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ChatGPT irrompe nelle chat di gruppo: una strategia per centralizzare la collaborazione o una reale opportunità di team working potenziato?
OpenAI lancia le chat di gruppo in ChatGPT, presentandole come innovazione collaborativa. In realtà, la mossa nasconde una chiara strategia: spingere gli abbonamenti Pro, con nette distinzioni tra versioni. L'obiettivo è centralizzare il lavoro di squadra, sfidando Slack e Teams, ma solleva dubbi sulla dipendenza da un'unica piattaforma e la vera democratizzazione della collaborazione.
ChatGPT si butta sulle chat di gruppo: la mossa di OpenAI per non farti uscire più dalla sua piattaforma
OpenAI ha deciso che le chiacchierate uno a uno con la sua IA non bastano più. Ora vuole entrare di prepotenza anche nelle tue conversazioni di gruppo, lanciando una funzione di chat collaborativa direttamente dentro ChatGPT.
L’idea, sulla carta, è quella di permettere a più persone di interagire con l’intelligenza artificiale all’interno dello stesso spazio, per fare brainstorming, pianificare progetti o risolvere problemi insieme.
Ma dietro a questa facciata di “collaborazione potenziata”, cosa si nasconde davvero?
La collaborazione secondo OpenAI: tutti insieme appassionatamente?
La nuova funzionalità, attualmente in fase di test pilota in mercati selezionati come il Giappone e la Nuova Zelanda, permette di creare delle stanze virtuali in cui invitare i tuoi colleghi o collaboratori.
Fin qui, niente di rivoluzionario.
La parte interessante è che, a differenza di altre piattaforme, qui puoi personalizzare il comportamento dell’IA, decidendo se deve intervenire in automatico o solo quando viene chiamata in causa, quasi fosse un membro del team a tutti gli effetti.
Puoi dire a ChatGPT come deve comportarsi in quella specifica chat di gruppo, dandogli un ruolo preciso nel flusso di lavoro.
Tutto molto bello, sulla carta.
Ma come spesso accade quando si parla di giganti tech, il diavolo si nasconde nei dettagli, soprattutto in quelli che riguardano il portafoglio.
Un posto al sole per tutti? non proprio: ecco chi comanda
Diciamocelo, l’idea di una collaborazione democratica lascia un po’ il tempo che trova. OpenAI ha messo subito le cose in chiaro: più paghi, più collabori.
Se sei un utente Pro, puoi invitare fino a 100 persone e caricare 40 file. Se invece sei sulla versione gratuita, beh, ti devi accontentare di 5 collaboratori e 5 file, come descritto nelle note di rilascio ufficiali di OpenAI.
Una segmentazione così netta fa sorgere un dubbio legittimo: si tratta di un vero strumento pensato per i team o dell’ennesima, astuta strategia per spingerti a mettere mano alla carta di credito?
Questa mossa sembra studiata a tavolino non tanto per “aiutare” la collaborazione, quanto per rendere la versione a pagamento così desiderabile da far sembrare quella gratuita quasi un assaggio incompleto.
Oltre la chat: la vera partita si gioca sul controllo del lavoro di gruppo
Non si tratta solo di aggiungere una funzione. Qui la partita è molto più grande e l’obiettivo sembra essere quello di erodere terreno a strumenti come Slack o Microsoft Teams.
L’ambizione di OpenAI è chiara: diventare il fulcro centrale del lavoro di squadra, il luogo dove non solo si parla, ma si crea, si progetta e, di fatto, si vive professionalmente, sempre sotto lo sguardo attento della sua intelligenza artificiale.
La vera domanda che dovresti porti non è se questa funzione sia utile, ma a quale prezzo arriva questa comodità.
Siamo sicuri di voler concentrare le nostre dinamiche di team, le nostre idee e i nostri dati interni nelle mani di un’unica, potentissima azienda?
La centralizzazione di oggi potrebbe trasformarsi nella dipendenza di domani.

Mi preoccupa questa spinta verso l’alto. 😟 La collaborazione vera non si forza. Spero solo non diventi un silos digitale. 🚀
Luciano, “silos digitale” pare un eufemismo per un futuro in cui tutto gravita attorno a un unico, onnisciente algoritmo. La vera collaborazione è sempre stata caotica, non addomesticabile.
Paolo, capisco la tua apprensione. Questa centralizzazione mi mette un po’ d’ansia. La creatività non si rinchiude in un unico posto, vero?
Certo, un tentativo di monopolio mascherato da collaborazione. Chi ci casca, ci casca.
Altra trovata per vincolarci. Ma la moda, quella, non si fa centralizzare.
Ma guarda un po’, l’ennesima mossa per incatenarci a una singola piattaforma. Pensavano fossimo così ingenui da credere alla favola della collaborazione potenziata? Alla fine, è solo un altro tentativo di monetizzare un’idea che, diciamocelo, non rivoluziona granché.
Questa IA sta diventando un polpo. Teme che finiremo nelle sue spire, senza scampo. La collaborazione è un’altra gabbia dorata?
Walter, un polpo tentacolare, si dice? Che metafora… ironica.
Walter, un polpo è poco! OpenAI sta costruendo una rete. La collaborazione deve essere libera, non un altro lucchetto digitale.
La democratizzazione della collaborazione, o un altro guinzaglio digitale per fidelizzare gli utenti? L’illusione della centralizzazione, o il miraggio di un lavoro di squadra potenziato, finirà per imprigionare l’agilità che tanto decantiamo?
Mah, centralizzare tutto… 🙄 Mi chiedo se l’entusiasmo per la nuova funzione non nasconda un desiderio di controllo. La vera collaborazione fiorisce nella diversità, non nell’uniformità. O sbaglio? 🤔
Francesco, il tuo punto sul controllo è valido. Questa centralizzazione rischia di soffocare la spontaneità. La collaborazione vera non ha bisogno di corridoi digitali prefissati, ma di apertura. Non trovi?
Certo, altro giro altra corsa nel tentativo di tenerci incollati. L’idea di una collaborazione “centralizzata” con un’IA mi fa pensare: quanto ci costerà, in termini di libertà, questo presunto turbo al teamwork?
Questa mossa ci lega a una piattaforma. Collaborazione o prigione dorata?
Sara, bella domanda. Centralizzare tutto fa comodo, ma la vera collaborazione mica sta solo in una piattaforma. Mi sembra più un modo per tenersi stretti gli utenti. Voi che dite?
Muoversi in branco, con l’IA come cane da pastore. Chi controlla il gregge?
Ah, ecco. Altra mossa per incassare. 🙄 Collaborazione potenziata o dipendenza? Boh. 🤷♂️ Io resto col mio buon vecchio foglio di calcolo. 📊
Mi preoccupa questa dipendenza. 😥 La vera collaborazione non si nasconde nelle piattaforme.
Ok, altro giro. Centralizzare sì, ma a che prezzo? Pare una mossa per fidelizzare, blindare. Chi ci dice che non crei dipendenza? Io sto col foglio di calcolo, più trasparente.
Beh, una soluzione comoda, ma la vera collaborazione resta fuori dalla gabbia.
Certo, questa integrazione in ChatGPT sembra un’ottima roba per fare squadra, anche se poi c’è sempre da vedere se non ci incastra un po’ troppo.
Quindi ci imbottigliano in un’unica gabbia digitale? Una mossa per incassare, con la collaborazione come specchietto per le allodole.
Centralizzare è comodo, ma la vera collaborazione non è questione di piattaforme.
È tutto così… etereo. Un po’ mi incanta l’idea di chiacchierare tutti insieme con un’IA, ma poi penso… non è un po’ come perdersi nel cielo, senza più un punto fermo?
Prossimo step: AI onnipresente. Ok. Mossa furba per abbonamenti. Collaborazione forzata? Mah.
Ma dai, ChatGPT nelle chat di gruppo? Ok, spingono Pro, ci sta. Però ‘sta cosa di chiuderci tutti in un’unica piattaforma mi puzza. Ma che team working è se poi sei “incatenato” all’IA? Mah.
OpenAI ci vuole sempre più legati. Bel tentativo per spingere Pro. Ma la vera collaborazione mica la trovi in un bot. #AI #futuro
Ma guarda un po’, un altro ingranaggio in questa macchina digitale che ci vuole imprigionati. La collaborazione, certo, ma a quale prezzo, mi chiedo.