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Contattaci ora →Dietrofront di OpenAI: niente più deepfake di star o citazioni musicali famose, per evitare problemi legali legati al copyright
OpenAI ha introdotto severe restrizioni per Sora, il suo generatore video, vietando l'uso di personaggi celebri, musica protetta da copyright e volti di persone reali. Questa mossa, che limita la libertà creativa inizialmente promessa, solleva interrogativi sulle reali motivazioni dell'azienda, tra tutela del diritto d'autore e necessità di prevenire azioni legali. L'impatto sui creativi spinge verso una maggiore originalità.
Le nuove catene digitali di Sora
Diciamocelo, la libertà creativa promessa ha subito una brusca frenata. OpenAI ha messo in chiaro che il suo nuovo e scintillante giocattolo non sarà il Far West del diritto d’autore. Niente più video con Superman che mangia un gelato a Roma o con la colonna sonora del tuo film preferito in sottofondo.
Il sistema di moderazione dei contenuti è diventato molto più severo: come emerge chiaramente da una discussione sul forum ufficiale della community di OpenAI, non solo i personaggi protetti da copyright vengono bloccati, ma anche la musica e, cosa ancora più impattante, i volti di persone reali, incluse le figure pubbliche.
Questo significa che anche la tanto sbandierata funzione “cameo”, che avrebbe dovuto permettere di inserire personaggi ricorrenti, si scontra con un muro invalicabile se l’immagine di riferimento assomiglia a una persona esistente.
Ma la vera domanda è un’altra: OpenAI sta agendo per un nobile senso di protezione del diritto d’autore o, più semplicemente, sta correndo ai ripari per evitare di finire in tribunale?
Dietro la scelta di OpenAI: tutela o paura?
Questa mossa di OpenAI era prevedibile. Dopo anni passati a “ispirarsi” a quantità enormi di dati presi dalla rete per addestrare i propri modelli, il nodo del copyright sta venendo al pettine, come scritto su Gizmodo.
Giganti come OpenAI si trovano su un terreno minato, con cause legali che spuntano come funghi da parte di artisti, case editrici e studi cinematografici che, giustamente, non ci stanno a vedere il proprio lavoro usato senza permesso per creare un prodotto concorrente.
La stretta su Sora, quindi, puzza più di strategia legale che di etica.
È una mossa da manuale per chi vuole dominare un mercato: prima ti faccio vedere il potenziale infinito dello strumento, creando un’attesa pazzesca, poi stringo le viti per assicurarmi di non affondare sotto il peso delle denunce.
Tutto chiaro.
Ma questa cintura di sicurezza che OpenAI si è costruita, che impatto ha su di te, sul creativo, sull’imprenditore che vedeva in Sora uno strumento per distinguersi?
L’impatto sui creativi: meno scorciatoie, più originalità
Potrebbe sembrare un limite, e per certi versi lo è.
La possibilità di usare riferimenti culturali noti per creare parodie, meme o contenuti virali è, di fatto, svanita.
Ma guardiamola da un’altra prospettiva.
Questo paletto, in realtà, potrebbe essere una benedizione. In un mondo dove tutti rischiano di produrre contenuti visivamente simili usando gli stessi strumenti, la vera differenza la farà, ancora una volta, l’idea originale.
Sora ti sta costringendo a fare quello che avresti dovuto fare fin dall’inizio: creare qualcosa di tuo.
Sviluppare personaggi unici, costruire uno stile riconoscibile, raccontare una storia che non sia il riciclo di qualcosa di già visto.
Alla fine, la tecnologia corre, le policy cambiano, ma i principi per creare un brand forte e una comunicazione efficace restano gli stessi.
Non è il tool a fare la differenza, ma la testa che lo usa.
Dunque, ora più che mai, #avantitutta
Capisco la frustrazione di fronte a queste limitazioni. Tuttavia, è una decisione saggia per garantire un utilizzo responsabile e rispettoso della creatività altrui. La vera sfida ora sta nel creare contenuti unici e memorabili senza ricorrere a scorciatoie.
Capisco la frustrazione di fronte a queste limitazioni. Tuttavia, è una decisione saggia per garantire un utilizzo responsabile e rispettoso della creatività altrui. La vera sfida ora sta nel creare contenuti unici e memorabili senza ricorrere a scorciatoie.
Bene, hanno imparato a fare i conti con la realtà. Le idee geniali a volte nascondono trappole, non trovi?
È comprensibile la cautela di OpenAI, ma mi dispiace per le limitazioni. Sentirsi dire che certe cose non si possono fare, proprio all’inizio, è un po’ scoraggiante. Chissà se questo ci costringerà a inventare cose completamente nuove.
Capisco il sentimento di scoraggiamento, Sara. Ma pensiamoci bene: forse questa mossa non è una vera restrizione, ma un modo per costringere i creativi a trovare strade inedite. Chi sa quali meraviglie nasceranno da queste nuove “catene” digitali?
Limitare Sora è comprensibile, ma riduce il potenziale. Bisognerebbe trovare un equilibrio.
Diciamo che è una mossa pragmatica, purtroppo. L’esuberanza iniziale di Sora doveva fare i conti con la realtà legale. Mi chiedo se questo limiterà il suo utilizzo pratico o se spingerà i creator verso soluzioni più legittime.
Ah, certo, prima la libertà assoluta, poi il dietrofront. Che sorpresa! Alla fine, i giochetti legali vincono sempre sull’arte.
La promessa di libertà creativa si è infranta contro la prudenza legale. Ci si ritrova così con strumenti limitati, quasi che l’arte debba sempre fare i conti con le catene del passato. Chi crea, ora, dovrà davvero reinventarsi, navigando in acque meno limpide ma, forse, più genuine.
Ma dai, pensavano di fare i furbi con il copyright? Bene, ora vedremo cosa inventano questi geni.
Ma certo, mettono dei paletti dopo aver fatto credere che fosse tutto libero. Solita storia. Alla fine, la creatività vera non ha bisogno di queste scorciatoie.