frustrazione e tentativi di decifrare il futuro: cosa ci aspetta?
La reazione della comunità di professionisti SEO e dei webmaster, come puoi immaginare, è un misto di frustrazione e rassegnazione attiva.
C’è chi, come un utente su WebmasterWorld arriva a dire che “Google dovrebbe smettere di ingannare gli utenti facendogli cliccare annunci inutili e tornare ai vecchi valori”.
Parole forti, certo, ma che danno l’idea del malcontento che serpeggia.
E mentre Google continua a non fornire spiegazioni chiare su queste fluttuazioni continue, c’è chi cerca di capire quali leve stia muovendo il motore di ricerca.
Ad esempio, si discute molto sull’importanza crescente di fattori come la freschezza dei contenuti – pare che pagine aggiornate annualmente guadagnino in media posizioni significative rispetto a quelle lasciate a sé stesse – e la diversità delle fonti dei link, il cui peso, secondo analisi come quella di First Page Sage, sarebbe addirittura triplicato.
E poi c’è l’ombra, o la luce a seconda dei punti di vista, dell’Intelligenza Artificiale.
Google sta testando attivamente le sue “AI Overviews” direttamente nei risultati di ricerca e nuove modalità di presentazione dei contenuti in Discover, come evidenziato da Search Engine Roundtable.
Questo fa sorgere una domanda spontanea:
queste continue “prove tecniche di trasmissione” sulla pelle degli utenti e dei business online, senza una comunicazione trasparente, sono davvero il modo migliore di procedere?
Forse è chiedere troppo un po’ più di chiarezza da chi, di fatto, tiene le chiavi di gran parte del traffico web mondiale?
Staremo a vedere, ma una cosa è certa: il panorama è in continua, e a volte un po’ troppo misteriosa, evoluzione.
Classifiche instabili? Pazienza. Concentriamoci sul contenuto di valore per l’utente. Google cambia, noi ci adattiamo.
Ah, Google fa le bizze? Novità. Prepariamoci a rifare tutto da capo, come al solito. Tanto, il traffico crolla lo stesso.