Google prova il nuovo pulsante “Torna a tutti i risultati” in Search

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Una piccola modifica all’interfaccia che potrebbe far risparmiare qualche clic, ma che solleva interrogativi sulle strategie di Google e sul futuro dell’accesso all’informazione

Google sta testando una nuova opzione "Torna a tutti i risultati" (Back to all) nella sua interfaccia di ricerca. Scovata da Mayank Parmar e Shameem Adhikarath, la funzionalità mira a semplificare il ritorno ai risultati generali dopo ricerche verticali. Questo test solleva interrogativi sulle continue modifiche di Google e le possibili strategie sottostanti.

Google ci riprova: spunta un “Torna a tutti i risultati” nella ricerca

Sembra che a Mountain View non si stanchino mai di mettere mano all’interfaccia di ricerca.

L’ultima trovata?

Un’opzione “Back to all”, che potremmo tradurre con un “Torna a tutti i risultati”, che sta facendo capolino nei test di Google. Te ne parlo perché, se sei finito per sbaglio a cercare solo immagini o video e volevi invece la classica lista di link blu, questa potrebbe essere la via d’uscita rapida che mancava.

L’hanno scovata, come spesso accade, due segugi del web, Mayank Parmar e Shameem Adhikarath. In pratica, questa nuova levetta dovrebbe apparire proprio lì, sotto i suggerimenti dell’autocomplete o nella sezione delle “ricerche correlate”, quando ti sei già avventurato in una ricerca verticale.

Una piccola comodità, dirai tu.

Forse.

Ma quando si tratta di Google, anche le modifiche più innocue possono nascondere strategie più ampie, non credi?

Un’altra “semplificazione” o c’è di più?

Diciamocelo.

Non è la prima volta che Google ci propone ritocchi del genere.

Ti ricorderai forse di quando, nel 2024, hanno iniziato a sfoltire i dati strutturati dai risultati con la scusa di “semplificare” la visualizzazione.

E che dire dei vari esperimenti passati, come il “Reset filters” o le continue modifiche all’Omnibox, la barra degli indirizzi che fa anche da ricerca?

Sembra un lavorio costante per affinare, o forse per indirizzare, il modo in cui interagiamo con la sua immensa mole di informazioni.

Al momento, da Google non sono arrivate comunicazioni ufficiali su questo “Back to all”, ma la community SEO, ovviamente, ha già iniziato a discuterne.

Curiosamente, proprio in questi giorni John Mueller, uno che in Google si occupa di ricerca, ha sottolineato su Bluesky che l’obiettivo di fondo è sempre quello di “semplificare l’interazione dell’utente con i risultati”.

Viene spontaneo chiedersi se questa continua ricerca della “semplicità” sia sempre e solo a nostro vantaggio, o se non sia anche un modo per guidarci, con mano apparentemente invisibile, verso percorsi predefiniti.

E mentre l’attenzione si concentra su questi aggiustamenti, cosa sta succedendo dietro le quinte?

Tra piccole comodità e grandi manovre: cosa cambia davvero per te?

Quindi, questo pulsantino “Back to all” potrebbe effettivamente farti risparmiare qualche clic quando ti perdi tra le ricerche specializzate.

Non male.

Però, è interessante notare come queste “piccole attenzioni” arrivino in un momento in cui Google sta spingendo forte su altre iniziative ben più impattanti, come l’introduzione della AI Mode negli Stati Uniti. E, quasi di sfuggita, nello stesso periodo si apprende che stanno anche rimuovendo alcune opzioni di opt-out da AdSense.

Saranno solo coincidenze temporali?

Forse.

Resta il fatto che ogni modifica all’interfaccia, anche la più marginale, contribuisce a modellare la nostra esperienza online, come puoi evincere da questo articolo di Seroundtable.

E quando un colosso come Google apporta questi cambiamenti, è lecito domandarsi se l’intento sia puramente altruistico o se, sotto la patina della funzionalità, non ci sia la volontà di ottimizzare percorsi che favoriscono anche, e forse soprattutto, i suoi interessi.

La domanda che sorge spontanea è se tutte queste “semplificazioni” non rischino, alla lunga, di rendere il nostro accesso all’informazione un po’ meno libero e un po’ più… pilotato.

Staremo a vedere se questo test diventerà una caratteristica permanente e quale sarà il suo reale impatto sull’uso quotidiano del motore di ricerca.