Le regole del digitale stanno cambiando.
O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.
Contattaci ora →Una mossa che oscilla tra la generosità calcolata e la necessità di non perdere terreno, con l’ombra della concorrenza cinese e la promessa di prezzi competitivi.
Dopo anni di segretezza, OpenAI ha rilasciato i suoi primi modelli AI "open-weight" (gpt-oss-120b e gpt-oss-20b) dal 2020. La mossa, vista come una risposta alla crescente concorrenza (DeepSeek) e alle ammissioni di Sam Altman, è una chiara strategia per riconquistare quote di mercato. Disponibili su Amazon Web Services, i modelli puntano a competere anche sui prezzi.
Una generosità sospetta o una mossa obbligata?
Diciamocelo, la tempistica non è casuale.
Questa improvvisa apertura arriva dopo che lo stesso CEO, Sam Altman, aveva ammesso di essere stato “dalla parte sbagliata della storia” nel tenere i modelli chiusi.
Ma è davvero un pentimento o piuttosto la presa di coscienza che la concorrenza, soprattutto quella cinese di DeepSeek, stava guadagnando troppo terreno?
Come riportato da Fortune, l’annuncio era nell’aria da marzo, poco dopo che Altman aveva riconosciuto pubblicamente l’impatto dei modelli aperti cinesi. Sembra quasi che OpenAI abbia capito che la festa stava andando avanti anche senza di lei e abbia deciso di presentarsi con un’offerta che, sulla carta, suona irresistibile.
Ma questa mossa, per quanto presentata con toni trionfalistici, nasconde una realtà ben più complessa.
È una dichiarazione di intenti per recuperare il terreno perduto, una battaglia combattuta non solo a colpi di performance, ma anche di prezzi.
Prestazioni di punta, ma l’apertura è a metà
Analizziamo i fatti.
OpenAI dichiara che i suoi nuovi modelli sono altamente competitivi. Su test di programmazione come Codeforces, il modello più grande gpt-oss-120b supera il diretto rivale DeepSeek, anche se resta dietro ai modelli proprietari della stessa OpenAI. Questo ci dice una cosa molto chiara: ti stanno dando un’auto potente, ma si tengono la Formula 1 in garage.
La vera questione, però, è cosa significhi davvero “open” per OpenAI.
Non ti stanno dando le chiavi del regno: l’architettura, i dati di addestramento e i meccanismi di routing che fanno funzionare i loro modelli di punta, come il tanto atteso GPT-5, restano un segreto industriale ben custodito.
È una strategia astuta, come descritto da TechCrunch: si condivide un artefatto utile per stimolare la comunità e gli sviluppatori, ma si protegge il cuore del proprio business. In pratica, ti danno gli strumenti per costruire qualcosa di grande, a patto che tu rimanga dipendente dal loro modo di fare le cose.
Dunque, una generosità calcolata, non certo un regalo disinteressato.
E questo apre un altro fronte, forse il più delicato.
La sicurezza come alibi e la corsa alla distribuzione
OpenAI ha messo le mani avanti, affermando di aver ritardato il rilascio per mesi per condurre test di sicurezza approfonditi. Hanno verificato che i modelli non potessero essere facilmente “addestrati” per scopi malevoli, come attacchi informatici o la creazione di armi biologiche.
La loro conclusione?
Il rischio è basso.
Ma possiamo davvero fidarci di un’autocertificazione fatta da chi ha una palese fretta di recuperare quote di mercato? La sensazione è che la sicurezza sia stata usata tanto come uno scudo di PR quanto come una reale preoccupazione.
La vera spinta, infatti, sembra essere la distribuzione. I modelli sono stati resi immediatamente disponibili su Amazon Web Services, rendendoli accessibili a milioni di clienti della piattaforma. E qui la strategia commerciale diventa spudorata: secondo le comunicazioni di Amazon, il modello gpt-oss-120b è presentato come 10 volte più conveniente di Gemini e 18 volte più di DeepSeek-R1.
È una guerra dei prezzi in piena regola, un tentativo di soffocare la concorrenza non solo con la tecnologia, ma anche con il portafoglio. OpenAI non sta solo aprendo i suoi modelli, sta cercando di colonizzare il mercato, legando a sé sviluppatori e aziende con un’offerta difficile da rifiutare.
La partita a scacchi per il dominio dell’intelligenza artificiale è entrata in una nuova, spietata fase.
Mah, ‘sta svolta open source puzza un po’. Vediamo se ‘sto taglio di prezzi porta qualcosina di concreto, o è solo fumo negli occhi per coprire il ritardo.
Apertura tardiva. Necessità, non generosità. Mercato, non etica. Vediamo i prezzi. Sostanziale.
OpenAI apre i battenti, mossa tattica o pura necessità? Vediamo se ‘sto taglio prezzi tira.
La trasparenza tardiva è una maschera. Il mercato, non la generosità, guida questa mossa. Prezzi competitivi? Un’illusione ben confezionata.
Una “generosità” postuma. Quando la concorrenza morde, persino l’apertura diventa una tattica. Vedremo quanto durerà questa filantropia.
‘Sta mossa open weight sa di mossa obbligata più che di generosità. Vediamo ‘sto taglio di prezzi che diavolo porta.
La mossa è astuta, un gioco di scacchi dove la “generosità” è solo un altro pezzo sulla scacchiera.
La trasparenza improvvisa sembra un paracadute a maglie larghe. Resta da vedere se questa apertura mascheri più la necessità che la visione.