Google ritira la Core Web Vitals CrUX Dashboard: la fine di un’era per SEO e sviluppatori

Anita Innocenti

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L’addio alla CrUX Dashboard: una decisione che punta alla scalabilità, ma che potrebbe accentrare ulteriormente il controllo dei dati nelle mani di Google

Google ha annunciato la chiusura della storica Core Web Vitals CrUX Dashboard entro novembre 2025, segnando la fine di un'era per SEO e sviluppatori. Ufficialmente per problemi di scalabilità, la mossa spinge verso le API e strumenti proprietari come CrUX History API e CrUX Vis. Questo consolidamento mira a centralizzare i dati, richiedendo agli esperti di adattarsi ai nuovi metodi di misurazione delle performance web.

La motivazione ufficiale? scalabilità. ma è tutta la verità?

La versione di Google è semplice e diretta: la vecchia dashboard era un disastro tecnico.

Come descritto da Search Engine Journal, soffriva di “frequenti interruzioni, specialmente intorno al secondo martedì di ogni mese, quando venivano pubblicati i nuovi dati”.

In pratica, la tecnologia su cui era costruita non reggeva il carico, costringendo il team di Chrome a un monitoraggio continuo e a un dispendio di energie che, evidentemente, hanno ritenuto eccessivo. Una struttura fragile che, ammettono, non era pensata per un uso così diffuso.

Diciamocelo, la spiegazione tecnica regge. Ma è difficile non notare come questa “pulizia” faccia comodo a Google per centralizzare ancora di più gli strumenti e i dati nel proprio perimetro.

Chiudere un tool pubblico e un po’ zoppicante per spingere tutti verso le proprie API e le nuove piattaforme è una mossa strategica che va oltre la semplice manutenzione.

Si chiude una porta a cui eravamo abituati, e per aprirne un’altra bisogna, ancora una volta, seguire le loro indicazioni.

E mentre ci spingono verso i loro nuovi strumenti, il dubbio sorge spontaneo:

è un’evoluzione pensata per noi o, prima di tutto, per loro?

Ecco i “sostituti”: più dati, ma anche più controllo

Ovviamente, Google non ci lascia a piedi. Anzi, ci offre alternative presentate come nettamente superiori.

Da un lato c’è la CrUX History API, che fornisce dati su base settimanale anziché mensile, un bel passo avanti per chi monitora le performance con attenzione. Dall’altro c’è CrUX Vis, uno strumento più veloce e scalabile che, secondo i dati di Google, sta già ricevendo un traffico quattro o cinque volte superiore rispetto alla vecchia dashboard.

Questa transizione, però, non è un caso isolato. Ricorda molto da vicino la recente pensione della Web Vitals Chrome extension, le cui funzionalità sono state assorbite completamente nei DevTools del browser.

Lo schema si ripete: si elimina uno strumento esterno e si integra tutto in casa.

Più comodo?

Forse.

Ma è anche un modo per legare ancora di più i professionisti all’ambiente di sviluppo di Google, rendendo le sue piattaforme non una delle opzioni, ma l’opzione principale.

Si tratta di una strategia di consolidamento chiara, che ridisegna il modo in cui misuriamo il web e che, di fatto, riduce la frammentazione degli strumenti a favore di un’unica regia.

Cosa significa questo per te, che lavori sul campo ogni giorno?

La reazione della community non si è fatta attendere. C’è chi ha chiesto a Google di posticipare la chiusura al 2026 per avere più tempo per adattarsi, ma la risposta è stata un secco no. La scadenza di novembre 2025 è definitiva.

Quindi, per te che ogni giorno lavori su LCP, INP e CLS, la strada è una sola: migrare ai nuovi strumenti.

Non c’è scelta.

Il set di dati su BigQuery, per fortuna, rimane pubblico e accessibile, ma il modo di visualizzarlo e interrogarlo cambia.

Questo non significa che i Core Web Vitals perdano importanza, anzi. I dati del CrUX Report di luglio 2025, disponibili su developer.chrome.com, mostrano che il 53% delle origini tracciate rispetta tutte le soglie, con un leggero miglioramento rispetto al mese precedente. Questi parametri restano un fattore di ranking e, soprattutto, un indicatore fondamentale della qualità dell’esperienza utente. Google sta solo cambiando il cruscotto della macchina, ma il motore e la destinazione restano gli stessi.

Alla fine, che ci piaccia o no, quando Google cambia le regole del gioco, a noi non resta che imparare in fretta la nuova partita.

La buona notizia?

I principi di base non cambiano: un sito veloce, reattivo e stabile per chi naviga vince sempre.

Ora, semplicemente, dovremo misurarlo con un righello diverso.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

3 commenti su “Google ritira la Core Web Vitals CrUX Dashboard: la fine di un’era per SEO e sviluppatori”

  1. Capisco la mossa di Google per la scalabilità, ma mi puzza un po’ di accentramento dati. Chi controlla i dati, controlla il gioco. Bisognerà trovare nuovi modi per analizzare le performance, il che non è male per chi è furbo. Cosa ne pensate?

  2. Solita storia: prima ci danno uno strumento, poi ce lo tolgono con la scusa della scalabilità. Alla fine, chi ci rimette siamo sempre noi che dobbiamo adattarci ai loro nuovi capricci. Quello che mi chiedo è: a chi giova veramente questa centralizzazione dei dati?

    1. Interessante questa mossa di Google. Scalabilità, certo. Ma mi chiedo se questa mossa non finisca per legarci ancora di più ai loro strumenti, rendendo l’indipendenza un lusso per pochi.

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