Google mette un freno a Gemini: l’AI di qualità ora ha un prezzo

Anita Innocenti

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Google restringe l’accesso a Gemini: cinque prompt gratuiti al giorno o abbonamenti fino a 250 dollari per sbloccare il pieno potenziale dell’AI

Google ha finalmente chiarito i limiti di utilizzo del suo assistente AI, Gemini. La versione gratuita è ora ristretta a soli cinque prompt al giorno, spingendo gli utenti verso i piani a pagamento, come Google AI Pro e Ultra, che offrono un numero di prompt significativamente maggiore. Anche gli sviluppatori che usano le API di Gemini si trovano di fronte a nuove restrizioni basate sulla spesa, segnando la fine dell'era dell'AI illimitata.

La festa è finita: Google mette un freno a Gemini

Finalmente Google ha deciso di mettere le carte in tavola, mettendo fine a mesi di incertezza su quanto si potesse realmente usare il suo assistente AI, Gemini. Se anche tu, come tanti, ti sei trovato a lavorare con il dubbio di colpire un muro invisibile, sappi che ora le regole sono scritte nero su bianco.

Fino a ieri era un terno al lotto, con avvisi vaghi che parlavano di possibili “limiti al numero di prompt e conversazioni”, ma senza mai dare un numero preciso. Diciamocelo, una situazione che lasciava parecchio amaro in bocca e rendeva difficile affidarsi seriamente allo strumento per lavori complessi.

Ora la musica è cambiata.

Come descritto da The Verge l’azienda ha aggiornato la sua documentazione ufficiale, rivelando un sistema di limiti che traccia una linea netta tra chi usa il servizio gratuitamente e chi è disposto a pagare.

Per gli utenti della versione gratuita di Gemini 2.5 Pro, il limite è fissato a soli cinque prompt al giorno.

Sì, hai letto bene, cinque.

A questo si aggiungono cinque domande per la funzione Deep Research e la possibilità di generare 100 immagini. Parliamoci chiaro: 5 prompt al giorno sono un assaggio, e neanche troppo generoso, una mossa che serve soprattutto a farti capire cosa potresti avere, spingendoti verso i piani a pagamento.

Il messaggio è forte e chiaro: il vero potenziale si sblocca solo pagando.

Ma a che prezzo, e con quali benefici reali?

Apri il portafoglio e ti darò più prompt

Se decidi di passare al piano Google AI Pro, per circa 20 dollari al mese, il salto è notevole. Si passa a 100 prompt al giorno con Gemini 2.5 Pro, mille immagini generate con l’AI, tre video con Veo 3 Fast e venti report tramite Deep Research.

Per chi invece punta al massimo, il piano Google AI Ultra da quasi 250 dollari al mese alza l’asticella a 500 prompt giornalieri.

Una differenza abissale che però solleva una domanda.

È una mossa generosa o una strategia calcolata per segmentare il mercato e monetizzare al massimo?

Questa spinta verso la trasparenza, come riportato da TechBuzz.ai, non è un caso isolato. È la risposta di Google a un mercato sempre più competitivo, dove anche i rivali come OpenAI e Microsoft hanno dovuto chiarire le proprie regole del gioco dopo le lamentele degli utenti.

La strategia di Google, però, sembra particolarmente aggressiva sul fronte gratuito, quasi a voler dire che l’intelligenza artificiale di alto livello non è più un bene per tutti, ma un servizio premium. Questo posizionamento potrebbe allontanare gli utenti occasionali o chi sperava di integrare l’AI nel proprio flusso di lavoro senza dover subito mettere mano al portafoglio.

Ma la mossa di Google non si ferma ai semplici utenti come te e me.

C’è un’altra partita, ben più grande, che si gioca dietro le quinte e che riguarda chi, con l’AI, ci costruisce prodotti e servizi.

Non solo utenti: la stretta arriva anche per gli sviluppatori

Oltre ai limiti per gli utenti finali, Google ha anche chiarito le regole per gli sviluppatori che usano le API di Gemini. Come si legge direttamente sulla loro documentazione, sono stati introdotti limiti tecnici basati su richieste al minuto (RPM), token al minuto (TPM) e richieste al giorno (RPD).

Questi paletti non sono uguali per tutti, ma dipendono da quanto un’azienda spende complessivamente sui servizi cloud di Google.

In pratica, più paghi, più puoi usare.

Una logica di business ferrea, che lega a doppio filo l’utilizzo dell’AI all’intero mondo di Google Cloud.

Questa mossa, nel complesso, segna la fine dell’era pionieristica dell’AI generativa, quella della “corsa all’oro” in cui tutto sembrava gratuito e illimitato.

Oggi i giganti della tecnologia stanno presentando il conto.

Le lamentele di alcuni utenti avanzati, come programmatori o ricercatori, che trovano insufficienti persino i 100 prompt giornalieri del piano Pro per i loro carichi di lavoro, dimostrano che questi limiti non sono casuali. Sono studiati per spingere le aziende e i professionisti più esigenti verso contratti enterprise ancora più costosi.

La chiarezza è finalmente arrivata, ma porta con sé la consapevolezza che l’intelligenza artificiale di qualità ha un prezzo, e Google sembra intenzionata a farlo pagare fino all’ultimo centesimo.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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