Il traffico organico continua a generare gran parte delle conversioni. Ma gli LLM stanno evolvendo, e ignorarli ora sarebbe miope tanto quanto puntare tutto su di loro
📌 TAKE AWAYS
Il traffico dagli LLM oggi pesa meno dell’1% e non converte meglio dell’organico. Gli assistenti IA generano più errori nei link rispetto a Google.
La SEO resta il motore principale di vendite e visibilità.
Sono le dieci di sera. Hai appena chiuso l’ultima call, risposto all’ultima email e ora stai scrollando LinkedIn prima di crollare dal sonno.
(Lo so, tra scrollare e crollare è un attimo…).
Ed eccoli lì, i soliti noti che pontificano sulla “rivoluzione copernicana della GEO (Generative Engine Optimization)”.
Post che urlano “Molla Google, ottimizza per ChatGPT, o sei morto!”, “Il traffico organico è finito!”, “Se non sei visibile sugli LLM, stai già fallendo!”
E tu, imprenditore, senti quella familiare stretta allo stomaco. Un misto di ansia e FOMO (la paura di perdersi qualcosa di imprescindibile).
Vedi acronimi come GEO, AEO, LMAO, SXO e ti sembra di leggere un linguaggio klingoniano.
Non importa quale sia la nuova sigla di moda o se oggi la chiamano ancora SEO o in un altro modo.
Per citare il titolo di un film di Woody Allen: “Basta che funzioni!”
A te interessano le vendite, la crescita e il successo del tuo brand.
Il tuo marchio, la tua azienda, il lavoro di una vita devono essere visibili, oggi come domani.
Ma come fare? Da dove iniziare in questo caos assordante?
Lascia che ti tolga un peso enorme dalle spalle. Gran parte di quel baccano è, appunto, solo rumore. Fuffa amplificata da chi ha bisogno di venderti l’ultima, scintillante novità.
Io sono qui per fare da Cicerone in questo marasma di novità, ma con una mappa basata su dati, non su chiacchiere da bar. Dati freschissimi, di settembre 2025, che stanno facendo tremare le fondamenta di molte certezze.
Insieme, non solo capiremo come far sopravvivere il tuo brand in questa transizione, ma come farlo prosperare, generando vendite e conversioni reali.
Anche quando tutti gli altri saranno impegnati a inseguire improbabili sigle.
Il traffico dagli LLM converte di più di quello tradizionale?
Partiamo dal piatto forte, quello che ti interessa di più: le vendite.
Per mesi ci hanno raccontato una storia meravigliosa: il traffico proveniente da assistenti IA come ChatGPT o Gemini è “più qualificato”, “più consapevole”, e quindi converte di più.
L’utente ha già fatto la sua ricerca conversazionale, arriva sul tuo sito pronto a comprare.
Suona bene, vero?
Peccato che non sia sempre così.
A svelarlo è stato Will Guevara, Senior SEO Strategist di Amsive, una nota agenzia di marketing digitale.
Invece di fidarsi delle sensazioni, ha fatto quello che ogni buon stratega dovrebbe fare: ha analizzato i dati. E non pochi.
Lo studio, pubblicato il 3 settembre 2025, ha messo sotto la lente 54 siti web di vari settori, con un unico, spietato obiettivo: rispondere alla domanda da un milione di dollari.
Il traffico proveniente dagli LLM converte di più del traffico organico tradizionale?
Il primo risultato sembrava confermare il mito: in media, il tasso di conversione organico era del 4,60%, mentre quello degli LLM era del 4,87%. Un piccolo vantaggio.
Ma le medie, come sa ogni imprenditore, sono diabolicamente ingannevoli.
Analizzando i dati sito per sito, Guevara (dal nome battagliero che ha, era intuibile qualche rivelazione incendiaria!) ha scoperto che questa differenza era “statisticamente non significativa”.
In parole povere? Quel leggero vantaggio era dovuto al caso, non a una tendenza reale.
Ma la vera mazzata arriva quando si parla di volumi. Quanto pesa, oggi, questo fantomatico traffico IA sul totale delle visite al tuo sito?
Secondo Amsive, il traffico organico rappresenta in media il 31,9% delle sessioni e il 33,8% delle conversioni.
Il traffico dagli LLM? Lo 0,24% delle sessioni e lo 0,42% delle conversioni.
Meno dell’1%.
Il traffico generato dagli LLM oggi resta una goccia rispetto al fiume dell’organico. Non può essere la tua unica ossessione, ma nemmeno un fenomeno da archiviare, intendiamoci.
Occorre continuare a presidiare con forza il canale organico, che porta ancora la quota più rilevante di visite e conversioni, e allo stesso tempo sperimentare e ottimizzare anche sul fronte IA.
Solo così, con l’aiuto di un’agenzia SEO esperta, si costruisce una strategia solida, capace di reggere nel lungo periodo.
E ora c’è un altro studio di cui voglio parlarti…
Non solo non converte: ti manda dritto contro un tir (targato “404”)
Ok, potresti pensare: “È poco, e non converte meglio, ma quel poco che arriva sarà almeno di qualità, no?”.
Non è detto neanche questo.
Qui entra in scena il secondo studio, altrettanto devastante, pubblicato il 2 settembre 2025 da Ahrefs, uno dei giganti degli strumenti SEO.
I ricercatori Ryan Law e Xibeijia Guan si sono chiesti: quanto spesso gli assistenti IA “allucinano” e inventano link che non esistono, mandando i tuoi potenziali clienti su una deliziosa pagina di errore 404?
Hanno analizzato 16 milioni di URL. I risultati sono tragicomici.
Gli assistenti IA mandano gli utenti verso pagine 404 2,87 volte più spesso di quanto non faccia Google Search.
Il peggiore della classe?
Proprio lui, ChatGPT, il più popolare.
Ben l’1,01% dei link cliccati da ChatGPT porta a un errore.
Sembra poco?
Pensa che il tasso di errore di Google è dello 0,15%.
Quando Ahrefs ha analizzato tutti i link citati dall’IA, la percentuale di 404 per ChatGPT è schizzata al 2,38%!
Quindi, ricapitoliamo: stiamo parlando di un canale che pesa meno dell’1% del tuo traffico e non converte meglio dell’organico.
E quel misero 1% ha una probabilità quasi tre volte superiore di spedire il cliente contro un muro.
Che ne dici ora?
I motori di risposta IA non sembrano proprio la manna dal cielo che ti raccontano?
Un consulente SEO oggi deve lavorare su più fronti: continuare a rafforzare la presenza sui motori tradizionali, che restano il vero motore di visite e conversioni, e al tempo stesso sperimentare con intelligenza sul fronte IA.
Non si tratta di scegliere, ma di bilanciare: servono visione, realismo e capacità di muoversi con strategia.
La coerenza è la tua vera arma segreta
A questo punto, la domanda sorge spontanea:
“Allora che faccio? Dimentico l’IA e torno a fare SEO come nel 2010?”.
No. Sarebbe un errore altrettanto grave.
La soluzione non è ignorare il cambiamento, ma capire cosa conta davvero, sia per Google che per gli LLM.
E la risposta, oggi più che mai, è una: la coerenza semantica.
Ce lo ricorda Mariachiara Marsella in un approfondimento su SISTRIX.
Google e l’IA non ragionano più per singole “parole chiave”, ma per “campi tematici”.
Per essere considerato autorevole, e quindi visibile, il tuo sito deve dimostrare una profonda e coerente competenza su un argomento specifico.
L’esempio di Marsella è perfetto: immagina il tuo ristorante vegetariano preferito. Se un giorno, per la “Festa della Bistecca”, si mettesse a servire carne, tu, cliente fedele, resteresti perplesso.
I carnivori, d’altra parte, non si fiderebbero. Un disastro.
Il tuo sito web è quel ristorante.
Se per anni hai parlato di finanza e improvvisamente pubblichi articoli sul gossip solo per inseguire click facili, stai dicendo a Google: “Non sono un vero esperto”.
E la tua visibilità, costruita con fatica, crollerà.
Brand, fiducia e multicanalità: presidia tutti i fronti (nessun escluso)
Qual è, dunque, la strategia concreta per dominare lo scenario attuale e prepararsi al futuro?
La risposta non è stravolgere tutto per inseguire i fantasmi dell’intelligenza artificiale, quel rivolo d’acqua che, dati alla mano, non sposta ancora gli equilibri del tuo business.
La vera rivoluzione, la mossa da maestro, è tornare a costruire un brand solido, basato su competenza e fiducia.
Significa rinforzare le fondamenta della tua SEO, concentrando ogni sforzo sulla costruzione di un’autorità tematica incrollabile e pensando come un editore esigente, non come un venditore di fumo.
Certo, significa anche fare una piccola e intelligente manutenzione, monitorando quel minimo traffico IA per correggere i link “allucinati”, ma il cuore della questione è un altro: serve puntare verso una strategia multicanale integrata.
Il tuo brand deve essere una presenza autorevole e indiscutibile, sia che un cliente ti cerchi sulla pagina dei risultati di Google, sia che ponga una domanda a un motore di risposta basato sull’IA.
Non si tratta di scegliere, ma di dominare entrambi i campi da gioco con un’unica, coerente visione.
La chiave non è inseguire l’ultimo acronimo tecnologico. È tornare a costruire un brand solido, basato su competenza e fiducia.
Il traffico organico rimane il tuo asset più prezioso e la coerenza tematica è la tua polizza assicurativa per il futuro. Occorre certamente conquistare le IA, far sì che gli LLM consiglino il tuo brand tra tanti competitor, ma senza buttare a mare quanto di buono fin qui hai fatto.
Il resto, per ora, è solo allarmismo.
Se senti che è giunto il momento di costruire un vantaggio competitivo duraturo, rivolgiti alla mia agenzia SEO.
Il traffico proveniente dalle IA non aumenta e non vende come pensi: Domande Frequenti
Il traffico proveniente dagli LLM converte meglio del traffico organico?
No, i dati dimostrano che non esiste una differenza significativa. Secondo uno studio condotto da Amsive su 54 siti web, il tasso medio di conversione degli LLM (4,87%) non è statisticamente superiore a quello dell’organico (4,60%).
Quanto pesa oggi il traffico dagli LLM rispetto al traffico organico?
Il traffico generato dagli LLM rappresenta meno dell’1% delle visite complessive. Lo studio di Amsive evidenzia che gli LLM incidono per lo 0,24% delle sessioni e lo 0,42% delle conversioni, contro il 31,9% e il 33,8% dell’organico.
Gli assistenti IA generano errori nei link condivisi?
Uno studio di Ahrefs mostra che ChatGPT porta gli utenti a un errore 404 nell’1,01% dei casi, un tasso sei volte superiore a quello di Google Search (0,15%). In generale, gli assistenti IA allucinano link molto più spesso rispetto ai motori di ricerca tradizionali.
Capisco bene il vostro punto di vista. L’organico rimane una base solida, ma integrare gli LLM con attenzione è il passo saggio per il futuro.
Confermo, l’organico resta la spina dorsale. Puntare tutto su nuove tecnologie senza basi solide mi sembra poco realistico per chi cerca risultati concreti.
Condivido l’analisi sul predominio dell’organico per le conversioni. L’affidabilità e l’autorità che si costruiscono nel tempo superano ancora la volatilità dei contenuti generati dall’IA. Resta da capire quale sarà il punto di equilibrio futuro.
Ma dai, chi si aspettava diversamente? L’organico ha sempre regnato sovrano. Queste chiacchiere sugli LLM sono solo fumo negli occhi per chi non sa dove mettere le mani. Meglio concentrarsi sul concreto, no?
Ma dai, il 404 dai chatbot? È una barzelletta. La gente vuole contenuti utili, non link rotti. La SEO regna ancora, punto. Chi la pensa diversamente è un ingenuo.
La ricerca della scorciatoia ci acceca, ma il sostrato autentico rimane la solidità. D’altronde, cosa resta se non ciò che abbiamo costruito con fatica?
Capisco il tuo scetticismo, Francesco. Il dato degli errori 404 è preoccupante e mi fa riflettere su quanto l’affidabilità sia ancora un punto debole. Forse la vera sfida è riuscire a far coesistere queste nuove tecnologie con la solidità dell’organico, anziché vederle come alternative.
Un punto di vista lucido. La fiducia si costruisce con contenuti validi, non con scorciatoie effimere.
Ma davvero? Pensavo che queste “novità” portassero chissà quali guadagni. Alla fine, si torna sempre al solito fumo negli occhi. Meglio fidarsi di quello che funziona da sempre, il resto è aria fritta.
Giusto. Meglio concentrarsi su quel traffico che converte davvero, lasciando gli LLM a fare da comparse.
Certo, certo, chi si illude è solo lui. Pensavo fosse ovvio che affidarsi a qualcosa di così nuovo per le vendite fosse una mossa azzardata, ma ognuno ha il suo modo di imparare, immagino.
Capisco il punto sulla qualità del traffico. Per me, è sempre stata la lead qualificata a fare la differenza, più che il volume puro. Vedremo come si evolveranno queste piattaforme.
Concordo pienamente! Concentrarsi sull’organico e sulla qualità del traffico resta la via maestra per risultati concreti. L’IA è uno strumento, non la panacea. Dobbiamo imparare a usarla saggiamente, senza perdere di vista ciò che funziona davvero.