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Contattaci ora →Finalmente Microsoft introduce il controllo dei contenuti su Bing tramite l’attributo HTML data-nosnippet, consentendo di escludere specifiche sezioni dai riassunti di ricerca e offrendo nuove strategie per la gestione delle informazioni online.
Bing introduce il supporto a `data-nosnippet`, permettendo ai publisher di controllare quali sezioni delle loro pagine web non devono apparire negli snippet o essere elaborate dall'AI di Copilot. Questa mossa, tardiva rispetto a Google, è vista come una strategia di Microsoft per gestire i contenuti acquisiti dalla sua intelligenza artificiale, offrendo ai creatori un timido strumento di difesa.
Microsoft si sveglia: arriva il controllo dei contenuti su Bing (meglio tardi che mai)
Diciamocelo, non è una novità che faccia gridare al miracolo, ma è una di quelle notizie che ti fa dire:
Finalmente!
Dopo anni in cui Google offriva già questa possibilità, anche Microsoft ha deciso di mettersi in pari, annunciando il supporto all’attributo data-nosnippet
.
In parole povere?
Da oggi puoi dire a Bing e al suo assistente AI, Copilot, quali parti specifiche di una tua pagina web non devono essere mostrate nei riassunti dei risultati di ricerca.
Pensa a quel paragrafo con i dettagli del tuo servizio premium, a quella tabella prezzi che vuoi riservare solo a chi entra nel sito, o magari a quella sfilza di commenti degli utenti che non sempre fanno bella figura.
Fino a ieri, o li nascondevi a tutti (motori di ricerca inclusi, con il rischio di penalizzare la SEO) oppure te li ritrovavi sbattuti in bella vista nella SERP.
Come riportato sul blog ufficiale di Bing, ora puoi inserire un semplice attributo nel codice per dire: “Ehi, indicizza pure tutto, ma questa parte tienila per te”.
Una mossa che sembra un semplice allineamento tecnico, ma la cui tempistica solleva una domanda lecita:
perché proprio adesso?
La risposta, quasi certamente, non ha a che fare con i vecchi snippet di ricerca, ma con la nuova gallina dalle uova d’oro di Microsoft.
La vera partita si gioca sull’intelligenza artificiale, non sugli snippet
Il vero motivo di questa mossa tardiva ha un nome e un cognome: Copilot.
L’intelligenza artificiale generativa di Microsoft, integrata ovunque, ha un appetito vorace per i contenuti. Si nutre delle nostre pagine web per fornire risposte dirette agli utenti, spesso rendendo superfluo il clic verso il nostro sito.
Questo, per chi crea contenuti di valore, è un problema enorme.
Significa vedere il proprio lavoro usato per addestrare un modello che, alla fine, ti ruba traffico.
Ecco che il data-nosnippet
assume un ruolo completamente diverso. Non è più solo un modo per curare l’anteprima su Bing, ma diventa un (timido) strumento di difesa.
Microsoft, forse per pararsi le spalle da future battaglie legali sul copyright o per dare un contentino ai publisher, ci sta offrendo un interruttore.
Un interruttore per decidere cosa può essere “digerito” e rielaborato dalla sua IA e cosa no.
Una mossa strategica che, da un lato, sembra darci più controllo, ma dall’altro ci costringe a fare una scelta difficile: cosa mostrare e cosa nascondere alla macchina che decide sempre di più chi sarà visibile online?
Questo nuovo “potere” che ci viene concesso, però, potrebbe non essere la soluzione definitiva che tutti speravamo, ma piuttosto un’arma a doppio taglio.
Un controllo che sa di compromesso
Da un lato, la possibilità di proteggere i contenuti a pagamento o le informazioni sensibili senza sacrificare l’indicizzazione è una vittoria. Puoi finalmente evitare che l’offerta speciale riservata agli iscritti finisca nel riassunto pubblico di Copilot, spingendo le persone a visitare il tuo sito per scoprirla.
È un passo avanti in termini di strategia di contenuto, non c’è dubbio.
Ma dall’altro lato, sorge un sospetto.
Siamo davvero sicuri che nascondere porzioni di testo all’IA non avrà conseguenze indirette?
Microsoft giura che il posizionamento non ne risentirà, che la pagina continuerà a essere valutata per intero. Ma in un futuro dove le risposte generate dall’IA avranno sempre più peso, fornire a questi sistemi un testo “parziale” potrebbe renderci meno rilevanti ai loro occhi?
È un rischio da considerare.
Ci stanno dando un guinzaglio un po’ più lungo, ma è sempre Microsoft a tenerne il capo. La verità è che stiamo giocando nel loro campo, con le loro regole.
Questo strumento, quindi, va visto per quello che è: non un regalo, ma un compromesso necessario. Una pezza messa su un sistema che continua a divorare contenuti senza una vera e propria regolamentazione. Usarlo con intelligenza è d’obbligo, ma senza mai dimenticare che la partita per il controllo reale delle nostre informazioni è ancora tutta da giocare.
Ma questi marchingegni digitali non finiscono mai di sorprendermi, che spavento!
Che pensiero poetico, questa possibilità di guidare l’eco delle nostre parole su Bing. Mi immagino le pagine web come giardini segreti, dove ogni fiore, o parola, può scegliere se mostrarsi al sole della ricerca o rimanere nell’ombra discreta. Un respiro creativo, un sussurro che l’algoritmo potrebbe imparare ad ascoltare.
L’introduzione di `data-nosnippet` su Bing è un passo necessario. La gestione dei dati da parte dell’IA richiede un maggiore controllo da parte dei creatori.
Mi sembra una buona mossa per dare un minimo di potere ai creatori. Ma quanto controllo avremo davvero?
Bene, finalmente un tentativo di mettere un freno alle macchinazioni dell’IA. Chissà se questa funzione di controllo servirà a qualcosa o se l’AI troverà un modo per aggirarla con la sua solita eleganza. Ai posteri l’ardua sentenza.
Ennesima mossa tardiva di Microsoft. Pensano di darci un “controllo”, ma è solo una minima concessione per arginare il caos che la loro IA creerà. Alla fine, la terra promessa per i contenuti online sarà solo un deserto.
Tutto questo solo ora? Dopo anni che Google lo fa, Bing si decide. Speriamo almeno che funzioni bene.
Beh, finalmente anche Bing offre un briciolo di potere ai creatori. Ma questo “controllo” quanto sarà poi reale, mi domando? Visto quanto l’IA è imprevedibile, mi sembra più un contentino che un reale potere decisionale.
Ma questo `data-nosnippet` non è già vecchio? Se lo fanno solo ora, che cosa ci nascondono?
Questa cosa di `data-nosnippet` mi lascia un po’ perplessa. Da un lato, avere un certo controllo sui propri testi rispetto all’IA di Copilot sembra utile. Dall’altro, non capisco bene come funzionerà nella pratica. Quanto varrà questo controllo?
Spero che questo nuovo strumento funzioni davvero, temo che l’IA possa interpretare male il contenuto. La mia preoccupazione è la perdita di controllo su come le nostre creazioni vengano presentate.
Capisco la tua perplessità, Isabella. La speranza è che questo controllo dia un reale beneficio ai contenuti.
Ci voleva questo intervento. La possibilità di guidare l’IA è un piccolo passo verso un certo equilibrio. Mi chiedo solo se sarà sufficiente nel lungo periodo.
Finalmente anche Bing concede un po’ di potere ai creatori, ma mi chiedo se questo piccolo gesto basterà a compensare anni di elaborazione indiscriminata da parte delle IA. La vera battaglia per il controllo dell’informazione è appena iniziata.
E poi dicono che i tecnici non capiscono nulla di contenuti. L’attributo `data-nosnippet` era un’ovvietà per chi lavora seriamente col web. Bene che Bing si sia deciso, anche se con anni di ritardo.
Speravo avessero pensato a questo prima, ma almeno ora c’è un po’ di controllo. Si avranno problemi con l’IA?
Finalmente un po’ di controllo sui propri contenuti, ci voleva proprio. Adesso però, quanto durerà questa tregua?
Oddio, questa cosa mi fa un po’ tremare. Avere un po’ di controllo è un sollievo, ma chi sa cosa succederà dopo con l’IA.
Bene, è un passo avanti per chi produce contenuti. Se l’IA di Copilot gestirà le informazioni in modo trasparente, allora questo è un buon inizio. Ma fino a quando non vedremo i risultati concreti, rimango scettico.