WhatsApp e l’Intelligenza Artificiale: i riassunti automatici arrivano, ma la privacy è al sicuro?

Anita Innocenti

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Tra riassunti automatici e “Private Processing”, la nuova funzione di WhatsApp promette comodità, ma solleva interrogativi sulla protezione dei dati personali e sul controllo delle informazioni.

WhatsApp lancia una nuova funzione basata sull'intelligenza artificiale che genera riassunti automatici dei messaggi non letti. Pensata per gestire chat affollate, soprattutto di gruppo, la novità solleva interrogativi sulla privacy. Meta assicura l'elaborazione privata dei dati, ma i dubbi sulla gestione delle informazioni persistono tra gli utenti e gli esperti.

WhatsApp e l’intelligenza artificiale: riassunti automatici dei messaggi, ma a quale prezzo?

Meta ha appena sganciato la notizia: WhatsApp si arricchisce di una nuova funzionalità basata sull’intelligenza artificiale, capace di riassumere i tuoi messaggi non letti. L’idea, sulla carta, è quella di farti recuperare il filo del discorso quando sei sommerso dalle notifiche, specialmente in quelle chat di gruppo che sembrano non dormire mai. Immagina di aprire WhatsApp dopo ore e trovare un comodo riassuntino che ti dice l’essenziale.

Bello, vero?

Ma come funziona esattamente questa diavoleria e, soprattutto, possiamo davvero fidarci di affidare le nostre conversazioni, anche se riassunte, a un’IA targata Meta?

Come ti cambio la chat: la magia (o quasi) dei riassunti intelligenti

Allora, come funziona questo nuovo giocattolino?

Secondo quanto riportato da più fonti, tra cui TechCrunch, la funzione, chiamata “Message Summaries”, apparirà come un bannerino “Sommarizza Privatamente” sopra i messaggi non letti.

Un tocco, e l’IA di Meta dovrebbe processare le chat per darti un sunto.

Attenzione però.

Meta ci tiene a sottolineare che questa funzione è opzionale e, almeno all’inizio, disattivata di default. Sarai tu a doverla attivare dalle impostazioni, se proprio non puoi farne a meno.

L’azienda afferma che il riassunto sarà visibile solo a te e che né Meta né WhatsApp potranno accedere al contenuto dei tuoi messaggi o ai riassunti stessi. Una promessa che si basa su una tecnologia chiamata “Private Processing“, annunciata già ad aprile e che dovrebbe garantire che tutto avvenga in un ambiente sicuro e protetto.

Comodo, senza dubbio.

Soprattutto per chi è perennemente indietro con le chat.

Ma questa comodità nasconde forse qualche insidia che dovremmo considerare attentamente prima di cliccare su “attiva”?

Privacy, questa sconosciuta? le rassicurazioni di Meta e i dubbi che restano

Ed eccoci al nodo cruciale: la privacy.

Meta, si sa, non gode esattamente di una reputazione immacolata quando si parla di gestione dei dati degli utenti.

Quindi, è lecito chiedersi se possiamo dormire sonni tranquilli?

L’azienda sbandiera questa “Private Processing” che sfrutterebbe tecnologie come Trusted Execution Environment (TEE) sui dispositivi, Confidential Virtual Machine (CVM) per l’elaborazione sicura nel cloud e protocolli come Oblivious HTTP (OHTTP) per anonimizzare le richieste. Un trittico di sigle che suona molto rassicurante, quasi a voler dire: “Guardate quanto siamo bravi e attenti alla vostra sicurezza!”. La promessa è che i messaggi restino crittografati end-to-end e che l’IA lavori in un ambiente isolato, senza che Meta possa ficcare il naso.

Eppure, non possiamo fare a meno di chiederci: è davvero così?

O stiamo assistendo all’ennesimo tentativo di una big tech di farci digerire l’ennesima funzionalità che, in un modo o nell’altro, potrebbe erodere un altro pezzetto della nostra riservatezza?

E cosa succede se qualcosa in questa catena di “protezione” dovesse andare storto?

Diffusione a stelle e strisce (per ora) e le vere domande sul futuro

Questa novità, come spesso accade, partirà dagli Stati Uniti e, inizialmente, solo per i messaggi in lingua inglese.

Poi, l’obiettivo è espandersi in altri Paesi e supportare più lingue entro la fine del 2025. Una mossa che si inserisce in un contesto più ampio, dove l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più pervasiva nelle nostre vite digitali.

È interessante notare che questa implementazione arriva dopo che Apple ha avuto qualche difficoltà con una funzione simile di riepilogo delle notifiche, a dimostrazione che la strada per queste tecnologie non è sempre in discesa. E non dimentichiamoci che proprio di recente la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha vietato l’uso di WhatsApp sui dispositivi governativi per preoccupazioni legate alla sicurezza.

Un segnale da non sottovalutare.

Quindi, mentre Meta ci presenta questa nuova funzione come un aiuto per gestire il sovraccarico informativo, la domanda che dobbiamo porci è più profonda:

Stiamo davvero guadagnando tempo e comodità, o stiamo silenziosamente cedendo un altro frammento del nostro controllo e della nostra privacy a sistemi sempre più complessi e, diciamocelo, difficili da comprendere fino in fondo per un utente comune?

La partita è appena iniziata, e sarà fondamentale osservare non solo le promesse, ma i fatti.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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