Mark Zuckerberg traccia la linea: o con gli occhiali AI, o tagliati fuori.

Anita Innocenti

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Tra vantaggi cognitivi promessi e timori per la privacy, Meta spinge per un futuro in cui gli occhiali AI saranno indispensabili, sollevando interrogativi sul controllo dei dati e sull’impatto sociale.

Mark Zuckerberg ha dichiarato che chi non indosserà occhiali AI sarà in "svantaggio cognitivo". Meta punta a una "superintelligenza personale" integrata nei futuri dispositivi indossabili come Orion. Le vendite dei Ray-Ban Smart Glasses sono impennate, normalizzando la tecnologia. Nonostante ciò, sfide tecniche e sociali permangono, suggerendo che l'affermazione di Zuckerberg sia anche una potente leva di marketing per plasmare il futuro.

Un futuro (obbligatorio?) a portata di sguardo

L’idea di fondo di Zuckerberg non è semplicemente quella di vendere un altro gadget. L’obiettivo è creare una “superintelligenza personale”, un assistente onnisciente, sempre con te, capace di vedere ciò che vedi e sentire ciò che senti per offrirti un supporto contestuale in ogni momento.

Pensa a un navigatore per la vita, che ti suggerisce la strada, ti traduce un menù in tempo reale o ti aiuta a risolvere un problema complesso mentre lo guardi.

La forma perfetta per questo assistente?

Gli occhiali, ovviamente.

Non un telefono da tirare fuori dalla tasca, ma un dispositivo fuso con la tua percezione. Meta sta già lavorando sodo su questo fronte con i suoi futuri occhiali AR Orion, che promettono display olografici e funzionalità avanzate.

Tutto molto affascinante, ma stiamo parlando di un futuro lontano, giusto?

Non proprio.

I numeri parlano, ma cosa dicono davvero?

La strategia di Meta non è fatta solo di promesse, come osserva TechCrunch. I dati, almeno a prima vista, sembrano dare ragione a Zuckerberg. Le vendite degli attuali Ray-Ban Smart Glasses, nati dalla collaborazione con EssilorLuxottica, hanno registrato un’impennata del 200% nella prima metà del 2025, come descritto da CBS News.

Un balzo che fa notizia, certo, e che dimostra un interesse crescente da parte del pubblico. Questo successo iniziale serve a Meta per un doppio scopo: da un lato, abituare le persone all’idea di indossare tecnologia sul viso, normalizzandola; dall’altro, raccogliere dati preziosi per affinare i modelli futuri.

Ma è davvero tutto così semplice?

Assolutamente no.

E qui la faccenda si fa più complessa e, diciamocelo, un po’ più ambigua.

Tra promesse e realtà: la vera partita non è (solo) tecnologica

Al di là dei proclami, la strada per rendere questi occhiali un accessorio di massa è ancora piena di ostacoli. Come ammesso dallo stesso Zuckerberg, ci sono sfide enormi da superare: batterie che durano troppo poco, peso eccessivo e, forse il problema più grande di tutti, le norme sociali.

Siamo davvero pronti ad accettare persone che ci camminano incontro con una telecamera costantemente puntata addosso?

Ed è proprio qui che la sua affermazione su uno “svantaggio cognitivo” suona più come una leva di marketing aggressiva che come una previsione neutrale.

Più che descrivere un futuro inevitabile, Meta sembra volerlo creare a forza, instillando la paura di rimanere indietro. Non si tratta solo di offrire un nuovo strumento, ma di costruire una piattaforma dalla quale sarà difficile, se non impossibile, scendere.

La domanda, quindi, non è se indosseremo occhiali intelligenti, ma a quali condizioni.

E soprattutto, di chi sarà il mondo che vedremo attraverso quelle lenti.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

9 commenti su “Mark Zuckerberg traccia la linea: o con gli occhiali AI, o tagliati fuori.”

  1. Roberta De Rosa

    Ma che bella favola, questa del “vantaggio cognitivo”! Si vede lontano un miglio che il gioco è quello di chiudere tutti in una bolla digitale, rendendoli dipendenti da un assistente che sa tutto. Un futuro su misura, certo, ma per chi? Per il padrone degli occhiali, immagino.

    1. Melissa Romano

      Un futuro cognitivamente “migliorato”. 🤔
      I dati, la vera sfida. 🔐
      Il “vantaggio” è nelle mani di chi crea gli occhiali. 👓
      Occhio ai filtri applicati. 👀

      1. Roberta De Rosa

        Ma che bella maschera dorata ci propina il buon Mark! Se questo è il progresso, io preferisco rimanere nell’ombra, con la mia vecchia e gloriosa incoscienza.

  2. Benedetta Lombardi

    Ah, il metaverso in salsa occhiali: un vero toccasana per la nostra limitata materia grigia. Chi non si adegua, resta nell’età della pietra, con il cervello che marcisce. Meta, un faro di progresso, direi.

  3. Renato Martino

    La corsa alla “superintelligenza personale” sembra più una maratona a ostacoli per la nostra privacy. La vera sfida è mantenere il controllo.

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