Copilot contro ChatGPT: la guerra dei cugini che nessuno ti sta raccontando

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.

Contattaci ora →

Microsoft e OpenAI sono entrambe guidate dalla stessa tecnologia, ma offrono approcci diversi: un’analisi delle loro strategie e dei costi nascosti per gli utenti

Il dibattito tra Copilot e ChatGPT rivela una 'guerra dei cugini' tra Microsoft e OpenAI. Entrambi sfruttano tecnologie IA simili, ma le loro strategie differiscono: Copilot si integra nell'ecosistema Microsoft 365 per comodità, mentre ChatGPT offre maggiore flessibilità come 'coltellino svizzero'. La scelta finale dipende dalla filosofia di lavoro del professionista, non solo dalle funzionalità.

Copilot contro ChatGPT: la guerra dei cugini che nessuno ti sta raccontando

Me lo chiedono in continuazione: “Ma è meglio Copilot o ChatGPT?”.

E la verità è che questa non è una semplice scelta tra due strumenti.

Questa è la vera partita a scacchi che si sta giocando sopra le nostre teste, una battaglia tra due colossi che, diciamocelo, stanno definendo come lavoreremo (e penseremo) domani. Da una parte Microsoft, con il suo Copilot ben integrato nei programmi che usiamo ogni giorno, dall’altra OpenAI con il suo ChatGPT, più libero, più creativo, ma anche più “selvaggio”.

Ma la cosa che in pochi ti dicono è che questa non è una sfida tra due perfetti sconosciuti.

È più una faida familiare.

Dietro le quinte: la stessa radice, due frutti diversi

Sì, hai capito bene.

Microsoft e OpenAI sono legati a doppio filo. Copilot, infatti, gira grazie a una combinazione di modelli che include la tecnologia di OpenAI, la stessa che alimenta ChatGPT. Come descritto da Digital Trends, Microsoft ha investito miliardi in OpenAI, ottenendo un accesso privilegiato ai suoi modelli più avanzati.

In pratica, stiamo parlando di due auto con un motore molto simile, ma con carrozzerie e filosofie di guida completamente opposte.

Da un lato, ChatGPT è l’esperienza pura, diretta: accedi al sito e inizi a dialogare con l’intelligenza artificiale. È un foglio bianco, un assistente versatile che puoi plasmare per creare testi, analizzare dati o fare brainstorming.

Dall’altro, Copilot è l’IA “infiltrata”, quella che vive già dentro al tuo Word, al tuo Excel, al tuo Outlook. Non la vai a cercare, te la trovi lì, pronta a suggerirti una formula o a riassumere una caterva di email.

Ma se il DNA è così simile, perché l’esperienza d’uso è agli antipodi?

La risposta sta tutta nel modo in cui questi due giganti vogliono tenerti legato a sé.

La gabbia dorata contro il coltellino svizzero

Qui la faccenda si fa interessante.

Microsoft ha giocato la carta della comodità assoluta. Se la tua azienda vive e respira con il pacchetto Microsoft 365, Copilot è un’estensione quasi naturale. Non devi imparare a usare un nuovo programma, non devi fare copia-incolla da una finestra all’altra. È tutto lì, a portata di click.

Vuoi creare una presentazione in PowerPoint partendo da un documento Word?

Copilot lo fa.

Vuoi un riassunto di una riunione su Teams?

Copilot è pronto.

È una soluzione potente, ma che ti lega ancora di più a un unico fornitore.

Una vera e propria gabbia dorata: comoda, efficiente, ma pur sempre una gabbia.

ChatGPT, invece, ha scelto la via della flessibilità. Non vive dentro i tuoi programmi, ma può collegarsi a quasi tutto grazie a un sistema di API e integrazioni, come quelle rese possibili da Zapier.

È un coltellino svizzero: magari richiede un po’ più di manualità per aprire lo strumento giusto, ma ti permette di lavorare con una gamma molto più ampia di software, anche quelli non marchiati Microsoft.

Questa libertà, però, ha un prezzo, e non parlo solo di soldi.

Segui i soldi: chi paga davvero il conto?

E alla fine, arriviamo sempre lì: al portafoglio. I modelli di prezzo raccontano molto della strategia di queste aziende.

OpenAI con ChatGPT ha un approccio diretto: c’è un piano gratuito, un piano Pro per utenti singoli e piani Team per le aziende, con costi chiari. Paghi per l’accesso a un servizio ben definito.

Microsoft, invece, gioca una partita diversa. Copilot viene venduto come un “add-on” ai suoi abbonamenti Microsoft 365. Come riportato su Ramsac, devi già essere un cliente Business Standard o Premium per poter aggiungere Copilot, pagando una cifra extra per utente.

Diciamocelo chiaramente: Microsoft non ti sta vendendo solo un assistente AI, ti sta rendendo ancora più dipendente dal suo intero pacchetto.

Il costo non è solo l’abbonamento mensile, ma la rinuncia a poter scegliere strumenti diversi e più adatti, magari, a specifiche esigenze.

La scelta, quindi, va ben oltre la semplice funzionalità.

Si tratta di decidere se affidare le chiavi del proprio flusso di lavoro a un unico, gigantesco portiere che ti semplifica la vita ma decide anche quali porte puoi aprire, oppure se preferire un mazzo di chiavi universali, accettando la responsabilità di dover trovare la serratura giusta ogni volta.

La vera domanda, forse, non è quale dei due sia migliore, ma in quale delle due filosofie ti riconosci di più come professionista.

E questa è una risposta che nessuna intelligenza artificiale può dare al posto tuo.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore