Google offre buyout volontari: Un modo per sfoltire il personale?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.

Contattaci ora →

Tra riorganizzazioni strategiche, spinte sull’AI e ritorni in ufficio, l’azienda cerca di ottimizzare le risorse e bilanciare innovazione e disciplina fiscale, ma i dipendenti si interrogano sulla genuinità di questa “volontarietà”

Google ha proposto “buyout volontari” ai dipendenti USA di team chiave come Search e Ads. Ufficialmente per riorganizzazione in vista dell'AI, la mossa è vista anche come un modo “soft” per ridurre il personale, specie dopo i tagli passati e la spinta al rientro in ufficio.

Google ci riprova: “buyout volontari” o un modo elegante per sfoltire?

Google ha messo sul piatto una nuova offerta di “separazione consensuale”, o buyout volontario se preferisci il termine tecnico, per i suoi dipendenti negli Stati Uniti. Questa mossa, come riportato da più fonti tra cui The Verge, coinvolge principalmente i team considerati il cuore pulsante dell’azienda: Search, Ads, ingegneria e marketing.

Ufficialmente, si tratta di una riorganizzazione strategica, un modo per allineare meglio le truppe in vista della grande corsa verso l’intelligenza artificiale.

Ma quando un colosso come Google inizia a parlare di “uscite volontarie”, è lecito chiedersi cosa ci sia veramente sotto.

Stanno davvero solo cercando di ottimizzare, o è un modo un po’ più soft per ridurre il personale senza sollevare un polverone mediatico come con i licenziamenti diretti?

E soprattutto, questa “volontarietà” quanto è genuina quando aleggia lo spettro di future ristrutturazioni?

Le condizioni dell’ “invito” e chi tira le fila

Entriamo un po’ più nel dettaglio di questa proposta.

Secondo quanto trapelato, e descritto ad esempio da The Information, ai dipendenti che accetteranno l’offerta verrà corrisposto un pacchetto che include un minimo di 14 settimane di stipendio, con una scadenza per aderire fissata al primo luglio. A tirare le fila di questa operazione, almeno per la divisione Knowledge & Information (K&I) che include Search e Ads e conta circa 20.000 anime, c’è Nick Fox.

In un memo interno, Fox ha sottolineato che si tratta di un “percorso di uscita di supporto” per chi non si sente più allineato o fatica a raggiungere gli obiettivi. Una frase che, letta tra le righe, suona quasi come un “se non ce la fai, forse è meglio per tutti se prendi questa strada”.

Ha anche aggiunto, però, un appello ai “dipendenti ad alte prestazioni” affinché restino.

Un messaggio un po’ contraddittorio, non trovi?

Come se si volesse fare una selezione “naturale”, spingendo fuori i meno performanti con una carota, mentre si cerca di trattenere i talenti. Ma questa strategia si inserisce in un contesto ben più ampio di cambiamenti e pressioni, inclusa una politica sempre più stringente sul ritorno in ufficio.

Tra spinta sull’AI, ritorno in ufficio forzato e un passato di tagli

Questa ondata di buyout non arriva dal nulla.

Te lo assicuro.

Fa parte di una manovra più ampia con cui Google, o meglio Alphabet, sta cercando di dirottare risorse verso i mastodontici progetti di infrastruttura AI previsti per il 2025, come evidenziato da NDTV Profit.

E mentre si spinge sull’acceleratore dell’AI, si assiste anche a un giro di vite sul lavoro da remoto. Jen Fitzpatrick, una dirigente senior del settore ingegneria, ha giustificato l’espansione della politica di ritorno in ufficio – che ora obbliga anche chi lavora da remoto entro 50 miglia dagli uffici a un modello ibrido – parlando di una presunta maggiore innovazione derivante dalla collaborazione in presenza, stando a quanto riportato da Business Insider.

Una mossa che a molti sa di retromarcia rispetto alle aperture post-pandemiche e che, guarda caso, coincide con questi “inviti” all’uscita.

Tutto questo avviene dopo che Google ha già effettuato tagli significativi al personale.

Ricordi i 12.000 licenziamenti del 2023, circa il 6% della forza lavoro globale, giustificati da Sundar Pichai con la necessità di efficienza?

E non dimentichiamo le ulteriori riduzioni e ristrutturazioni avvenute anche nel 2024, come descritto da Investopedia. Courtenay Mencini, portavoce di Google, ha definito questi cambiamenti “necessari per sostenere il nostro importante lavoro futuro”.

Un linguaggio diplomatico che, però, lascia intravedere la pressione crescente per bilanciare innovazione e disciplina fiscale, soprattutto in un momento in cui, come nota Swipe Insight, il titolo Alphabet non brilla particolarmente e gli investitori chiedono ritorni concreti dagli investimenti in AI.

Insomma, tra “buyout volontari”, ritorno forzato in ufficio e la continua rincorsa all’AI, la sensazione è che in casa Google si stia cercando di ridisegnare profondamente la forza lavoro, sperando che i dipendenti “giusti” capiscano il messaggio.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

8 commenti su “Google offre buyout volontari: Un modo per sfoltire il personale?”

  1. Giovanni Parisi

    Riorganizzazione o riduzione? L’AI spaventa e Google cerca di risparmiare. Chi accetterà l’offerta avrà i suoi buoni motivi.

  2. Federica Russo

    Un incentivo all’addio? Se l’offerta è buona, qualcuno ci penserà seriamente. Tempi duri anche per i colossi.

    1. Mah, aria di cambiamento radicale. Offerta generosa o segnale che il vento sta cambiando per davvero? I “volontari” si faranno avanti, eccome.

  3. Mah, mi sembra una mossa furba per ridurre i costi senza fare troppo rumore. Dopo i licenziamenti dell’anno scorso, forse è il modo più “gentile” per continuare a snellire l’organico, soprattutto con l’AI che cambia le carte in tavola.

  4. Mi sembra una mossa che nasconde altro. Certo, la scusa dell’AI è comoda, ma credo che Google stia semplicemente cercando di alleggerire i costi in modo meno traumatico rispetto ai licenziamenti secchi. Staremo a vedere quanti accettano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore