Claude 4 lavora per 24 ore di fila: Anthropic fa all-in

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Dalle partite a Pokémon all’automazione del codice: ecco come l’ultima IA di Anthropic punta a ridefinire i limiti dell’intelligenza artificiale e a competere con OpenAI.

Anthropic lancia Claude 4, un'IA che promette 24 ore di autonomia, superando i limiti di concentrazione attuali. Testato con successo su Pokémon Red e nel refactoring codice, mira a rivoluzionare i compiti lunghi e ripetitivi nel business. L'innovazione sfida OpenAI sulla specializzazione, ma i costi elevati sollevano interrogativi sulla sua reale accessibilità per le aziende.

Claude 4 lavora per 24 ore di fila: lo stakanovismo dell’IA

Parliamoci chiaro.

Da mesi sentiamo parlare di intelligenze artificiali sempre più potenti, ma il vero limite, quello di cui pochi parlano, è la loro capacità di mantenere la concentrazione. Dopo un’ora, due al massimo, la maggior parte di questi sistemi inizia a perdere il filo del discorso, a dimenticarsi le istruzioni. Ora Anthropic arriva e sbatte sul tavolo il suo nuovo Claude 4, un modello che, a detta loro, può lavorare ininterrottamente per un’intera giornata.

Ma è davvero la svolta che stavamo aspettando o l’ennesima mossa in una partita a scacchi giocata sulla pelle delle nostre aziende?

Stando ai fatti, i risultati sono a dir poco impressionanti. Il team di Anthropic ha messo alla prova la sua creatura in un modo piuttosto singolare: l’ha fatta giocare a Pokémon Red. Ebbene, non solo ha giocato, ma lo ha fatto per oltre 24 ore consecutive, mantenendo una coerenza strategica che fino a ieri sembrava fantascienza.

Ma i videogiochi, si sa, lasciano il tempo che trovano nel mondo del business. È qui che entra in gioco il test di Rakuten, dove Claude 4 ha gestito in autonomia complesse operazioni di refactoring del codice per sette ore di fila, senza bisogno di alcun intervento umano.

Capisci la portata?

Un’IA che non si “stanca” e non perde il contesto dopo pochi minuti potrebbe cambiare le regole per compiti lunghi e noiosi. Ma prima di stappare lo spumante, vale la pena farsi una domanda fondamentale: a chi serve davvero un’IA che gioca a Pokémon per un giorno intero?

Dietro la demo: qual è il vero valore per il tuo business?

Ed è proprio qui che il discorso si fa più complesso. Anthropic, con una mossa astuta, sta cercando di ritagliarsi uno spazio preciso nel mercato, puntando non tanto a superare OpenAI sulla potenza bruta, quanto sulla resistenza e l’affidabilità per compiti specifici. L’idea che ti vendono è quella di un assistente instancabile che si occupa del 30% del tuo lavoro, quello ripetitivo e poco gratificante.

E diciamocelo, a chi non piacerebbe?

Il punto, però, come emerge dall’articolo di Ars Technica, è un altro.

Implementare una tecnologia del genere non è una passeggiata. Stiamo parlando di investimenti che, per un’azienda di medie dimensioni, possono superare i 500.000 dollari l’anno solo per l’addestramento e la personalizzazione del modello. Senza contare la necessità di infrastrutture potenti e la conformità con normative sempre più stringenti come l’EU AI Act.

La domanda sorge spontanea: stiamo assistendo a un progresso genuino e accessibile o a una nuova, costosissima corsa agli armamenti tecnologici in cui solo i giganti possono permettersi di competere?

Mentre le multinazionali sbandierano questi risultati, il rischio per te, imprenditore, è quello di farsi abbagliare dalla novità, investendo risorse preziose in una tecnologia che forse non è ancora matura per le tue reali esigenze.

E mentre tu cerchi di capire se il gioco vale la candela, la competizione non sta certo a guardare.

La sfida a OpenAI è aperta: cosa significa per il mercato?

Non giriamoci intorno: il lancio di Claude 4 è un guanto di sfida diretto a OpenAI e Google.

Sebbene GPT-4o mantenga ancora un vantaggio nelle valutazioni generali, la mossa di Anthropic sposta l’attenzione su un campo di battaglia diverso: la specializzazione e l’autonomia prolungata. Questo significa che il mercato si sta frammentando e, in futuro, non ci sarà più “l’IA migliore” in assoluto, ma quella più adatta a un determinato compito.

Per te, questo si traduce in una maggiore complessità. Non basterà più scegliere uno strumento, ma dovrai costruire una strategia integrata, magari usando Claude per l’analisi di documenti legali che richiede ore, e un altro modello per la creatività o il customer service. In questo contesto, l’annuncio di Anthropic non è tanto una soluzione definitiva, quanto un campanello d’allarme: il mondo dell’IA sta accelerando e specializzandosi a una velocità spaventosa.

Ignorarlo non è un’opzione, ma buttarsi a capofitto senza una strategia chiara è il modo migliore per sprecare tempo e denaro.

La vera abilità, ora più che mai, non sta nell’adottare l’ultima tecnologia, ma nel capire come e se questa possa davvero servire a raggiungere i tuoi obiettivi.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

20 commenti su “Claude 4 lavora per 24 ore di fila: Anthropic fa all-in”

  1. Bene, 24 ore di fila. Almeno qualcuno ci pensa a far lavorare le macchine senza pause. Ma chi paga il conto di tutta questa “resistenza”? Mi sa che siamo sempre noi quelli che finiscono per pagare il prezzo di certe “avanzate”.

    1. Marco, la tua osservazione sui costi è pertinente. Questa maggiore autonomia AI, sebbene promettente per compiti lunghi, solleva interrogativi sulla sostenibilità economica. Sarà davvero un passo avanti per tutti o solo per pochi?

      1. Oh, Anthropic e le sue fantasie da maratoneta digitale. 24 ore di fila? Bel giochetto, ma poi chi paga il conto di questa “resistenza” artistica? Temo che per la maggior parte di noi resterà un bel vedere, mica uno strumento da battaglia.

    2. Andrea Ruggiero

      Un’IA che “resiste” 24 ore? Davvero impressionante, ma il conto finale per queste prestazioni continue mi lascia perplesso.

  2. Chiara Barbieri

    Ventiquattro ore di fila? Ottimo, così potrà imparare a fare il caffè senza bruciarlo, cosa che a molti umani riesce ancora difficile. Speriamo solo che il prezzo non sia commisurato alle sue “ore di punta”, altrimenti finiremo tutti a fare i caffè noi.

  3. Alberto Parisi

    Tutta questa enfasi sulla “resistenza” è ridicola. Ma chi se ne frega se sta acceso 24 ore se poi fa errori banali? La vera intelligenza non sta nelle ore di lavoro.

  4. Simone Rinaldi

    Vedo che anche questa volta si punta sulla “resistenza” dell’IA. 24 ore di fila, eh. Peccato che poi si perda il filo del discorso o si commettano errori banali, come già visto. Alla fine, è solo un altro giocattolo costoso che promette miracoli. Mi chiedo se valga la pena tutto questo affanno.

    1. Alessandro Lombardi

      24 ore di autonomia? Pare quasi un’eternità per un computer! Chissà se riusciranno davvero a evitare le solite sviste che si accumulano col tempo.

  5. Questa cosa delle 24 ore è un dettaglio, mica la sostanza. L’intelligenza vera non si misura in resistenza, ma in qualità. Staremo a vedere se questo Claude 4 saprà davvero pensare o solo fare il turno lungo.

  6. Interessante questo Claude 4. La resistenza è un aspetto, ma la vera questione è se questa continuità si traduce in efficacia reale o solo in un dispendio energetico notevole. Per ora, le mie macchine non ne hanno bisogno.

  7. Silvia Graziani

    Ah, il mito del lavoro indefesso. Pensano di risolvere tutto con la resistenza, ma la vera sfida non è quanto stanno accese, ma cosa producono. E se poi si rompono? Che fine fanno le 24 ore?

    1. Giada Mariani

      24 ore? Patetico. L’automazione va ben oltre la mera resistenza. La vera sfida è l’intelligenza, non la stanchezza dei circuiti. Chi pensa sia un traguardo, evidentemente, non ha mai creato nulla di valore.

    2. Antonio Barone, capisco la tua perplessità sui costi. Se l’IA lavora così a lungo, a cosa servirà poi il nostro tempo?

  8. Riccardo Cattaneo

    Ma certo, il futuro è fatto di macchine che non dormono mai. Ottimo per chi non ha voglia di pensare, immagino. Che poi, a chi servirà ‘sta roba veramente?

    1. Paola Caprioli

      Questa capacità di lavorare a lungo è… particolare. Chissà quanto poi si riesce a fare affidamento su un’IA che non ha pause. Le aziende che punto su questo, saranno poi in grado di sostenere i costi che immagino siano alti?

  9. Ventiquattr’ore filate di IA concentrata? Che meraviglia, così almeno non ci dobbiamo preoccupare di farle fare pause caffè. E poi, che ne sarà di noi poveri mortali che abbiamo bisogno di dormire? Speriamo almeno che ci dia una mano con le scartoffie.

    1. Altro giro, altra corsa. Prima pensavano a farle giocare ai videogiochi, ora a farle lavorare senza sosta. Già ci siamo persi il sonno con i videogiochi, figuriamoci col lavoro. Chissà se poi chiederanno anche gli straordinari.

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