Google lancia la sua AI Mode per tutti negli USA

Anita Innocenti

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Tra promesse di risposte super intelligenti e qualche scivolone passato, la nuova AI Mode di Google punta a rivoluzionare la ricerca, ma la concorrenza incalza e i dubbi sulla reale utilità restano.

Google ha reso disponibile a tutti gli utenti negli Stati Uniti la sua AI Mode a partire dal 13 giugno 2025. Dopo mesi di test, la funzionalità integra Gemini 2.5, Deep Search e interfaccia multimodale per una ricerca più avanzata. La mossa arriva mentre cresce la pressione della concorrenza nel settore dell'AI, sollevando dubbi sulla sua reale innovazione.

Le promesse scintillanti della nuova AI Mode

Allora, cosa ci racconta Google questa volta?

Ci parlano di un’integrazione con Gemini 2.5, il loro modello AI più recente e, a detta loro, super intelligente, capace di ragionamenti complessi e di capire anche se gli mostri una foto, come descritto sul blog ufficiale di Google. Poi c’è il “Deep Search”, una funzionalità che, sulla carta, dovrebbe scavare a fondo nel web per darti risposte super complete, con tanto di fonti citate.

E non manca l’interfaccia multimodale, che ti permette di interrogare Google con testo, voce e immagini, e le solite raccomandazioni personalizzate, che diventano ancora più “tue” se gli permetti di ficcare il naso pure nelle tue Gmail, come si legge su Search Engine Land.

Insomma, un pacchetto completo per farci sentire tutti più intelligenti e informati.

Ma la vera domanda è: tutta questa potenza di calcolo si tradurrà davvero in risposte migliori e più utili per noi comuni mortali, o è solo un modo per farci passare più tempo sui loro servizi?

E mentre ci riempiamo gli occhi con queste promesse, vale la pena fare un passo indietro e ricordare che non è tutto oro quello che luccica nel mondo dell’AI di Google.

O ti sei già dimenticato di certi scivoloni?

Luci, ombre e una corsa contro il tempo

Ricordi quando le AI Overviews, il predecessore di questa AI Mode, suggerivano di mettere la colla sulla pizza?

Ne hanno parlato un po’ tutti e non è stato certo un bel biglietto da visita. Google dice di aver imparato la lezione e migliorato i sistemi di controllo, ma il dubbio resta:

quanto possiamo fidarci ciecamente di questi algoritmi quando si tratta di informazioni importanti?

E non dimentichiamoci che questa “rivoluzione” arriva in un momento in cui Google sente il fiato sul collo di concorrenti come Perplexity e OpenAI, che stanno rosicchiando quote di mercato proprio sul terreno della ricerca intelligente. La sensazione è che questa AI Mode sia anche una risposta un po’ affannata per non perdere il treno, una mossa quasi obbligata più che una vera innovazione partita da una visione chiara.

Come fa notare Search Engine Roundtable, Google sembra muoversi con una certa cautela, rilasciando le funzionalità più avanzate, come quelle per lo shopping comparativo, prima in versione di test.

Che sia un segno di incertezza?

Ma al di là delle problematiche passate e delle pressioni del mercato, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Google ha già in cantiere altri progetti, ma basteranno a convincerci che questa è la strada giusta?

Progetti futuri e domande scomode: dove ci porterà Google?

Guardando avanti, Google non sembra volersi fermare. Nei loro laboratori si lavora a progetti dai nomi altisonanti come “Project Astra” e “Project Mariner” che promettono interfacce conversazionali ancora più evolute e agenti virtuali per automatizzare compiti. Si parla anche di visualizzazioni dinamiche di dati per richieste finanziarie o sportive.

Tutto molto futuristico, certo.

Ma la domanda che sorge spontanea è:

Ne abbiamo davvero bisogno?

E, soprattutto, a quale prezzo?

Attualmente AI Mode è una prerogativa statunitense, anche se i più smanettoni la usano già da altre parti del mondo con le VPN, ma quando e come arriverà davvero per tutti?

E questi strumenti, pensati per “semplificarci la vita”, non rischiano di renderci ancora più dipendenti da un unico gigante tecnologico, plasmando ulteriormente il nostro modo di accedere all’informazione e, di conseguenza, di pensare?

L’impressione è che Google stia giocando una partita complessa, cercando di bilanciare innovazione, aspettative degli utenti e la necessità di mantenere la sua posizione dominante. Staremo a vedere se questa AI Mode sarà davvero un passo avanti significativo o solo un altro capitolo nella lunga saga della ricerca online, con più fumo che arrosto.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

7 commenti su “Google lancia la sua AI Mode per tutti negli USA”

  1. Leonardo Ferrari

    Mah, negli USA sono sempre i primi a testare. Speriamo che quando arriverà qui da noi sia più matura e meno “allucinata” di Bard.

  2. Gemini 2.5 e Deep Search… suona bene sulla carta. Resta da vedere se semplificherà davvero la vita o se sarà solo un’altra complicazione. Speriamo almeno che impari dai suoi errori!

    1. Emanuele Moretti

      Concordo con Serena. Il rischio è che diventi un’altra feature inutilizzata, come tante. Google ha risorse enormi, ma spesso si perde in chiacchiere. Voglio vedere risultati concreti, non solo promesse.

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