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Contattaci ora →L’assistente AI di Google Analytics 4 promette di semplificare l’analisi dei dati, ma solleva dubbi su privacy e accuratezza delle risposte fornite.
Google ha lanciato Analytics Advisor, un'IA conversazionale integrata in Google Analytics 4. Permette di interrogare i dati con linguaggio naturale, semplificando l'analisi. Tuttavia, i primi test rivelano limiti nelle query complesse e sollevano preoccupazioni sulla privacy, poiché Google avverte che l'attività della chat potrebbe migliorare il prodotto usando i dati aziendali.
Un assistente AI in GA4: bello, ma cosa fa esattamente?
Sulla carta, Analytics Advisor si presenta come il consulente che tutti vorrebbero: sempre disponibile e pronto a rispondere. Gli chiedi quali sono le tue migliori landing page dal traffico a pagamento e lui non solo ti dà il dato, ma ti prepara anche grafici aggiuntivi con l’andamento giornaliero e i confronti settimanali.
Ti serve una mano a capire un concetto? Lui ti pesca la documentazione giusta e te la spiega.
Un sogno, no?
Peccato che, come spesso accade, la realtà sia un po’ più sfumata.
I primi test sul campo, infatti, mostrano un quadro a due facce. Se per le domande semplici e dirette se la cava egregiamente, quando si entra nel dettaglio strategico iniziano i problemi. Richieste più complesse, come l’analisi comparativa tra i percorsi d’acquisto di clienti ad alto e basso valore, lo mandano in confusione, restituendo dati generici invece delle analisi segmentate richieste.
Sulla carta, tutto perfetto.
Ma quando si passa dalla teoria alla pratica, le cose si fanno subito più complicate.
Una novità improvvisa o una mossa studiata a tavolino?
Questa mossa non è un fulmine a ciel sereno. Chi ha seguito il Google Marketing Live ricorderà l’annuncio di un “esperto di dati” basato sull’IA, pensato proprio per semplificare l’esplorazione dei dati su Analytics, come riporta l’analista Himanshu Sharma su X.
Analytics Advisor è, a tutti gli effetti, la prima incarnazione di quella promessa.
L’obiettivo di Google è evidente: cercare di risolvere uno dei problemi più sentiti di GA4, ovvero la sua complessità, che spesso scoraggia chi non è un analista di professione. Vogliono trasformare uno strumento di reporting in un sistema di supporto decisionale attivo.
L’idea è intelligente, non c’è che dire. Rendere i dati accessibili a più persone all’interno di un’azienda è un passo nella direzione giusta. Ma, come descritto da Search Engine Journal, l’assenza totale di documentazione ufficiale o di una roadmap chiara per il rilascio lascia aperti parecchi interrogativi.
L’obiettivo è chiaro: rendere GA4 più accessibile.
Ma c’è un dettaglio, non da poco, che sta già facendo discutere: la privacy dei nostri dati.
Il vero prezzo da pagare: privacy e affidabilità
Ed eccoci al punto dolente. Nelle note a margine della funzione, Google avverte che “l’attività della chat potrebbe essere utilizzata per migliorare il prodotto”. Tradotto dal linguaggio corporate: le tue domande, e di conseguenza i tuoi dati di business, potrebbero essere usati per addestrare i loro modelli di intelligenza artificiale. Una concessione che solleva questioni di privacy e sicurezza non indifferenti, specialmente per chi maneggia informazioni sensibili.
Stiamo in pratica fornendo a Google i nostri dati più preziosi per addestrare i suoi modelli?
A questo si aggiunge il tema dell’affidabilità. Come già accennato, l’IA ha mostrato limiti evidenti, arrivando a confondere metriche di base come “exit rate” e “uscite”. Affidarsi ciecamente a uno strumento che commette errori del genere può portare a decisioni di business sbagliate, basate su interpretazioni errate dei dati.
L’intelligenza artificiale dovrebbe amplificare l’intelligenza umana, non sostituirla con risposte approssimative.
La tecnologia avanza, e questo è un dato di fatto.
La vera sfida, però, non è usarla, ma capire quando fidarsi.
E soprattutto, a quale costo.
Finalmente un’IA che ti spiega i dati con parole tue. Mi chiedo solo quanto fidarsi di un “consulente” che potrebbe usare le mie informazioni per allenarsi.
L’IA in GA4? Utile per chi ha tempo da perdere con le risposte basiche. Ma se i dati aziendali servono a “migliorare il prodotto”, chi ci guadagna davvero?
Solite promesse da Google, poi si scopre la fregatura sui dati. A me interessa solo il risultato.
L’efficacia di un’IA conversazionale in GA4 dipenderà dalla sua capacità di fornire risposte accurate e sicure. La gestione dei dati aziendali richiede rigore, non approssimazioni.
Semplificare l’analisi è una buona cosa, ma che i miei dati aziendali “migliorino il prodotto” mi preoccupa.
L’idea di un assistente AI in GA4 è promettente per snellire le analisi, ma le riserve sulla privacy sono concrete. Se i dati aziendali servono a “migliorare il prodotto”, chi ci garantisce l’anonimato?
Certo, ti interroghi sui dati con l’IA e ti dice tutto, ma poi finisci spiattellato. Mica mi fido a dargli le mie cose, sai che casino.
Questa nuova IA mi spaventa un po’. La promessa di semplificare l’analisi è allettante, ma le incertezze sulla privacy dei dati aziendali mi mettono in ansia. Sarà davvero utile o un altro modo per raccogliere informazioni?
Certo, un’IA che ti fa i grafici e ti trova la documentazione? Magari ci parla anche il caffè la mattina. Finché non mi dice che i miei dati li usa per addestrare un’altra IA, ben venga. L’importante è non farsi trovare impreparati quando il bot ci chiederà di fare il suo lavoro.
Ma che bello ‘sto Advisor, eh? Ti fa i grafici e ti trova la roba, fantastico. Però, se inizia a ficcare il naso nei miei dati per “migliorare il prodotto”… mi viene un po’ d’ansia, diciamocelo. E se poi la sua “accuratezza” è un po’ così così?
Altra diavoleria digitale per raccogliere dati e farsi belli. Speriamo non ci rifilino risposte campate per aria, come spesso accade con queste tecnologie. Chissà se poi scopriranno anche come farci guadagnare davvero.
Questo Analytics Advisor sembra un tool che potrebbe semplificare parecchio il lavoro di chi naviga tra i dati di GA4. La possibilità di fare domande in linguaggio naturale è allettante. Mi chiedo però quanto affidamento si possa fare sulle sue interpretazioni, specialmente quando si tratta di metriche delicate.
Capisco le perplessità riguardo la privacy e l’accuratezza. L’idea di avere un assistente che semplifica l’analisi è allettante, ma è giusto che ci siano queste riflessioni. Dobbiamo fidarci che l’evoluzione di questi strumenti porti benefici concreti, senza sacrificare la sicurezza dei nostri dati.
L’IA conversazionale in GA4 promette semplificazioni, ma l’uso dei dati aziendali per migliorare il prodotto solleva interrogativi. La vera utilità, al di là delle query basilari, resta da valutare.
L’IA conversazionale in GA4 è un passo avanti, ma l’accuratezza delle risposte e la gestione dei dati aziendali rimangono interrogativi aperti. Le aziende necessitano di garanzie certe prima di affidare informazioni sensibili.
L’integrazione dell’IA in GA4 appare promettente per l’analisi dei dati, ma le questioni di privacy e accuratezza meritano cautela. La trasparenza sull’uso dei dati aziendali è un punto d’attenzione.