Il gap tra i due servizi resta enorme, ma la nuova funzione di acquisti lanciata da OpenAI mostra una chiara intenzione strategica di allargare il proprio raggio d’azione
📌 TAKE AWAYS
Google domina ancora la ricerca con numeri schiaccianti, ma ChatGPT ha lanciato una funzione di shopping che stupisce per efficacia.
I tassi di conversione sono quasi nove volte superiori a quelli di Google.
Si apre così un nuovo scenario competitivo che tocca anche Amazon e Shopify.
Hai mai sentito parlare della “mossa Kansas City”?
È un termine preso dal film Slevin – Patto Criminale e indica una strategia di distrazione: mentre tutti guardano da una parte, il colpo arriva dall’altra.
Una manovra imprevedibile, pensata per sorprendere e spiazzare l’avversario.
Ed è proprio quello che sta accadendo oggi: Google è concentrata sulla ricerca conversazionale e le innovazioni delle sue IA, ma ChatGPT ha scelto di cambiare passo, spostando l’attenzione verso lo shopping, stupendo i suoi competitor, tra cui il colosso di Mountain View.
Facciamo ordine nel caos. Da un lato, i numeri dicono che la partita sulla ricerca non è nemmeno iniziata: Big G è ancora 210 volte più grande della creatura di OpenAI.
Tutto il traffico generato dalle intelligenze artificiali, messo insieme, non arriva nemmeno all’1% del traffico web totale.
Fine della storia?
Nemmeno per sogno.
Dall’altro lato, mentre Google ottimizza il suo impero, ChatGPT sta costruendo un mondo nuovo.
Ha lanciato una funzione di Shopping che trasforma le chiacchierate in acquisti, con tassi di conversione quasi 9 volte superiori a quelli di Google, secondo Seer Interactive.
Non sta solo rispondendo a domande, sta creando un nuovo canale di vendita, talmente qualificato che presto potrebbe diventare un serio concorrente per Amazon e Shopify. E si vocifera che la pubblicità sia il prossimo passo.
Quindi, qual è la mossa giusta per il tuo brand?
Ignorare l’IA perché i numeri sono ancora piccoli, o buttare all’aria la strategia SEO che ti porta clienti oggi per inseguire un futuro incerto?
La risposta non è “o l’uno o l’altro”.
È capire come usare la stabilità di Google per finanziare l’esplorazione dell’IA.
In questo articolo non troverai profezie, ma un’analisi fredda dei dati per darti una strategia chiara: come affrontare il presente e sfruttare al meglio ciò che verrà.
Il gigante e la startup: una questione di prospettiva
Partiamo da una doccia fredda di realtà, servita da Rand Fishkin, co-fondatore di SparkToro e uno che i numeri del web li conosce come le sue tasche.
Mentre il mondo parla di ChatGPT come del nuovo sovrano della ricerca, i dati raccontano una storia molto diversa.
Ogni giorno, Google gestisce circa 14 miliardi di ricerche.
Un numero quasi incomprensibile.
E ChatGPT?
Circa 66 milioni di prompt che possono essere assimilati a una ricerca.
Fai due conti.
Google è ancora 210 volte più grande di ChatGPT nel campo della ricerca. Non il doppio, non dieci volte. Duecentodieci.
Pensa a questo: tutto il traffico web generato dalle risposte dei modelli linguistici, messi insieme, rappresenta ancora meno dell’1% del totale.
È una fetta di torta talmente piccola che, in confronto, persino un piccolo motore di ricerca attento alla privacy come DuckDuckGo ha un peso specifico maggiore nel portare visitatori ai siti.
Questo significa che l’intelligenza artificiale è una bolla?
Assolutamente no.
Vuol dire che, ad oggi, Google rimane il canale dominante attraverso cui il mondo scopre contenuti, prodotti e servizi.
È la piazza principale della città, mentre ChatGPT è un nuovo, affascinante e chiacchieratissimo locale in una via laterale.
Certo, in alcune nicchie specifiche quel locale può essere molto influente e dettare le mode, ma un’agenzia SEO non può basare l’intera strategia di visibilità sui motori di risposta IA ignorando la ricerca organica.
Anche perché, come ti ho scritto qui, ChatGPT usa sempre più Google per le sue risposte!
Quando l’Intelligenza Artificiale cambia idea (bruciando 5 miliardi…)
Mentre Google resta il colosso, il mondo dell’IA è in fermento (ma è tutto tranne che stabile).
E, a proposito di questo, vorrei parlarti di una cosa molto interessante su cui mi son imbattuto nella mia ricerca quotidiana di spunti interessanti su LinkedIn.
Arrivo al punto.
Fino a poco tempo fa, la strategia non ufficiale per apparire nelle risposte di ChatGPT sembrava essere “fatti citare su Reddit”, ricordi?
Per mesi, il social network è stato una delle fonti preferite dal chatbot di OpenAI, tanto che molti SEO avevano iniziato a costruire complesse strategie basate sui forum di discussione.
Poi, l’11 settembre 2025 qualcosa è cambiato.
Come notato dall’esperto Thomas Peham, le citazioni di Reddit nelle risposte di ChatGPT sono crollate, passando da quasi il 10% a un misero 2%.
Insieme a Reddit, anche Wikipedia ha visto un calo drastico delle sue menzioni.
Le ipotesi sono due.
La prima, più pragmatica, è che OpenAI stia cercando di risparmiare: ogni ricerca sul web che il modello fa ha un costo computazionale, e ridurle è un modo per tagliare le spese.
La seconda, più strategica, è che l’azienda stia “pulendo” e diversificando le sue fonti.
Forse si sono resi conto che dipendere eccessivamente da due sole piattaforme (Reddit e Wikipedia) era rischioso e limitante, e ora stanno dando più spazio alla “coda lunga” di siti web.
Qualunque sia la ragione, il risultato è stato un terremoto.
Come ha sottolineato Mark Williams-Cook, veterano della SEO, con il crollo delle citazioni Reddit ha perso circa 5 miliardi di dollari di valore di mercato.
Questo per farti capire come aspetti che sembrano così astratti possano avere conseguenze anche dirompenti nel mondo reale.
Insomma, il messaggio è potentissimo: non puoi costruire una strategia di marketing duratura inseguendo l’ultima “cosa luccicante”, per dirla con Williams-Cook.
Se la tua unica tattica è capire come funziona l’algoritmo oggi, inseguendo ogni minima fluttuazione e impercettibile variazione sul brevissimo periodo, sarai condannato a restare sempre un passo indietro.
Un’agenzia SEO lungimirante deve guardare al lungo periodo e non lasciarsi influenzare da cambiamenti contingenti o da tendenze così effimere, per loro stessa natura.
Se vuoi che il tuo brand diventi la risposta preferita degli LLM e che sia consigliato e raccomandato dalle IA, occorre pianificare strategie ben congegnate, non tatticismi dell’ultima ora, utili oggi e domani chissà.
I tuoi link piacciono ancora ai robot?
In questo scenario caotico, dove vecchi giganti e nuove piattaforme si scontrano, una domanda sorge spontanea: ma le vecchie, care fondamenta della SEO contano ancora qualcosa?
E i link, quella moneta di scambio del web che per anni ha determinato l’autorevolezza di un sito, hanno ancora un valore?
La risposta è “sì, certamente”, ma con delle sfumature sorprendenti.
Kevin Indig, in collaborazione con Semrush, ha condotto un’analisi su 35.000 dati per capire come l’intelligenza artificiale “pesa” i link.
Fai attenzione perché i risultati possono essere una guida davvero preziosa per il tuo futuro.
- L’autorevolezza aiuta, ma non è tutto. Avere un profilo di link solido e proveniente da domini autorevoli aumenta le tue chance di essere citato dall’IA. Ma non basta. L’IA guarda anche alla qualità dei contenuti e alla percezione del brand. In pratica: una buona reputazione (link) ti fa entrare al party, ma è quello che dici (contenuti) a farti notare.
- Qualità batte quantità, sempre. Meglio avere dieci link da siti web rispettati e pertinenti al tuo settore che mille link da directory spazzatura. Questo non è cambiato. L’IA, come Google, sa distinguere un link di valore da uno costruito artificialmente.
- La vera sorpresa: anche i link “nofollow” contano. Per anni, i SEO hanno considerato i link “nofollow” (un attributo tecnico che dice ai motori di ricerca di “non seguire” quel link) come meno potenti. L’analisi di Indig mostra che per i modelli AI, un link è un link. Che sia “follow” o “nofollow” non sembra fare una grande differenza. Questo è importante, perché apre nuove possibilità per ottenere menzioni preziose da fonti come testate giornalistiche o forum che usano di default l’attributo nofollow.
- Anche le immagini hanno il loro peso. Un link proveniente da un’immagine (come un logo cliccabile) ha lo stesso, e in alcuni casi maggiore, impatto di un link testuale. Questo rafforza l’importanza di una strategia di branding visuale ben distribuita sul web.
Non solo risposte: ChatGPT ora vuole venderti un maglione
Ma se pensi che OpenAI si accontenti di essere un motore di risposte, ti sbagli di grosso.
L’azienda, che finora è ben lontana dall’essere sostenibile economicamente, ha un disperato bisogno di trovare nuove fonti di ricavo.
E quale mercato più grande e succoso del commercio online?
Recentemente, OpenAI ha trasformato ChatGPT in un “venditore virtuale”.
Grazie a un’integrazione con piattaforme come Etsy (e presto anche Shopify), gli utenti possono acquistare prodotti direttamente all’interno della chat. L’operazione è supportata da Stripe, colosso dei pagamenti, con un sistema chiamato “Instant Checkout”.
L’obiettivo è chiaro: competere con Amazon e Google per le commissioni sugli acquisti.
È una mossa astuta che devi tenere in considerazione.
Il tuo potenziale cliente potrebbe chiedere a ChatGPT “consigliami un regalo originale per un’appassionata di bricolage” e vedersi proporre un prodotto dal tuo negozio Shopify, acquistabile con un click.
L’azienda giura che il ranking dei prodotti non favorirà quelli integrati, ma dipenderà da fattori come prezzo, disponibilità e qualità.
Sarà vero?
Lo vedremo.
Quello che è certo è che si sta aprendo un nuovo campo di battaglia commerciale, e tu devi sapere come funziona.
Per te, che hai un e-commerce, questo è un canale di vendita completamente nuovo, con regole diverse.
Almeno per ora, non puoi pagare per finire in vetrina.
La tua visibilità dipende da fattori come la qualità dei dati del tuo prodotto, le “etichette” tecniche invisibili (il cosiddetto “schema markup”) e i segnali esterni come le recensioni dei clienti.
Tutte cose di cui il tuo consulente SEO dovrebbe averti già parlato…
Poco traffico, ma vendite d’oro: i numeri che contano
A questo punto starai pensando: “Interessante, ma con meno dell’1% del traffico, vale la pena sbattersi?”. Guardiamo i dati, perché è qui che la storia si fa incredibile.
Il traffico proveniente da ChatGPT è ancora un rivolo, è vero.
Ma le conversioni sono un’inondazione.
Uno studio di Seer Interactive ha messo a confronto i tassi di conversione:
- Google Organico: circa l’1,8%.
- ChatGPT Shopping: circa il 15,9%.
Hai letto bene. Significa che, in media, su 100 visitatori che arrivano da una ricerca tradizionale su Google, meno di due comprano.
Su 100 che arrivano da ChatGPT, quasi sedici completano l’acquisto.
Il motivo?
Chi arriva da ChatGPT è un cliente straordinariamente qualificato.
E di questo ti ho già parlato altre volte…
Ma perché chi arriva da ChatGPT compra subito?
Il percorso d’acquisto è completamente diverso.
Su Google un utente cerca “migliore macchina per il caffè”, apre dieci schede e si perde tra recensioni e specifiche.
Su ChatGPT, invece, dialoga.
Chiede “consigliami la migliore macchina per il caffè sotto i 200 euro, silenziosa e facile da pulire”.
ChatGPT non gli dà link, gli spiega i criteri di scelta (pressione, tipo di capsule, materiali) e poi gli presenta 3 modelli che soddisfano le sue richieste, spiegandogli perché li ha scelti.
Così, quando l’utente clicca sul tuo prodotto, ha già superato la fase di valutazione.
Sa che è la scelta giusta per lui ed è pronto a comprare.
Smetti di inseguire dati effimeri, inizia a costruire il tuo futuro
Allora, cosa ti porti a casa da tutto questo?
Non una formula magica, ma una mentalità.
La tua strategia non dovrebbe essere “come appaio su ChatGPT?” o “come scalo la SERP di Google?”
La tua strategia dovrebbe essere: “come costruisco un brand e dei contenuti così autorevoli, utili e affidabili da essere la risposta migliore, a prescindere da chi fa la domanda e su quale piattaforma?”
Google è e rimane il tuo canale di acquisizione principale, su questo non ci piove.
Le fondamenta della SEO – contenuti di qualità che rispondono a un’esigenza reale, un sito tecnicamente impeccabile e un profilo di link autorevole – sono ancora il tuo miglior investimento.
Allo stesso tempo, devi assolutamente rivolgerti a un consulente SEO che monitori il mondo dell’IA.
Che tracci da dove arrivano i tuoi visitatori e sperimenti con la creazione di contenuti che possano essere facilmente “digeriti” e citati da un modello linguistico.
Perché alla fine, che si tratti di Google o di una rete neurale di OpenAI, entrambi cercano la stessa cosa: l’autorità.
E l’autorità non si costruisce inseguendo le mode.
Si costruisce mattone su mattone, con competenza, coerenza e valore.
Ragiona in questo modo e vedrai che saranno le IA a inseguire te (nel senso buono!)
Se vuoi iniziare già oggi a conquistare i nuovi motori di risposta e gli LLM e, allo stesso tempo, consolidare la tua SEO, scrivi alla mia agenzia.
ChatGPT VS Google punta tutto sullo shopping: domande frequenti
Quanto è grande il divario tra Google e ChatGPT nella ricerca?
Google gestisce circa 14 miliardi di ricerche al giorno, mentre ChatGPT riceve circa 66 milioni di prompt assimilabili a ricerche. Questo significa che Google è circa 210 volte più grande di ChatGPT nel campo della ricerca e resta il canale dominante a livello globale.
Perché lo Shopping di ChatGPT è considerato un’opportunità per i brand?
La funzione Shopping di ChatGPT trasforma le conversazioni in acquisti, con tassi di conversione quasi nove volte superiori rispetto al traffico organico di Google. Questo la rende un nuovo canale di vendita qualificato, capace di competere in prospettiva con giganti come Amazon e Shopify.
Quali effetti ha avuto il crollo delle citazioni di Reddit su ChatGPT?
Il drastico calo delle citazioni di Reddit nelle risposte di ChatGPT, sceso dal 10% al 2%, ha avuto conseguenze reali sul mercato: Reddit ha perso circa 5 miliardi di dollari di capitalizzazione. Questo dimostra quanto i cambiamenti nelle fonti dell’IA possano avere impatti immediati e concreti sulle aziende coinvolte.
Non capisco bene come ChatGPT possa raggiungere quei tassi di conversione così alti. È un po’ strano, no?
Ma è ovvio che questi tassi siano gonfiati, chi ci crede davvero? Speriamo solo che non ci facciano spendere soldi inutili per poi piangere.
Non capisco bene questa corsa verso lo shopping da parte di ChatGPT. Google è così radicato, mi chiedo se sia una mossa sensata per ChatGPT puntare su questo.
I numeri di conversione sono altisonanti, ma la sostanza è un altro discorso. Se non c’è un brand solido dietro, è aria fritta.
Mi colpisce la rapidità con cui ChatGPT si muove, aprendo nuovi fronti. Il dato sulle conversioni è notevole, anche se mi chiedo quanto possa durare questa effervescenza. Costruire fiducia nel tempo mi sembra la vera sfida, al di là delle singole funzionalità.
Tassi di conversione altissimi? Mi puzza di bolla pronta a scoppiare. Google ha una rete che ChatGPT se la sogna. Costruire un impero sull’IA mi sembra un rischio enorme, finiremo tutti a raccogliere i cocci. Il brand, quello vero, è tutto.
Dunque, i bot si mettono a vendere. Sorprendente.
Chissà se scopriranno anche il concetto di “scadenza” o se ci proporranno sempre l’ultimo modello di tutto.
La vera sfida, immagino, sarà non farsi vendere… da loro.
Ma davvero? Conversione “nove volte superiore”? Mi sembra un po’ troppo bello per essere vero. Temo che sia solo fumo negli occhi, un tentativo di far sembrare più forte di quello che è. Google ha un bacino d’utenza immenso, questo è un dato di fatto. Vedremo quanto dura questo “boom”.
Ma chi crede a questi numeri? Google resta il re, l’IA è un giocattolo per ora. Il vero successo si costruisce con tempo e sostanza, non con chiacchiere da bar.
Ottimi spunti. La conversione di ChatGPT fa pensare al futuro del commercio, non credi?
Mah, i numeri fanno sempre discutere. Google ha ancora la palla, ma questa mossa di OpenAI nel commerce è un segnale. Costruire fiducia è la vera partita.
Tassi di conversione alti? Chi controlla i dati? Costruire fiducia è impresa ardua, mica un click.