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Contattaci ora →Google promette di rivoluzionare la programmazione assistita con Gemini Code Assist, puntando a diventare un partner strategico analizzando l’intero codice sorgente e proponendo piani d’azione dettagliati.
Google lancia Gemini Code Assist con la rivoluzionaria "Agent Mode", un'AI capace di analizzare l'intero codice sorgente. L'obiettivo è offrire assistenza profonda agli sviluppatori, suggerendo piani d'azione completi per nuove funzionalità o bug. Sebbene prometta efficienza senza precedenti, il servizio solleva interrogativi sulla potenziale dipendenza da soluzioni proprietarie e sulla perdita del controllo critico.
Un’intelligenza artificiale che guarda tutto il tuo codice: ecco l’agent mode
La vera bomba sganciata da Google è la nuova “Agent mode”.
Dimentica gli assistenti AI che ti danno una mano solo sul file che hai aperto.
Qui parliamo di uno strumento che, come annunciato direttamente sul blog ufficiale di Google, è stato progettato per analizzare l’interezza del tuo codice sorgente. In pratica, gli chiedi di implementare una nuova funzionalità o di correggere un bug complesso, e lui si fa un giro per tutto il progetto, capisce l’architettura, individua i file da modificare e ti presenta un piano d’azione dettagliato.
Tu devi solo revisionare e approvare le modifiche.
Una promessa potente, che però nasconde una logica ben precisa.
Ma cosa significa davvero per chi sviluppa ogni giorno?
In teoria, significa un risparmio di tempo notevole. Invece di passare ore a rintracciare dipendenze e a modificare file sparsi, l’idea è che l’AI faccia il lavoro “sporco”. Questo, unito ai potenziamenti per gli editor più usati come VS Code e JetBrains, descritti nelle note di rilascio per sviluppatori, disegna un quadro chiaro: Google non vuole solo darti uno strumento, vuole diventare il tuo compagno di banco inseparabile, integrato nel tuo modo di lavorare.
L’obiettivo è renderti il suo utilizzo così naturale da non poterne più fare a meno.
Ma essere compagni di banco di un gigante come Google ha sempre delle implicazioni, anche quando ti dicono che un servizio è senza costi aggiuntivi.
L’assistente perfetto o un altro passo verso la dipendenza?
Ed è qui che la faccenda si fa più complessa. Google ci tiene a sottolineare che l’ultima parola spetta sempre allo sviluppatore, che può rivedere e approvare ogni singola modifica.
Ma quanto è reale questo controllo quando l’intelligenza artificiale ti presenta un piano che tocca decine di file?
La tentazione di cliccare “approva” e risparmiare ore di lavoro è forte, fortissima.
La domanda che dobbiamo porci è se stiamo davvero delegando un compito noioso o se, lentamente, stiamo cedendo il pensiero critico e la comprensione profonda delle architetture software a un algoritmo proprietario.
Stiamo ottimizzando il nostro lavoro o stiamo semplicemente diventando ingranaggi più efficienti nella grande macchina di qualcun altro?
La comodità è servita, a noi resta il dubbio se il prezzo da pagare, a lungo termine, sia una crescente dipendenza dalle sue soluzioni.
Ah, Google che si sveglia e ci propina un’AI che si guarda tutto il codice. 🙄 Certo, “assistenza”, ma poi chi controlla il controllo? Già mi immagino le dipendenze future. 🤖💸
Mitico! Un’AI che si legge tutto il codice, fantastico… finché non ti fa fare una mega-svista per dipendenza. Che figata!
Gemini Code Assist. Analizza tutto il codice. Ok, poi chi controlla? Speriamo non sia un boomerang.
Un’AI che analizza tutto il codice, un po’ come avere un occhio indiscreto nel progetto.