Le annotazioni arrivano nella Google Search Console: una rivoluzione o un passo tardivo?

Anita Innocenti

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Le annotazioni sulla Search Console sono finalmente realtà, ma con forti limitazioni: 120 caratteri, nessuna modifica e durata massima di 500 giorni

Google introduce finalmente le annotazioni nella Search Console, una funzionalità attesa ma con limiti stringenti: 120 caratteri, immodificabili e una scadenza. L'aggiornamento, datato 2025, solleva dubbi sulla reale utilità. È un aiuto concreto o una mossa calcolata di Google per legare ulteriormente gli utenti alla sua piattaforma, offrendo funzionalità base già presenti altrove?

La Search Console si aggiorna: ora puoi aggiungere note. Davvero una rivoluzione?

È successo a tutti, ammettiamolo.

Fai una modifica al sito, lanci una campagna, o magari il tuo competitor principale chiude i battenti. Il traffico ha un picco, o un crollo.

Passano due mesi e, guardando quel grafico, la domanda è sempre la stessa: “Cosa diavolo era successo quel giorno?”.

E così, Google, dopo anni di attesa, ha finalmente deciso di lanciare la sua soluzione: le annotazioni personalizzate nei report sulla performance della Search Console. In pratica, dei piccoli post-it digitali da appiccicare direttamente sui tuoi dati.

Una mossa che arriva dopo una fase di test iniziata a maggio, ma che solleva più di una domanda.

Siamo di fronte a un reale passo avanti o a una semplice concessione che arriva con un ritardo imbarazzante?

Come funzionano questi “promemoria” digitali

Il meccanismo è semplice, quasi banale. Clicchi su una data nel grafico, selezioni “Aggiungi annotazione” e scrivi la tua nota. Ma attenzione, perché qui iniziano i paletti.

Come descritto da Google stessa sul suo blog per sviluppatori, hai a disposizione solo 120 caratteri per lasciare la tua traccia. Non uno di più. Puoi inserirne fino a 200 per ogni proprietà, ma una volta creata, un’annotazione non si può modificare: o la tieni così com’è o la cancelli.

Ah, e non affezionartici troppo, perché dopo 500 giorni sparirà nel nulla, cancellata in automatico.

Tutto qui.

Uno strumento per appuntarsi eventi chiave, visibile a chiunque abbia accesso alla proprietà.

Utile, certo.

Ma la vera domanda è un’altra: perché abbiamo dovuto aspettare il 2025 per una funzione che altri strumenti di analisi offrono da una vita intera?

La mossa di Google: un regalo o una strategia calcolata?

Diciamocelo chiaramente: le annotazioni non sono un’invenzione di Mountain View. Google Analytics le ha da secoli. Tanti strumenti SEO di terze parti le integrano da sempre.

Allora perché questo arrivo tardivo e con così tante limitazioni?

Non poter modificare un testo di 120 caratteri nel 2025 suona quasi come una barzelletta. L’impressione è che Google stia cercando di rendere la Search Console una piattaforma sempre più centrale, quasi un recinto dorato da cui non far uscire gli addetti ai lavori.

Aggiungendo una funzione base, che molti gestivano con semplici fogli di calcolo, Google ti lega un po’ di più al suo ambiente. È un modo per dire: “Resta qui, ti diamo tutto noi”.

Ma questo “tutto” arriva alle loro condizioni, con i loro limiti.

La comodità di avere una nota a portata di click è innegabile, ma non dovremmo mai smettere di chiederci quale sia il vero obiettivo dietro queste “concessioni”.

Un piccolo aiuto per noi, o un altro pezzetto del puzzle per tenerci sempre più dentro la loro bolla?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

4 commenti su “Le annotazioni arrivano nella Google Search Console: una rivoluzione o un passo tardivo?”

  1. Chiara Barbieri

    120 caratteri? Immodificabili? Scadenza?
    Siamo a fare i conti in tasca a Google, o a migliorare il sito? Solite promesse.

    1. Nicolò Sorrentino

      Un piccolo seme di utilità, ma con radici poco profonde. Speravo in una vera svolta per il branding, non un giocattolo con le rotelle.

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