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Mentre Google affronta accuse di drenare il traffico, Microsoft lancia un’iniziativa per compensare gli editori, aprendo un nuovo capitolo nella battaglia per la creazione di contenuti online.
Mentre Google penalizza gli editori con il crollo del traffico dovuto alle AI Overviews, Microsoft si posiziona come alleato. Redmond ha siglato un accordo con People Inc. per il Publisher Content Marketplace, una piattaforma in cui gli sviluppatori IA pagano per usare i contenuti. Questa mossa strategica ridisegna la battaglia per il futuro editoriale, sfidando il dominio di Mountain View.
Microsoft prova a posizionarsi come l’alleato degli editori
Diciamocelo, l’idea non è affatto male.
Microsoft ha lanciato il suo “Publisher Content Marketplace” e ha scelto People Inc. come partner di lancio. In pratica, hanno creato una piattaforma dove chi sviluppa intelligenza artificiale può pagare direttamente gli editori per usare i loro contenuti. Niente più saccheggi indiscriminati per addestrare modelli linguistici.
Il sistema è “pay-as-you-go”: usi il mio articolo?
Mi paghi.
Lineare.
Neil Vogel, il CEO di People Inc., l’ha definito un “riconoscimento molto forte” del valore che il lavoro editoriale porta agli strumenti di IA.
E come dargli torto?
Dopo anni passati a vedere i propri contenuti usati a sbafo, un accordo del genere suona come musica per le orecchie di qualsiasi editore.
Ma questa mossa di Microsoft non arriva per caso. Arriva proprio mentre dall’altra parte della barricata, a Mountain View, si sta consumando un vero e proprio dissanguamento di traffico ai danni dei creatori di contenuti.
Il crollo del traffico da Google è ormai un fatto conclamato
Parliamoci chiaro: i numeri non mentono.
Quella che fino a ieri era una sensazione, oggi è una certezza supportata dai dati. Un’indagine condotta da Digital Content Next ha messo nero su bianco la realtà: tra maggio e giugno 2025, il traffico referral mediano proveniente da Google Search è precipitato del 10% rispetto all’anno precedente. E per i brand non legati alle news, la batosta è stata ancora più pesante, con un sonoro -14%.
Questi non sono pareri, ma la fredda realtà che si trovano ad affrontare migliaia di aziende che hanno basato il loro modello di business sulla visibilità organica. Persino colossi del content marketing come HubSpot hanno visto il loro traffico organico dimezzarsi, mettendo in discussione le fondamenta stesse della SEO tradizionale.
Google, dal canto suo, continua a parlare di “clic di maggiore qualità”, una narrativa che però convince sempre meno. Gli editori non ci stanno più, anche perché sanno benissimo chi è il vero responsabile di questo disastro.
AI overviews, la macchina “ammazza-clic” di Google
Il colpevole ha un nome e cognome: AI Overviews.
È quella funzione che ti serve un bel riassunto generato dall’intelligenza artificiale direttamente in cima ai risultati di ricerca.
Comodo per l’utente, forse, ma una vera e propria condanna per i siti web.
Perché mai una persona dovrebbe prendersi la briga di cliccare sul tuo articolo, se Google gli ha già servito la pappa pronta?
Una ricerca del Pew Research Center ha confermato senza ombra di dubbio che, quando compare il riassunto AI, la probabilità che gli utenti clicchino sui link crolla drasticamente. In sostanza, Google sta usando i contenuti che tu hai faticosamente creato per costruire un muro invalicabile e tenere gli utenti all’interno della sua proprietà, trasformando il web da un luogo di scoperta a un giardino recintato.
E così, il cerchio si chiude.
Da una parte c’è Google, che agisce come un aspirapolvere di contenuti per alimentare la sua macchina da “zero-clic”, lasciando agli editori solo le briciole. Dall’altra, Microsoft, che fiuta l’opportunità e si propone come l’alternativa “equa”.
Sarà un vero cambio di paradigma o solo un’astuta mossa strategica per indebolire il rivale di sempre?
Una cosa è certa: la battaglia per il futuro dei contenuti è appena iniziata, e noi siamo esattamente nel mezzo.

Visto. 😒 Microsoft che fa la santa. Pagare per i contenuti? Finalmente un po’ di logica. Vedremo se dura. 🤔
Ma figuriamoci, adesso Microsoft si erge a salvatrice della carta stampata, con il suo altruismo da quattro soldi.
Ma allora Microsoft ha capito che i contenuti hanno un valore? 🤔 Certo, se poi si parla di pagare… ✨ Questo sì che cambia le carte in tavola. Basta che poi non ci rimettano le solite mani. 🤷♀️
Bene, Microsoft che fa la parte dell’angelo custode per gli editori? 😇 Mi sembra che si stiano un po’ troppo abbeverando alla fonte del “dio denaro” anche qui. Vedremo se questo “Publisher Content Marketplace” diventerà un vero rifugio o solo un altro modo per le grandi potenze tecnologiche di spartirsi la torta. 💰🤔
Ma certo, il colosso di Redmond che si erge a paladino degli editori. Certo che pagano, mica sono scemi. Ora chi si preoccuperà delle mie password rubate? Giusto per sapere.
Che sorpresa, Microsoft che si dimostra generosa! Chissà se questo “Publisher Content Marketplace” nasconde qualche clausola subdola. Speriamo non sia solo un modo per accaparrarsi dati altrui, eh?
Microsoft prova a fare da baluardo. Speriamo non sia solo fumo negli occhi.
Ecco, Microsoft che fa la parte del salvatore. 😇 Pagare per i contenuti IA? Potrebbe essere la fine del far west digitale, ma chissà se poi ci guadagnano più loro. 🤨
Ma guarda te, persino le macchine si mettono a pagare per imparare. 🙄 Spero solo che ‘sta roba non finisca per ingranaggi di qualche altro sistema oscuro. 🤫 Chissà se un giorno ci chiederanno pure il permesso per respirare. 💨
Ah, le IA che imparano a pagare il dazio. Un’oasi di legalità in un deserto di copyright calpestato. Chissà quanto durerà questa tregua armata, prima che qualche altro algoritmo trovi un escamotage.
Un mercato per i contenuti, chi l’avrebbe detto? Sembra quasi che il progresso tecnologico imponga una sorta di “etichetta” ai dati, quasi un preludio a un futuro dove persino il respiro ha un costo.
Questa idea di Microsoft è così brillante! ✨ Pagare per i contenuti? Finalmente! E voi, cosa ne pensate? 🤔
Un’alleanza che promette un cambio di rotta. 😮
Compensare gli editori è un passo avanti. 🤔
Ma la vera sfida sarà assicurare equità e trasparenza.
Un occhio attento al futuro del web. 👀
Quindi, anche le macchine impareranno a pagare il pedaggio? Questa guerra di giganti tecnologici mi ricorda le favole, dove i draghi finalmente scoprono che bruciare i villaggi non è così redditizio. Chissà se poi cederanno le loro scorte d’oro ai cavalieri.
Ma certo, adesso il gigante buono Microsoft si erge a paladino degli editori saccheggiati da Google. Davvero commovente. Vedremo se questa elemosina digitale basterà a riempire le tasche di chi crea contenuti, o se è solo un altro gioco di potere.
Un’altra schermaglia nella guerra dei giganti. Microsoft cerca di placare la sete delle macchine, pagando per il banchetto. Un assaggio di civiltà digitale. Vedremo se la fame di dati sarà saziata.
Preoccupante. 😨 Microsoft lotta. Pagare per i contenuti IA. Un sollievo per gli editori? O solo un nuovo gioco di potere? Difficile fidarsi. 🤷♀️
La guerra per il contenuto si fa interessante. Finalmente un po’ di rispetto per chi crea.
Un faro nella nebbia digitale. Spero che questa mossa apra un futuro più equo per tutti.
Ah, la vecchia guardia che si scambia il trono mentre noi, poveri mortali, continuiamo a fornire il carburante per le loro macchine infernali. Non illudetevi, è solo un altro modo per stringere il cappio.
Finalmente un minimo di decenza digitale; il mercato dell’IA si sta strutturando.
Finalmente una mossa sensata. Microsoft capisce che il saccheggio digitale non è sostenibile. Pagare per i contenuti IA è l’unico modo per garantire un futuro all’editoria. Chi è pronto a mettersi in riga?
Cara gente, questa mossa di Microsoft sembra un passo nella giusta direzione. Compensare gli editori per i contenuti usati dall’IA è un segno di maturità. Speriamo che questo porti a un futuro più equo per la creazione di contenuti.
Microsoft contro Google, chi vince davvero? 🧐 Il gioco è chiaro.
Bene, ora si ragiona. Microsoft capisce che il contenuto ha un valore, Google no. Spero che anche altri seguano.
Un approccio concreto di Microsoft. L’IA deve remunerare chi crea, non solo consumare. Vedremo se questa iniziativa fermerà il drenaggio di contenuti.
Microsoft, un colpo da maestro. L’IA rubava, ora paga. Chi semina vento raccoglie tempesta. Un nuovo sole sorge per gli editori, o solo un’altra nuvola passeggera?
Microsoft? Tenta di comprare l’anima degli editori. Un nuovo re, stessa vecchia musica. Chi controlla i dati, controlla il futuro.
Microsoft cambia le carte in tavola. Pagare per i contenuti? Finalmente. Vediamo se dura.
Le IA saccheggiano. Microsoft paga. Buona.
Microsoft, da parassita a salvatore? Ridicola commedia.