Le AI Overviews di Google: aiuto per l’utente o minaccia per il traffico web?

Anita Innocenti

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Tra promesse di efficienza e timori per il futuro del traffico web, ecco cosa rivela un recente studio e come Google risponde alle accuse di alterare i risultati di ricerca.

Le AI Overviews di Google sono al centro di un dibattito. Un'analisi del Pew Research Center indica una drastica riduzione del traffico verso i siti web, con i click che crollano dal 15% all'8%. Google contesta la metodologia, affermando che il traffico rimane stabile. La questione solleva dubbi sulla visibilità dei siti minori e sul controllo di Google sull'informazione.

Le AI overviews di Google: un aiuto per l’utente o una minaccia per il traffico web?

Le AI Overviews di Google stanno creando un bel polverone.

Da una parte, la promessa di risposte immediate e complete direttamente nella pagina di ricerca. Dall’altra, il timore concreto, per chi vive di contenuti online, di vedere il proprio traffico sparire.

A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato una recente analisi del Pew Research Center, secondo cui queste risposte generate dall’intelligenza artificiale starebbero letteralmente prosciugando i click verso i siti web.

Ma, come spesso accade quando si tocca il regno di Google, la storia è più complessa di così.

La risposta di Mountain View, infatti, non si è fatta attendere e ha messo in discussione l’intero impianto dello studio. Secondo Google, la ricerca avrebbe una metodologia “distorta” e si baserebbe su un campione di ricerche troppo piccolo per essere considerato affidabile.

Diciamocelo, con miliardi di ricerche al giorno, analizzarne poche decine di migliaia può sembrare poco rappresentativo.

A dar man forte a questa tesi c’è anche il parere di Duane Forrester, un nome che nel settore ha un certo peso, il quale, come riportato su Search Engine Journal, ha definito il campione di dati statisticamente insignificante.

Google, dal canto suo, afferma che i suoi dati interni mostrano un quadro diverso, con un traffico verso gli editori che rimane stabile, se non in crescita.

Ma possiamo davvero fidarci ciecamente dei dati che il gigante della ricerca decide di condividere?

I numeri che preoccupano: cosa dice davvero lo studio

Al di là delle schermaglie, i dati presentati da Pew Research un’idea chiara la danno. Quando compare il riassunto generato dall’IA, il tasso di click verso i siti esterni crolla dall’15% all’8%. In pratica, quasi la metà dei potenziali visitatori svanisce.

Ancora più significativo è che solo l’1% degli utenti clicca sui link presenti all’interno del box dell’IA, dimostrando una tendenza a fermarsi alla risposta preconfezionata da Google. Questo significa che una sessione su quattro si conclude senza alcun click quando c’è l’IA, contro una su sei in sua assenza.

Il punto non è solo quanti click si perdono, ma anche chi li perde.

Lo studio evidenzia una tendenza preoccupante: le AI Overviews tendono a citare quasi esclusivamente colossi come Wikipedia, Reddit e YouTube. Per i siti più piccoli, gli specialisti di nicchia, e le piccole imprese che hanno costruito la loro visibilità con fatica, questo si traduce in un rischio concreto di essere tagliati fuori.

E qui il discorso si fa più grande, perché non si tratta solo di click persi.

Il vero gioco: il controllo dell’informazione

Questa mossa di Google, introdotta con la cosiddetta Search Generative Experience (SGE), assomiglia in modo inquietante a strategie già viste in passato, come quella dei Featured Snippets, che di fatto hanno iniziato a trasformare Google da un motore di ricerca a un motore di risposte.

L’obiettivo sembra essere quello di trattenere l’utente il più a lungo possibile sulle proprie pagine, trasformando la SERP non più in una porta verso il web, ma in una stanza chiusa dove tutto ciò che ti serve viene fornito da Google stessa.

La domanda che resta sul tavolo, alla fine, è una:

Google sta davvero migliorando la ricerca per te, l’utente, o sta semplicemente stringendo la presa sul suo enorme giardino digitale, a scapito della pluralità e della diversità di voci che hanno reso il web quello che è?

Una domanda che chiunque abbia un’attività online dovrebbe iniziare a porsi, e molto seriamente.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

7 commenti su “Le AI Overviews di Google: aiuto per l’utente o minaccia per il traffico web?”

  1. Andrea Ruggiero

    Il traffico è un flusso. Lo blocchi, evapora. Se Google fa il rubinetto, i contenuti si seccano. Logica elementare.

  2. Antonio Barone

    Le AI Overviews? Una bella trovata per farci tutti dipendenti dalla loro zuppa di informazioni. 🤖 Intanto, chi si occupa di cucinare la materia prima… resta a bocca asciutta. 🍽️ Che genialata! 😜

  3. Ah, il glorioso futuro dell’informazione, dove Google ci servirà risposte preconfezionate evitando la fatica di cliccare. Geniale.

    1. Carlo Ferrari

      Un altro trucco per succhiare via i click. 💸 Chi ci rimette? Sempre i soliti. 😩 Che bella trasparenza! ✨

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