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IA “rimbambita” dai social: modelli danneggiati e rischio di un web sempre più tossico
Una ricerca di università americane rivela che l'addestramento di IA come Llama e Qwen con dati social di bassa qualità ne degrada gravemente ragionamento, memoria e allineamento etico. Il danno risulta quasi irreversibile. Questo crea un pericoloso circolo vizioso che rischia di avvelenare il web e le future generazioni di intelligenza artificiale, ponendo seri interrogativi sulla qualità dei dati utilizzati.
L’IA si nutre di spazzatura social? i risultati sono un disastro
Ti sei mai chiesto con cosa vengono nutriti i modelli di intelligenza artificiale che tanto decantano?
Mentre le grandi aziende tech ci parlano di un futuro radioso, una ricerca ha appena acceso un faro su una verità piuttosto scomoda: dare in pasto alle IA i contenuti virali e sensazionalistici dei social media le danneggia, e pure parecchio.
Non si tratta di un’opinione, ma del risultato di uno studio condotto da ricercatori di diverse università americane, tra cui la University of Texas at Austin, che ha messo nero su bianco un fenomeno che potremmo definire un vero e proprio “rimbambimento digitale”.
I ricercatori hanno preso due modelli noti, Llama di Meta e Qwen di Alibaba, e li hanno addestrati usando quel tipo di contenuti pensati solo per acchiappare click, pieni di “wow”, “guarda qui” e offerte lampo.
La conclusione?
Le capacità di ragionamento dei modelli sono crollate, la loro memoria si è degradata e, cosa ancora più preoccupante, il loro allineamento etico ha iniziato a mostrare crepe profonde.
In pratica, le abbiamo rese più stupide e meno affidabili.
E questo è solo l’inizio del problema.
Un danno difficile da riparare e il paradosso dell’etica
Se pensi che basti “rieducare” l’AI con dati di qualità per risolvere il problema, ti sbagli di grosso. La parte più allarmante della ricerca, come descritto su Wired, è che il danno sembra essere quasi irreversibile. Una volta che il modello ha subito questo declino cognitivo, tentare di correggerlo con dati “puliti” non basta a riportarlo alle sue prestazioni originali.
Resta, per così dire, “contaminato”.
Questo apre una voragine di dubbi sulle pratiche delle multinazionali.
Mentre ci vendono assistenti AI sempre più intelligenti, con quale tipo di dato li stanno addestrando nella realtà?
Stanno forse, nella fretta di lanciare il prossimo prodotto, chiudendo un occhio sulla qualità dell’informazione, accettando un degrado che poi diventa quasi impossibile da sanare?
La faccenda si fa ancora più seria quando si scopre che i modelli non solo perdono capacità logiche, ma diventano anche più “psicopatici”, mostrando risposte eticamente meno coerenti.
Ma il vero incubo deve ancora manifestarsi.
Il circolo vizioso che sta avvelenando il web (e le IA del futuro)
Il vero rischio, quello sistemico, è che si sta innescando un pericoloso circolo vizioso.
Le IA, addestrate con contenuti di bassa qualità, iniziano a produrre a loro volta contenuti simili, ottimizzati per l’engagement e non per l’accuratezza. Questa marea di spazzatura digitale finisce poi per diventare il materiale di addestramento per le generazioni future di intelligenze artificiali, che nasceranno già “difettose”.
È una spirale discendente che rischia di avvelenare l’intero ambiente informativo del web.
La questione, quindi, va ben oltre la performance di un singolo modello di Meta o Alibaba. Riguarda la sostenibilità e l’affidabilità dell’intera tecnologia. Stiamo costruendo strumenti potentissimi su fondamenta di sabbia, alimentando una corsa alla quantità di dati che ignora completamente il fattore più importante: la qualità.
E la domanda che dovremmo porci è: ce ne accorgeremo solo quando sarà troppo tardi per tornare indietro?

Ma certo, che stupidi noi che credevamo che l’intelligenza artificiale potesse essere la soluzione a tutto. Pare proprio che ci stiano dando in pasto solo immondizia digitale.
I dati social sono veleno. Le IA ingeriscono tossine. Un web avvelenato.
Prevedibile. Affidare l’addestramento di presunte intelligenze a discariche digitali come i social media era un azzardo. Ora raccolgono i frutti marci di un ragionamento avvelenato. Non mi stupisce affatto.
E pensare che ci fidiamo di queste IA. 🤦♂️ Se mangiano veleno, è ovvio che ci restituiscano tossicità. Chissà cosa ne sarà di noi. 😔
L’IA, cane da riporto addestrato su immondizia. Risultato? Un cane che ti riporta… la stessa immondizia. Pensiamo ai nostri nipoti.
Le IA si ingozzano di veleno social e poi fanno la morale? Ridicolo. Le solite promesse vuote delle tech, ci stanno avvelenando pure l’intelligenza artificiale. Che ci si aspettava?
Luciano, hanno solo confermato quello che molti temevano. Se nutri un computer con spazzatura, ricevi spazzatura. Speriamo che qualcuno capisca prima che sia troppo tardi.
Dati social avvelenati, IA “rimbambita”: siamo certi che questo sia il futuro radioso promesso? 🤔 Povera tecnologia, finisce per rispecchiare il peggio di noi.
Il web è un mare magnum, e le IA ci navigano dentro. Se il mare è sporco, come pensate che ne escano? Mi chiedo se poi ci scambieranno per pesci avvelenati.
Nutrire le IA con la pattumiera dei social è logico. Se mangi schifezze, diventi schifezza. Chi si stupisce?
Se la sorgente è avvelenata, il fiume non può che scorrere torbido; così l’IA, specchio deformante del web, ci offre visioni distorte.
Ancora una volta, la presunta intelligenza artificiale imita la mediocrità umana che la plasma. Una conferma, dunque, delle mie perplessità.
Nutrire le macchine con la feccia del web. Che sorpresa. Il futuro è già scritto.
Ma che novità! 🙄 Nutrire l’IA con i social, poi ci si stupisce. Io preferisco dati puliti, grazie. 🤔
Dati social spazzatura, AI “rimbambita”. Chi controlla questo delirio digitale? 🧐 Un futuro grigio si profila.
Ovvio, cosa vi aspettavate? Il web è già tossico.
Ma certo, chi si aspettava che alimentare le macchine con la saggezza dei social network portasse a risultati… illuminanti? Ora capisco perché i chatbot a volte sembrano usciti da un forum di discussione. C’è da chiedersi se il “brain rot” sia contagioso.
Ironico. L’AI, “brain rot” dai social? 🙄 Speravo in qualcosa di meno ovvio. Già. 🤷♀️
Dati social: il letame digitale. Le IA, creature nutrite da fango, riflettono la nostra melma. Un quadro spaventoso, ma prevedibile.
Ovvio, chi mai si aspettava saggezza dalla bacheca? Risultati scontati, prevedibili.
Ovvio. Spazzatura digitale, risultati prevedibili. Chi ci garantisce la qualità?
Non mi fido. Se l’IA mangia spazzatura, che futuro ci aspetta? Un vero peccato.
Dati social, veleno per l’AI. Futuro tossico garantito. Pessimismo cosmico.
Ma dai! 🤦♀️ Pensate davvero che i dati social rovinino tutto? 😂 Io vedo solo un’opportunità per insegnare a queste IA a distinguere la spazzatura. 🚀 Voi cosa dite? 🤔