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Contattaci ora →Dietro le quinte del CMS più utilizzato al mondo, un annuncio scatena una tempesta di accuse e contestazioni legali, rivelando tensioni latenti nella community di WordPress
Una tempesta scuote WordPress. L'annuncio del Core Program Team da Mary Hubbard ha scatenato la reazione di Jenni McKinnon, con accuse di violazioni legali e contestazione dell'autorità. Ciò ha trasformato il riassetto in una crisi di governance, rivelando tensioni latenti legate a frustrazioni del team di documentazione e dinamiche di potere.
Un nuovo team accende la miccia
Tutto è iniziato con un annuncio di Mary Hubbard, la direttrice esecutiva di WordPress. Il 15 settembre ha presentato al mondo un nuovo “Core Program Team“, una squadra pensata, sulla carta, per migliorare il coordinamento tra i vari gruppi di contributori.
L’obiettivo dichiarato era nobile: “rafforzare la coordinazione”, “migliorare l’efficienza” e “rendere più semplice contribuire”.
Hubbard ha messo subito le mani avanti, specificando che questo team non avrebbe dettato la linea sul prodotto, lasciando autonomia alle singole squadre.
Un’iniziativa per oliare gli ingranaggi, insomma.
Peccato che qualcuno, quell’olio, l’abbia visto come benzina sul fuoco.
La risposta che ha spiazzato tutti
La reazione non si è fatta attendere e ha avuto la delicatezza di un macigno in uno stagno. Jenni McKinnon, membro del team di documentazione, ha pubblicato una risposta al vetriolo (poi rimossa) che ha lasciato tutti a bocca aperta.
Niente critiche costruttive o dubbi pacati.
No, qui si è passati direttamente a contestazioni legali e accuse pesantissime.
McKinnon ha dichiarato che l’annuncio violava una “revisione legale e procedurale in corso” e che lei stessa stava supervisionando la faccenda in virtù di un non meglio specificato ruolo ufficiale, come descritto da Search Engine Journal.
Il carico da novanta è arrivato subito dopo: “Mary Hubbard non detiene alcuna autorità valida in questa materia”, ha scritto, definendo ogni sua decisione “proceduralmente invalida”.
Una vera e propria dichiarazione di guerra, pubblica e senza filtri, che ha trasformato un riassetto organizzativo in una crisi di governance.
Ma come si è arrivati a un punto di rottura così violento e pubblico?
Quando il vaso è già pieno, basta una goccia
Questa esplosione non nasce dal nulla. Le radici del malcontento affondano in episodi precedenti, in particolare nella frustrazione del team di documentazione.
Già il 10 settembre, un’altra contributrice, Estela Rueda, aveva lamentato l’esclusione dei responsabili della documentazione dalla squadra di rilascio di WordPress 6.9.
Un segnale, a suo dire, devastante.
“La documentazione non è un optional, è un requisito di sopravvivenza”, aveva scritto, sottolineando come questa scelta comunicasse ai nuovi arrivati che il loro lavoro non li avrebbe mai portati ai vertici.
La McKinnon aveva appoggiato questa linea, rincarando la dose e parlando di “comportamenti da setta”.
È evidente che il problema non era il nuovo team, ma un malessere profondo legato a burnout, scarso riconoscimento e dinamiche di potere poco chiare.
La situazione è degenerata al punto che la leadership del team di documentazione ha dovuto chiedere alla stessa McKinnon di farsi da parte.
La polvere, per ora, è stata messa sotto il tappeto.
Ma la domanda resta:
quanto è solido un progetto così mastodontico se le sue fondamenta, fatte di volontari, scricchiolano in questo modo?
Mi chiedo se la creazione di nuovi team, anche con buone intenzioni, non finisca per accentuare le tensioni esistenti. La governance di un progetto così vasto necessita di un equilibrio delicato, altrimenti si rischia di generare più attriti che efficienza.
A volte, per risolvere un problema, si finisce per crearne uno più grande. Spero che questa confusione serva a qualcosa.
Ma guarda un po’, ennesima riorganizzazione che scatena polemiche. Si parla di coordinamento e efficienza, ma dalle parole di McKinnon emergono vecchie ruggini. Chissà se questo nuovo “team” risolverà qualcosa o creerà solo più caos. Le premesse non sono delle migliori, direi.
Leggere di questi litigi interni mi mette un’ansia tremenda. Come si fa a costruire qualcosa di solido con queste tensioni?
Ma che sorpresa, un altro team per “migliorare le cose” che crea solo casini. La solita commedia all’italiana, anche con il CMS più usato. Non imparano mai, eh?
Ciao Melissa, capisco la tua preoccupazione. Spero che la chiarezza e il dialogo possano riportare serenità nel progetto. La collaborazione è la chiave, no?
Ma figuriamoci se pensavano di risolvere qualcosa con un altro team. Solita storia di poltrone e chi comanda. Pensano di fare i geni ma sono solo capaci di creare casini. Che mondo è questo?
Le dinamiche di potere sono un’ombra persistente, anche nei progetti apparentemente collaborativi. Vedere emergere queste frizioni, che minano la fiducia, lascia un retrogusto amaro. Ci si chiede se la ricerca di una struttura possa, inavvertitamente, creare più divisioni di quante ne risolva.
Se il nuovo team nasce per dare ordine, ma scatena litigi, c’è qualcosa che non quadra. Le decisioni dovrebbero unire, non dividere.
Ma che succede con WordPress? Sembra ci sia un bel casino, chi ci capisce più niente con questi litigi?