Google riscrive la ricerca vocale: ecco S2R, la tecnologia che capisce direttamente la tua voce

Anita Innocenti

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Google riscrive la ricerca vocale: addio alla trascrizione, l’AI capisce direttamente la tua voce

Google annuncia Speech-to-Retrieval (S2R), una tecnologia AI rivoluzionaria che elimina la trascrizione nella ricerca vocale. Invece di convertire la voce in testo, S2R la interpreta direttamente tramite un'architettura dual-encoder. Questo migliora drasticamente precisione e velocità, segnando una "nuova era" per l'interazione con l'intelligenza artificiale e gettando le basi per conversazioni future più naturali e contestuali.

Addio al “traduttore”: come la voce viene capita direttamente

La novità si chiama Speech-to-Retrieval (S2R) e, in parole povere, elimina l’intermediario.

Invece di tradurre la tua voce in testo, questo nuovo sistema di intelligenza artificiale la interpreta direttamente.

Pensa a due persone che parlano la stessa lingua: non hanno bisogno di un traduttore.

Ecco, S2R fa proprio questo: insegna al computer a capire il “linguaggio parlato” senza doverlo prima leggere.

Come ci riesce?

Attraverso un’architettura complessa chiamata dual-encoder. Immagina due cervelli che lavorano in parallelo: uno (l’audio encoder) ascolta la tua richiesta vocale e la trasforma in una rappresentazione matematica che ne cattura il significato profondo.

L’altro (il document encoder) fa la stessa cosa con miliardi di pagine web e documenti. Il risultato è uno spazio virtuale in cui la tua domanda vocale e la risposta scritta più pertinente si trovano “vicine”, pronte per essere abbinate.

Come descritto su Search Engine Journal, questo permette di associare una frase come “il quadro dell’urlo” direttamente a informazioni su Edvard Munch e il museo che lo ospita, bypassando le imprecisioni della trascrizione.

Sembra quasi fantascienza, ma questo approccio apre le porte a una comprensione molto più naturale e contestuale delle nostre richieste.

Ma la vera domanda è: funziona davvero meglio o è solo un’altra dichiarazione d’intenti di Big G?

Più veloce e preciso, ma a quale scopo?

Stando a Google, i test interni mostrano che S2R supera il vecchio sistema e si avvicina quasi a una performance “perfetta”. Non a caso, la tecnologia è già stata implementata a livello globale in diverse lingue, promettendo un’esperienza “più veloce e affidabile per tutti”.

E qui, permettimi di essere un po’ scettico.

È indubbio che un miglioramento tecnico sia un vantaggio per l’utente, ma un investimento di questa portata raramente ha un solo obiettivo.

La storia ce lo insegna.

Ricordi GOOG-411, il servizio telefonico di Google del 2007 per trovare attività commerciali?

Sembrava un semplice servizio gratuito, ma in realtà era un’operazione colossale per raccogliere milioni di campioni vocali e costruire il database che ha dato vita alla prima, vera ricerca vocale. Oggi, con S2R, Google non sta solo migliorando la ricerca: sta imparando a capire le sfumature della nostra voce, le pause, le enfasi. Dati incredibilmente più ricchi del semplice testo.

Questo ci porta a chiederci quale sarà il prossimo passo.

Il vero obiettivo: una conversazione continua?

Eliminare la barriera della trascrizione non serve solo a darti la pizzeria giusta al primo colpo. Serve a rendere l’interazione con l’intelligenza artificiale fluida, continua, quasi umana. Stiamo andando verso un futuro in cui non “cercheremo” più informazioni, ma “converseremo” con un assistente che capisce il contesto di ciò che diciamo, e forse anche come lo diciamo.

Certo, Google mette le mani avanti parlando di velocità e affidabilità, ma il nocciolo della questione è un altro: stanno costruendo le fondamenta per la prossima generazione di interfacce conversazionali.

Un mondo dove la differenza tra parlare con una macchina e parlare con un essere umano si assottiglia sempre di più.

E questo, al di là dei proclami di marketing, è un cambiamento che vale la pena tenere d’occhio molto da vicino.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

23 commenti su “Google riscrive la ricerca vocale: ecco S2R, la tecnologia che capisce direttamente la tua voce”

  1. S2R. Google, genio. O furbo. Passare dalla trascrizione diretta, mica male. Meno filtri, più immediatezza. Ma poi, ‘sta AI, capisce pure le mie lamentele sul traffico? Chissà.

    1. Mah, ‘sta S2R poi capisce pure quando uno è stanco e vuole solo silenzio, o è solo un altro modo per farti parlare di più col tuo device?

      1. Efficace! 🚀 Meno passaggi, più intelligenza. Chissà se capirà anche quando dico “lasciami in pace” senza doverlo ripetere. 🤔

  2. Roberta De Rosa

    Beh, un altro passo avanti della tecnologia, eh? Questa S2R di Google, dici che non serve più il traduttore voce-testo. Sarà, ma io resto sempre sul chi va là con queste “AI che capiscono”. Speriamo solo che non inizino a capire anche le nostre lamentele sul traffico.

    1. Simone Ferretti

      Solita storia. Altra diavoleria tech. Chissà se poi ‘sta roba capisce quando gli dai un ordine sbagliato. O peggio, se ti fa una contro-proposta. Non mi fido. Serve solo a complicare.

    2. Emanuele Barbieri

      La macchina che finalmente “sente”, anziché solo leggere. Una metamorfosi che promette conversazioni, o solo comandi più efficienti? L’umanità ha un debole per gli idoli tecnologici.

  3. Wow, che svolta! 🤩 Capire la voce senza tradurla è un passo da gigante. Chissà quali meraviglie potremo fare con questa AI. ✨ Sono proprio emozionata per il futuro!

  4. Alberto Parisi

    Ma guarda un po’, questa nuova “magia” di Google che “capisce” la voce… chissà se poi capirà pure quando gli chiedo di non sbattermi pubblicità intrusive. Dubito, eh.

    1. Ma questa intelligenza artificiale che “capisce” la voce, chissà se capisce pure quando gli chiedo di non sbattermi pubblicità intrusive. Dubito, eh.

    2. Giorgio Martinelli

      ‘Sto S2R sembra una figata pazzesca, elimina proprio il passaggio del testo, roba da matti! Però mi chiedo: riuscirà a cogliere pure le sfumature, tipo quando sono un po’ scocciato? Speriamo!

  5. Ma dai, parliamoci chiaro, siamo ancora alle prese con l’AI che non capisce una parola quando parliamo al telefono. Spero che questa volta non sia solo fuffa per il marketing!

    1. Andrea, il tuo scetticismo è comprensibile, ma Google sembra aver eliminato il passaggio inutile del traduttore vocale. Se questa “nuova era” significa meno errori e più efficienza, sono curioso di vedere se finalmente ci libereremo dal peso di dover urlare al microfono.

    2. Francesco Messina

      Ah, Andrea, dici bene! 😅 Se pensiamo a quante volte l’assistente vocale mi ha risposto con un’altra lingua, l’idea di un “traduttore” automatico che non serve più sembra quasi un miraggio. Speriamo che stavolta non ci facciano sognare per poi risvegliarci con un “non ho capito”. 🤔

  6. Interessante evoluzione. L’idea di comprensione diretta elimina passaggi, ma resta da vedere l’affidabilità. 🤔 Sarà la fine del “parliamo arabo”?

    1. Sebastiano Caputo

      Sempre la stessa storia. 🙄 Più “intelligenza” per capire la mia voce, ma poi non capiscono manco cosa voglio dire quando gli chiedo un caffè. ☕️ Speriamo che non finiscano per interpretare male pure i miei sogni. ✨

      1. Sebastiano, sempre il solito scettico! 😅 Ma hai ragione, a volte sembrano più avanti a farti perdere tempo che a risolvere i guai.

        Comunque, questa storia di S2R, se non è fumo negli occhi, potrebbe almeno ridurre le frustrazioni. Basta che funzioni, no?

  7. Veronica Napolitano

    Altro giro, altra magia digitale. Pensano di venderci fumo con queste “nuove ere”. Basta che funzioni, il resto è aria fritta.

    1. Giovanni Battaglia

      S2R: il “traduttore umano” della voce. Meno passaggi, più senso. La tecnologia fa il suo lavoro, noi continuiamo a farci capire. Chissà se il caffè lo farà da solo domani.

  8. Questa presunta “rivoluzione” vocale altro non è che l’ennesima illusione digitale, un miraggio di immediatezza che nasconde un controllo più insidioso. Che bisogno c’è di un “traduttore” quando la loro IA ci spia già in ogni pixel della nostra esistenza? La loro “nuova era” è solo un abisso di dati raccolti.

  9. Ah, un’altra diavoleria tecnologica che promette chissà quali mirabilie. Quindi ora pure la voce deve essere “capita” direttamente? Ma non era meglio quando le cose erano più semplici e la gente parlava chiaro? Chissà quanto tempo ci metteranno prima di renderla *davvero* utile, e non solo un altro trucchetto per venderci qualcosa.

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