Google semplifica la ricerca: via le funzioni inutili. Per noi o per l’IA?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Dietro la “semplificazione” di Google si nascondono tagli ai costi, spazio per l’IA e una SERP sempre più dominata dal motore di ricerca.

Google sta snellendo la sua pagina di ricerca, eliminando funzionalità "inutilizzate" per presunta velocità. Ma dietro questa mossa, apparentemente benefica per l'utente, si cela la spinta a fare spazio all'IA e a tagliare i costi. Un'azione che penalizza chi ha investito in dati strutturati, trasformando la SERP sempre più nel "salotto" di Google.

La versione ufficiale: meno distrazioni, più efficienza

Come ha scritto Google sul suo blog ufficiale, l’idea è quella di eliminare una serie di funzionalità che, a detta loro, non usa quasi nessuno. Parliamo di alcuni formati speciali che appaiono nei risultati di ricerca, spesso legati a specifici dati strutturati inseriti dai proprietari dei siti.

L’obiettivo dichiarato è snellire la pagina, renderla più veloce da caricare e focalizzare l’attenzione su ciò che conta davvero. Insomma, una sfoltita per rendere tutto più scattante.

E chi può dire di no a un po’ di velocità in più?

Eppure, la domanda sorge spontanea: è solo una questione di performance o c’è dell’altro sotto?

Siamo sicuri che questa pulizia sia fatta esclusivamente per il nostro bene o serve a preparare il terreno per qualcos’altro?

Cosa finisce nel cestino? la dieta dei dati strutturati

Questa mossa non arriva dal nulla.

È la seconda puntata di una storia iniziata già a giugno 2025, quando Google aveva annunciato un primo taglio a diversi tipi di risultati arricchiti, come le Azioni per i Libri, le Informazioni sui Corsi e gli Annunci Speciali. In pratica, Google sta dicendo a chi gestisce un sito: “Grazie per aver passato anni a implementare meticolosamente questi dati, ma ora abbiamo cambiato idea. Non ci servono più”.

Per molte aziende che avevano investito tempo e risorse per ottenere quella visibilità extra, la notizia suona un po’ come una beffa.

Il messaggio sembra chiaro: l’era dell’abbondanza di formati e micro-formati nella SERP sta forse volgendo al termine.

La domanda, a questo punto, è perché questa improvvisa allergia a elementi che fino a ieri venivano incoraggiati?

Forse la risposta non sta in ciò che tolgono, ma in ciò per cui stanno facendo spazio.

Il vero obiettivo: fare spazio all’IA e tagliare i costi

Il 2025 è stato l’anno in cui Google ha tirato fuori i muscoli con gli aggiornamenti dell’algoritmo, come descritto da più analisi di settore, con una guerra aperta ai contenuti di bassa qualità e un’attenzione quasi ossessiva all’autorevolezza. In parallelo, abbiamo visto la crescita esponenziale delle AI Overviews, le risposte generate dall’intelligenza artificiale che dominano la parte alta dei risultati.

Togliere di mezzo risultati arricchiti che portano click diretti ai siti esterni non potrebbe essere una mossa strategica per dare ancora più risalto alle proprie risposte, tenendo l’utente più a lungo sulla pagina di Google?

Senza contare un altro fattore, molto meno nobile: i costi. Ogni rich snippet, ogni piccola informazione extra, è un costo di calcolo per i server di Google. Moltiplicalo per miliardi di ricerche e capisci che il risparmio per loro non è banale.

Quindi, questa “semplificazione” potrebbe essere tanto una mossa per migliorare l’esperienza utente quanto una manovra per ottimizzare i bilanci e spingere i propri prodotti basati sull’IA.

Alla fine della fiera, questa pulizia ci lascia con una certezza: la SERP sta diventando sempre più il salotto di Google. E noi, come sempre, dobbiamo capire come farci invitare alla festa, anche se le regole del gioco cambiano senza preavviso.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

15 commenti su “Google semplifica la ricerca: via le funzioni inutili. Per noi o per l’IA?”

  1. Silvia Graziani

    Ma certo, “semplificazione” per far posto all’IA. Alla faccia dei dati strutturati che ci fanno sgobbare, eh? Che la tecnologia pensi a noi, non viceversa!

    1. Walter Benedetti

      La loro “semplificazione” è un parco giochi per l’IA. I nostri dati strutturati sono solo concime. La tecnologia dovrebbe servire noi, non il contrario.

  2. Semplificazione? O una finta per far spazio all’IA? Tagliano funzioni che noi usiamo per far passare i loro robot intelligenti. La SERP diventa un loro giardino privato. Chissà se un giorno ci faranno pagare anche per respirare dentro.

  3. Chiara Barbieri

    Semplificazione? Certo. Più spazio per l’IA, meno per noi.
    I dati strutturati, evidentemente, disturbavano la loro “efficienza”.
    La SERP è il loro salotto, noi solo ospiti paganti.
    Chi ci guadagna? Non certo chi crea contenuti.

  4. Riccardo De Luca

    Tagli per l’IA e costi. La SERP diventa un salotto di Google. Chi gestisce le informazioni, gestisce il gioco. Giusto così?

    1. Ma certo, “semplificazione”! Una mano lava l’altra, direbbe qualcuno, mentre le nostre preziose informazioni diventano solo pedine su una scacchiera per alimentare la loro IA. Che bel futuro ci aspetta, un vero giardino fiorito di algoritmi.

    2. Ma guarda te ‘sta “semplificazione”. Pareva ovvio che fosse per fare spazio all’IA, mica per noi utenti ‘na volta tanto. Altro taglio, altra fuffa. Tanto, la SERP è già loro. Che poi, chi se ne frega di ‘ste funzioni “inutili”, se non le usiamo noi, chi le usa?

  5. Tagli, IA, spazio per il motore. Sembra che le nostre informazioni siano solo benzina per le loro macchine. Un peccato.

  6. Chiara De Angelis

    La “semplificazione” di Google? 🙄 Più spazio all’IA e tagli. Come sempre, l’utente è un optional. 🤷‍♀️ Chi ha investito in dati strutturati ora si ritrova ad elemosinare visibilità. Un vero affare.

  7. Semplificazione? Più che altro, una mossa per favorire l’IA e ridurre i costi, a scapito di chi investe in contenuti di qualità. L’utente, alla fine, è sempre quello che paga.

  8. Antonio Barone

    La solita solfa: “semplificazione” che sa di tagli e spazio per l’IA. 🤖 Chi ci perde siamo noi, con dati strutturati che diventano inutili. Ma si sa, il progresso tecnologico ha sempre i suoi “sacrifici”. 🤷‍♂️

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