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La disputa tra Amazon e Perplexity mette in luce le nuove dinamiche del web, dove il controllo dei dati e l’accesso alle informazioni diventano un campo di battaglia per giganti tecnologici e IA emergenti
Amazon ha bloccato i crawler di Perplexity AI per difendere dati e vendite, ma il servizio sembra aggirare le restrizioni. Questo scontro, evidenziato da The Verge, non è solo tecnico: anticipa una guerra maggiore per il controllo dell'informazione e delle decisioni d'acquisto. Le implicazioni per e-commerce e IA sul futuro del web sono profonde.
Amazon alza un muro: i crawler di Perplexity non sono i benvenuti
Ti affidi a un’intelligenza artificiale per trovare il miglior prezzo di un prodotto, fai la tua domanda e ottieni una risposta pulita e riassunta.
Semplice, no?
Beh, a quanto pare, non è così scontato. Soprattutto se di mezzo c’è un colosso come Amazon, che ha deciso di non stare a guardare mentre i nuovi arrivati, come Perplexity AI, usano i suoi dati per i propri scopi.
Diciamocelo chiaramente: Amazon ha tirato su un bel muro digitale, bloccando esplicitamente i crawler di Perplexity. In pratica, ha aggiornato il suo file robots.txt – che è un po’ come mettere un cartello “Vietato l’accesso” sulla porta di casa tua – per impedire al bot di Perplexity di analizzare e indicizzare le sue pagine.
La motivazione ufficiale non è stata sbandierata, ma il perché è abbastanza intuibile: perché lasciare che un servizio terzo riassuma le tue schede prodotto, magari indirizzando l’utente altrove per l’acquisto finale?
Ma in questo Far West digitale, le regole sono fatte per essere aggirate, giusto?
La mossa di Perplexity: ignorare le regole o astuzia tecnica?
Qui la faccenda si infittisce. Nonostante il divieto esplicito, sembra che Perplexity non si sia affatto fermata. La questione è diventata un vero e proprio caso quando è emerso che i crawler legati a Perplexity continuavano a scansionare i server di Amazon, probabilmente mascherando la loro vera identità o ignorando del tutto le direttive del file robots.txt.
È un po’ come se qualcuno si presentasse a casa tua con un tesserino falso dopo che gli hai detto chiaramente di non entrare.
L’amministratore delegato di Perplexity, Aravind Srinivas, ha dato una risposta che, francamente, lascia il tempo che trova, spiegando che la gestione dei loro web crawler è complessa e affidata a terze parti.
Una mezza ammissione che non chiarisce se si tratti di una svista o di una strategia deliberata per continuare ad accedere a dati preziosi.
Ma al di là del duello tecnico tra i due giganti, la vera domanda è un’altra: cosa significa tutto questo per te e per il futuro del web?
La battaglia per i dati: chi controlla l’informazione (e le vendite)?
Questo scontro non è solo una scaramuccia tra due aziende tecnologiche. È l’anticipazione di una guerra ben più grande per il controllo dei dati e, di conseguenza, delle decisioni d’acquisto degli utenti.
Stiamo assistendo a una lotta tra i creatori di contenuti (in questo caso, le dettagliatissime pagine prodotto di Amazon) e gli aggregatori di intelligenza artificiale, che quei contenuti li usano per costruire il proprio valore.
Per chi, come te, ha un e-commerce o un sito web, la faccenda si fa seria.
I tuoi contenuti, frutto di ore di lavoro, potrebbero essere presi, riassunti e dati in pasto a un utente da un’IA, senza che quel visitatore arrivi mai sul tuo sito.
La vera partita, quindi, non si gioca su chi ha il crawler più furbo, ma su chi riuscirà a costruire una relazione di fiducia così forte con i propri clienti da renderli immuni alle scorciatoie delle IA.

I dati sono il nuovo petrolio. ⛽ Chi li controlla, governa il futuro. 🤔
Ovvio, il colosso alza il muro, temendo che la “nuova musa” ci faccia scoprire i suoi veri prezzi. Ma siamo sicuri che questa “guerra dei dati” non sia solo una distrazione per vendere di più?
Ma certo, difendere il proprio feudo digitale da intrusi è un classico intramontabile, specie quando si parla di numeri e vendite. Perplexity si illude di poter saccheggiare a piacimento, ma il gigante ha i suoi cani da guardia. E noi, poveri utenti, nel frattempo, diventiamo solo pedine in questa partita a scacchi.
Blocco dati Amazon vs Perplexity. 🛡️ Il controllo informa decisioni. 💡 Preoccupato per accesso equo. 🤔
Capisco bene, questo blocco di Amazon su Perplexity fa pensare, no? Ogni tanto mi chiedo se alla fine non ci limitiamo noi stessi con queste barriere, limitando pure l’accesso all’informazione che ci serve.
Scontri come questi mi fanno sorridere. 😅 Amazon blocca Perplexity, ma l’IA trova sempre il modo. Chi controlla i dati, controlla il futuro. Io ci punto. 💪
È un gioco di scacchi, questo. Amazon muove le sue pedine per proteggere il regno. Perplexity, un cavallo agile, cerca passaggi. Chissà se l’AI riuscirà a scardinare la fortezza.
Scontro tra titani tech. Chi vince sui dati vince sul web. Giusto così?
Ma certo, Amazon erige muri. Logico, i dati sono il loro oro. Io, se fossi un gigante, farei lo stesso. Chissà se Perplexity troverà un tunnel sotterraneo.
I dati sono il nuovo petrolio, e i colossi li vogliono tutti.
Amazon difende il suo orticello digitale con la ferocia di un cane da guardia. Perplexity è solo un assaggio di quello che ci aspetta: la guerra per i dati non è un gioco da ragazzi.
Che panorama affascinante, questa guerra fredda digitale per i dati! 🤖💔 Forse è meglio affidarsi ai vecchi metodi, tipo chiedere alla nonna. 😉
Ancora muri, stavolta digitali.
Il progresso, un miraggio? Chi controlla i dati, governa il domani.
No?
Ma dai, Amazon che blocca Perplexity? Un classico. Alla fine, chi ha la cassaforte comanda, vero?
Ma guarda tu ‘ste scaramucce digitali, un vero spettacolo da circo. Alla fine, è sempre la solita solfa dei soliti noti che cercano di blindare il loro cortile.