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L’indicizzazione lampo da parte dei motori di ricerca solleva interrogativi sull’equità e sul futuro della qualità dei contenuti online, in un contesto di aspra critica di Musk a Wikipedia e al modello collaborativo.
L'indicizzazione rapida di Grokipedia, l'enciclopedia AI di Elon Musk, da parte di Google e Bing solleva seri interrogativi. Con quasi 885.000 pagine generate, appare un trattamento preferenziale che contraddice le posizioni di Google sui contenuti su larga scala. Si delinea una potenziale disparità nelle regole per la ricerca, con implicazioni incerte per la qualità dell'informazione online.
Google e Bing spalancano le porte a Grokipedia di Elon Musk
A una settimana dal suo lancio, Grokipedia, il nuovo progetto enciclopedico di Elon Musk basato sull’intelligenza artificiale, è già stato ampiamente indicizzato sia da Google che da Bing. Con un esordio di quasi 885.000 pagine generate in automatico, la mossa dei due motori di ricerca non è passata inosservata.
La scansione è stata rapida e massiccia, con centinaia di risultati già visibili tramite una semplice ricerca site:. Questo trattamento preferenziale, concesso a un sito appena nato e con contenuti interamente prodotti da un’IA, fa sorgere qualche dubbio, soprattutto se pensi che Google, solo pochi mesi fa, dichiarava guerra aperta allo “scaled content abuse“, ovvero la produzione di contenuti su larga scala di bassa qualità.
Ma la velocità con cui i due colossi del search hanno indicizzato questi contenuti solleva una domanda scomoda: le regole valgono davvero per tutti, o solo per chi non si chiama Elon Musk?
Una battaglia ideologica mascherata da enciclopedia
Non è un segreto che Musk non veda di buon occhio Wikipedia. Le sue critiche, spesso feroci, l’hanno etichettata come uno strumento di “propaganda”, spingendolo a creare un’alternativa che, a suo dire, si dedicherà “alla verità, tutta la verità e nient’altro che la verità”.
A differenza del modello collaborativo e aperto di Wikipedia, Grokipedia è un sistema chiuso: i contenuti sono creati e gestiti da XAI e gli utenti non possono modificare le pagine, ma solo segnalare eventuali errori.
Si tratta di una visione centralizzata dell’informazione, dove la “verità” è prodotta da un algoritmo sotto il controllo di un’unica entità.
Siamo di fronte a un modello che promette di correggere i difetti dell’approccio comunitario, ma a quale prezzo?
E soprattutto, chi controlla l’algoritmo che definisce questa presunta verità assoluta?
Le vere implicazioni per la ricerca e la qualità dei contenuti
L’accoglienza calorosa riservata a Grokipedia da parte di Google e Bing potrebbe rappresentare un precedente non da poco.
Mentre migliaia di editori e creatori di contenuti lottano ogni giorno per dimostrare il valore del proprio lavoro, un progetto appena nato, basato su contenuti generati artificialmente, ottiene un accesso privilegiato alla SERP.
Questo sembra andare in netta controtendenza con le linee guida di Google, che insistono sull’importanza dell’esperienza, della competenza e dell’affidabilità (E-E-A-T).
La questione, come osserva Glenn Gabe, quindi, va oltre la semplice indicizzazione.
Stiamo forse assistendo a un futuro in cui i grandi nomi della tecnologia potranno inondare il web con contenuti generati dalle loro IA, mentre tutti gli altri dovranno faticare il doppio per emergere?
Resta da vedere se Grokipedia riuscirà a diventare una fonte autorevole o se si rivelerà solo l’ennesimo esperimento in cui a guadagnarci sono sempre gli stessi noti, lasciando a te l’onere di distinguere i fatti dalla finzione.

Grokipedia indicizzata subito? E la qualità? Mah.
Favorevole trattamento? Google e Bing aprono a Grokipedia. La coerenza è un miraggio nel deserto digitale. Chi detta le regole del gioco, veramente?
Ma dai, sul serio? Ancora ‘sta roba? Google e Bing che fanno il tifo per Grokipedia è un bel casino. Speriamo solo che non ci ritroviamo sommersi da contenuti random senza capo né coda.
Che la tecnologia sia un fiume in piena è un dato di fatto. Ma che questo fiume porti a creare delle “scorciatoie” per alcuni, lasciando altri a secco, fa riflettere.
Ma guardi un po’, la solita commedia all’italiana digitale: chi conta fa il bello e il cattivo tempo, mentre noi poveri diavoli con i nostri contenuti cerchiamo di non affogare nel mare magnum dell’algoritmo. Un vero spasso.
Non so, mi sembra un po’ strano questo favoritismo. Sarà un bene per noi utenti?
Ecco, un altro “genio” che bypassa le regole. Google e Bing, sempre pronti a fare il gioco di chi spinge di più. Certo, perché l’AI di Musk vale più del lavoro di mille persone. Ridicolo.
Ma è giusto questo trattamento preferenziale per Grokipedia? Dubito che la qualità dei contenuti sia garantita.
Ma che bella cosa, eh? Tutta questa velocità… mi preoccupa un po’.
Ma che bella storia. Grokipedia indicizzata prima di tutto. Il futuro è già qui, o almeno il futuro che vogliono loro. Speriamo solo che Wikipedia non si senta troppo a disagio.
Ma che schifo. Ancora questa roba. Le regole cambiano per Musk. Che ci si può fare? La legge del più forte, sempre.
Le macchine decidono. La saggezza umana, un ricordo?
Solito trattamento a targhe alterne. Il dio denaro ancora una volta detta legge.
Musk impone le sue regole. Il resto è rumore, vero?
Ma dai, ancora con ‘sto Musk? Google e Bing fanno il gioco suo, che schifo. ‘Na pagliacciata. Che senso ha il sapere se diventa un’altra roba sua?
Certo, la qualità dell’informazione online ormai è un miraggio. Ma chi se ne frega, tanto ci pensano loro a decidere cosa è vero.
Altro giocattolo tecnologico che rischia di inquinare la rete. Poi ci si lamenta della disinformazione.