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L’integrazione di X e YouTube nel feed e il restyling grafico potrebbero trasformare Discover in un aggregatore di contenuti sempre più simile a un social network, a discapito degli editori.
Google sta rivoluzionando Discover integrando contenuti da X e YouTube e con un design più social. Questa strategia, post Core Update che ha penalizzato molti editori, mira a trasformare Discover in un aggregatore totale. L'obiettivo è trattenere gli utenti nell'ecosistema Google, consolidando il controllo sui flussi informativi e influenzando la produzione di contenuti. Un'operazione strategica con implicazioni significative.
Google sta cambiando le carte in tavola su Discover: cosa sta succedendo?
Se pensavi che Google si fosse preso una pausa dopo i terremoti degli ultimi aggiornamenti, ti sbagliavi di grosso.
Nelle ultime settimane, infatti, sta andando in scena un fermento di esperimenti su Google Discover che la dice lunga sulla direzione che Big G vuole prendere. Non si tratta di piccoli aggiustamenti, ma di test che potrebbero ridisegnare il modo in cui milioni di persone scoprono contenuti ogni giorno.
E, come sempre quando si parla di Google, la domanda da farsi è una sola:
a chi giova tutto questo?
Dietro queste manovre c’è una strategia ben precisa, che va ben oltre il semplice restyling grafico.
Un feed sempre più social, ma a quale prezzo?
La mossa più evidente, e forse la più significativa, è l’integrazione di contenuti provenienti da piattaforme esterne, ma non troppo. Google sta testando l’inclusione diretta di post di X (il fu Twitter) e di YouTube direttamente nel feed di Discover.
Non parliamo di un semplice link, ma di veri e propri “widget” interattivi, con tanto di caroselli di immagini per i post di X.
La mossa, diciamocelo, non è affatto ingenua: l’obiettivo sembra quello di trasformare Discover in un aggregatore totale di contenuti, capace di trattenere l’utente all’interno del proprio ambiente il più a lungo possibile, senza lasciarlo “scappare” su altre app.
Stanno forse cercando di costruire un giardino recintato ancora più alto, dove i contenuti dei social servono da esca per alimentare il loro motore di raccomandazione?
È un tentativo di cannibalizzare il traffico delle piattaforme social, offrendo un’esperienza simile ma sotto il completo controllo di Google.
Ma non è solo una questione di contenuti esterni. Google sta lavorando anche sull’impatto visivo, e il motivo è più sottile di quanto sembri, come puoi leggere su Search Engine Roundtable.
Il restyling visivo e il messaggio nascosto
Parallelamente all’integrazione di nuovi formati, sono spuntati test con un nuovo design per le schede di Discover. Le immagini ora hanno angoli arrotondati e non occupano più l’intera larghezza della scheda.
Un dettaglio che potrebbe sembrare insignificante, ma che in realtà cambia la percezione del feed, rendendolo visivamente più simile a una bacheca social e meno a un elenco di articoli di giornale.
Questo “ammorbidimento” estetico non è casuale: prepara il terreno all’arrivo di Discover anche su desktop, uniformando l’esperienza e abituando l’occhio a un formato più ibrido, a metà tra news e intrattenimento.
In pratica, stanno limando ogni dettaglio per rendere il passaggio da un tipo di contenuto all’altro, e da un dispositivo all’altro, il più fluido e naturale possibile.
Il tutto per rendere l’utente sempre più dipendente da questo flusso di informazioni.
E mentre Google si concentra su questi dettagli, sullo sfondo si è consumato un vero e proprio dramma che ha messo in ginocchio molti editori e aziende.
Il contesto che nessuno ti racconta: Discover come ancora di salvezza?
Questi esperimenti non avvengono nel vuoto.
Arrivano subito dopo il Core Update di Giugno 2025, un aggiornamento che, dati alla mano, ha fatto crollare il traffico organico per moltissimi siti, specialmente nel settore delle news.
In pratica, il messaggio di Google sembra essere questo: “Ti ho tolto visibilità nella ricerca tradizionale, ma potrei dartene un po’ qui, su Discover, alle mie condizioni”.
Questa piattaforma, sempre più centrale nella strategia di Mountain View, diventa così una sorta di ancora di salvezza (o di ricatto, a seconda dei punti di vista) per chi ha perso traffico dalla SERP.
La strategia sembra chiara: rendere Discover così indispensabile da costringere editori e creatori di contenuti a produrre esattamente ciò che il suo algoritmo vuole, premiando chi si allinea e lasciando indietro chi non lo fa.
In questo modo, Google non solo decide cosa vediamo, ma influenza anche cosa e come viene prodotto.
Una centralizzazione del potere informativo che dovrebbe far riflettere tutti, non solo gli addetti ai lavori.

Ah, i miracoli della tecnologia! Google, con la sua solita magnanimità, decide di offrirci un feed ancora più… “social”. Certo, perché mancava proprio questo. Mi chiedo solo quando smetteranno di considerarci semplici consumatori passivi di contenuti, anziché parte di un dialogo autentico.
Ma certo, ci mancherebbe! Google che “rivoluziona” Discover per trattenerci tutti lì? Geniale, davvero. Io, che già passo ore a scrollare contenuti inutili, ora avrò anche X e YouTube a rompere le scatole. Che svolta epocale.
La mossa di Google con Discover è un cavallo di Troia digitale. Si presenta come un aggiornamento, ma è un tentativo di accerchiare l’attenzione. È un gioco di potere, dove il contenuto diventa il servo dell’algoritmo.
Alessandro, ti capisco. X e YouTube nel feed? Che casino. Spero solo non diventi un buco nero di tempo.