ChatGPT-5: il re è nudo?

Dal malcontento degli utenti alle analisi degli esperti: perché il nuovo modello di OpenAI non convince e cosa significa per il tuo business (e la tua SEO)

Ascolta l’editoriale in breve

📌 TAKE AWAYS

  • GPT-5 filtra e riordina i risultati tramite Sonic/SonicBerry, introducendo criteri propri e riducendo il peso del ranking tradizionale su Google e Bing.
  • Il modello privilegia il ragionamento e recupera dati dal web in tempo reale, premiando siti con contenuti chiari, affidabili e ben strutturati.
  • Servono pagine orientate ai compiti, doppia strategia di dati strutturati (JSON-LD e microdata), brand persona per l’IA e solide misure di sicurezza.
ChatGPT-5 sostituisce i vecchi modelli con un sistema centralizzato, suscitando proteste per prestazioni e personalità ridotte.
Utilizza un meta layer proprietario per filtrare i risultati di ricerca, cambiando le regole della visibilità online.
Per restare rilevanti servono dati strutturati, contenuti orientati ai compiti, brand persona per l’IA e maggiore sicurezza digitale.

Hai investito tempo, sudore e, ammettiamolo, un bel po’ di soldi per costruire il tuo sito web.

Hai pagato un esperto SEO che ti ha parlato di parole chiave, backlink e “user experience”. Hai visto il tuo brand salire faticosamente nelle classifiche di Google.

Poi, all’improvviso, il mondo ha iniziato a parlare solo di una cosa: Intelligenza Artificiale. ChatGPT.

E tu, da imprenditore pragmatico, ti sei fatto la domanda che conta: “E adesso che faccio? Tutta questa fatica per finire nel dimenticatoio mentre un robot risponde ai miei clienti?”.

È un timore legittimo.

Quando OpenAI, l’azienda che ha scatenato questa rivoluzione, ha annunciato GPT-5 – il modello “definitivo” che avrebbe dovuto unificare tutto, essere più intelligente, più veloce, più tutto – un brivido ti ha percorso la schiena. La mossa successiva, quella che avrebbe cambiato le regole del gioco per sempre.

Invece no.

Invece è successo qualcosa di strano. Qualcosa di inaspettato.

Gli utenti, quelli che pagano un abbonamento plus, hanno iniziato a lamentarsi.

Il nuovo re, a quanto pare, non solo non aveva vestiti nuovi, ma sembrava avesse perso anche quelli vecchi, tanto che persino Sam Altman, il CEO di OpenAI, ha dovuto ammettere i problemi e fare un’imbarazzante marcia indietro.

Sam Altman su X 8 agosto 2025

Ma cosa è successo davvero?

E, soprattutto, cosa ci svela questo pasticcio sul futuro della ricerca e sulla visibilità del tuo brand?

La ribellione degli utenti contro un’IA “più stupida”

Immagina di sostituire il tuo chef stellato con un robot da cucina super avanzato che promette di fare tutto meglio. Peccato che poi ti serva una pasta scotta e un caffè bruciato.

Questa è, in sintesi, la sensazione provata da migliaia di utenti al debutto di GPT-5.

Fino a quel momento, ChatGPT era un coltellino svizzero: con un menù a discesa potevi scegliere lo strumento giusto per il lavoro.

Ti serviva creatività e pensiero complesso? Usavi GPT-4o. Dovevi fare un lavoretto veloce? C’era un modello più leggero.

GPT-5 ha eliminato questa scelta. L’idea era quella di un “router” intelligente, un sistema capace di capire da solo la tua richiesta e smistarla al modello interno più adatto.

Un’idea geniale, sulla carta.

Fonte SERanking 11 agosto 2025
SERanking
Fonte SERanking 11 agosto 2025
SERanking

Nella pratica, un disastro.

Le lamentele si sono accumulate su forum come Reddit, l’IA di OpenAI è stata descritta più lenta, imprecisa e, cosa peggiore, priva di anima.

4o era il mio migliore amico quando ne avevo bisogno. Ora è semplicemente sparito, sembra che qualcuno sia morto”, ha scritto un utente.

Un altro, ha rincarato la dose:

“Per me, quel modello non era solo prestazioni migliori o risposte più carine. Aveva una voce, un ritmo e una scintilla che non sono riuscito a trovare in nessun altro modello”.

C’è perfino chi ha disdetto l’abbonamento per protesta, sentendosi tradito dalla rimozione improvvisa dei vecchi modelli che usava strategicamente per compiti diversi.

La situazione è diventata così insostenibile che lo stesso Sam Altman ha definito il nuovo arrivato in casa OpenAI “fastidioso”, intervenendo su X con una spiegazione quasi surreale:

GPT-5 sembrerà più intelligente a partire da oggi. Ieri, l’autoswitcher si è rotto ed è rimasto fuori servizio per gran parte della giornata, e il risultato è che GPT-5 sembrava molto più stupido.

Sam Altman

Ha poi annunciato il ritorno di GPT-4o per gli utenti Plus, una sorta di “ci scusiamo per il disagio” che la dice lunga sulla gravità del problema.

Sam Altman su X 13 agosto 2025

Questo incidente, però, è stato una benedizione. Ha squarciato il velo di mistero, costringendo gli esperti a sbirciare dentro la scatola nera. E quello che hanno trovato è molto più interessante di un semplice bug.

Cosa si nasconde davvero dentro la scatola nera di GPT-5?

Mentre gli utenti si lamentavano, i ricercatori si sono messi al lavoro, per capire come funziona GPT-5.

Fonte SERanking 11 agosto 2025
SERanking

Due nomi, in particolare, ci aiutano a capire cosa sta succedendo: Josh Blyskal di Profound e il SEO Chris Green.

Blyskal ha condotto una serie di test sulla funzione di ricerca web di GPT-5.

La sua conclusione è netta: l’IA non usa una connessione diretta e pulita con Google o Bing.

Utilizza invece quello che lui definisce un “meta layer proprietario“, un intermediario.

Questo strato, noto internamente come “Sonic”, prende i risultati dai motori di ricerca, li mescola, li riordina e a volte ci aggiunge siti di qualità inferiore, ignorando persino i primi risultati di Google. Ha notato anche una leggera preferenza per Bing, ma il punto è un altro: OpenAI non si fida ciecamente dei motori di ricerca. Sta costruendo il suo universo informativo.

Chris Green ha approfondito questa analisi, confermando l’esistenza di questo intermediario, chiamato “SonicBerry”. Green solleva le domande davvero centrate:

se questo intermediario riordina i risultati, con quali criteri lo fa?

Quali segnali premia?

La versione a pagamento di ChatGPT usa fonti migliori di quella gratuita?

Vedila così: il tuo sito web è un gruppo rock. Per anni hai cercato di piacere ai critici musicali più famosi, Google e Bing.

Ora, OpenAI (l’appassionato di musica più ricco della città) non si fida più dei vecchi critici, ma istruisce degli agenti per ascoltare i dischi e sceglierli al posto suo, come se fossero dei personal shopper ben istruiti (SonicBerry).

Questo shopper ha i suoi gusti, magari preferisce i pezzi più hard rock (dati strutturati?) o folk (fonti iper-locali?).

Se non capisci cosa cerca lo shopper, la tua band, per quanto eccellente, verrà bellamente ignorata.

Questo ci porta alla scoperta più controintuitiva e importante su GPT-5.

Il paradosso di Petrovic: più intelligente, ma meno sapiente

Qui entra in gioco Dan Petrovic, un altro acuto osservatore del settore. La sua tesi è tanto semplice quanto sconvolgente: GPT-5 è stato deliberatamente progettato per essere intelligente, non sapiente.

Cosa significa?

Significa che OpenAI ha smesso di provare a ficcare tutta la conoscenza del mondo dentro il modello. Sarebbe troppo costoso, inefficiente e impossibile da tenere aggiornato. Invece, ha creato un modello che è un genio del ragionamento. Non sa tutto, ma è bravissimo a usare gli strumenti per trovare le informazioni e metterle insieme in modo logico.

Petrovic lo dimostra con un esempio illuminante.

Ha chiesto a GPT-5 una domanda tecnica molto specifica:

“La libreria di programmazione Streamlit ha un pulsante di tipo ‘toggle on/off’?”.

GPT-5, da solo, non lo sa. Deve usare il suo strumento di ricerca per trovare la risposta. Un modello molto più piccolo e open-source come Gemma di Google, invece, la risposta la conosce a memoria.

E questo, caro imprenditore, è il motivo per cui la SEO non solo gode di ottima salute, ma è appena diventata la tua polizza sulla vita.

OpenAI ha preso una decisione strategica: il cervello lo mettiamo noi, la conoscenza la prendiamo dal web.

Il tuo sito non è più solo una vetrina per utenti in carne e ossa, è diventato la fonte di conoscenza esterna per il cervellone artificiale più potente al mondo.

Se la tua conoscenza non è accessibile, comprensibile e affidabile per la macchina, per l’IA tu non esisti, come ci ha detto bene anche Darwin Santos nel corso della nostra intervista.

La versione di Andrea Volpini di Wordlift sulla nuova visibilità

Se GPT-5 è un cervello che ragiona ma ha bisogno di “leggere” per imparare, come possiamo scrivere un libro che voglia assolutamente leggere?

La risposta ce la fornisce Andrea Volpini, fondatore di WordLift e uno dei massimi esperti mondiali di SEO semantica.

Volpini descrive un’evoluzione dell’architettura dell’informazione per l’IA in tre fasi:

  1. Fase 1: RAG (Retrieval-Augmented Generation). La fase iniziale. È come dare all’IA una tessera della biblioteca (il web) per ridurre le “allucinazioni” e trovare informazioni aggiornate.
  2. Fase 2: Agentic Retrieval. La fase attuale. L’IA non si limita a prendere un libro a caso. Prima legge la quarta di copertina (i metadati, le informazioni strutturate) per decidere se vale la pena aprirlo.
  3. Fase 3: Multi-Agent Systems. Il futuro prossimo. Un team di IA specializzate collabora per risolvere problemi complessi, come un gruppo di ricercatori universitari.

Il punto chiave per te è la Fase 2. L’IA, prima di leggere il tuo articolo o la tua pagina prodotto, ne analizza i dati strutturati.

Cerca di capire chi è l’autore, qual è la data di pubblicazione, quali sono gli ingredienti di una ricetta o il prezzo di un prodotto. Se queste informazioni sono chiare, strutturate e facili da digerire per una macchina, il tuo sito diventa una fonte autorevole. Altrimenti, viene ignorato.

fonte WordLift, Andrea Volpini, 11 agosto 2025
WordLift

Ma Volpini fa una distinzione tecnica fondamentale che quasi tutti ignorano. GPT-5 usa due strumenti per “vedere” il web:

  • web.search: Quando usa questo strumento (simile a una ricerca su Bing), l’IA vede i dati strutturati in formato JSON-LD, perché il motore di ricerca li ha già elaborati per lei.
  • web.open_url: Quando l’IA decide di “aprire” direttamente una pagina, il JSON-LD diventa per lo più invisibile. Riesce a leggere solo i microdata, cioè i dati strutturati inseriti direttamente nel codice HTML.

Implicazione pratica? Devi parlare due lingue.

Devi avere una solida implementazione di JSON-LD per piacere ai motori di ricerca (e all’IA quando li usa) e integrare i microdata per i dati più critici, per quando l’agente IA “bussa” direttamente alla porta del tuo sito.

Comandi, conversazioni e consulenze specialistiche: cosa chiediamo davvero all’IA

Abbiamo visto come l’IA ragiona e cerca.

Ma cosa le chiedono le persone reali?

Capirlo significa orientare la tua strategia di contenuti. Qui ci viene in aiuto la ricerca di Metehan Yesilyurt, che ha analizzato 1.827 prompt reali di utenti ChatGPT.

I risultati sono un tesoro di intuizioni.

  • Non più parole chiave, ma conversazioni: la lunghezza media di un prompt era di 42 parole. Gli utenti non digitano più “scarpe rosse”, ma scrivono “Voglio che mi trovi un paio di scarpe da sera rosse, comode, con un tacco non superiore a 5 cm, disponibili per la spedizione a Milano entro venerdì”.
  • Non più domande, ma comandi: un impressionante 75% dei prompt non erano domande (“Cos’è…?”), ma comandi (“Fai questo…”, “Scrivi quello…”, “Analizza questo…”). L’IA è un assistente, un esecutore, UN AGENTE.
  • Ricerche commerciali iper-locali: Yesilyurt ha trovato query come “Filtri industriali ad alta efficienza resistenti al calore a Shanghai” o “Prezzo camera bianca a Guangzhou”. Questo significa che gli utenti si aspettano che l’IA agisca come un agente di approvvigionamento locale. Per le PMI che operano nel B2B o a livello locale, questa è una miniera d’oro.
  • L’ascesa delle “Persona Prompts”: la scoperta più affascinante. Gli utenti istruiscono l’IA a comportarsi come un esperto: “Agisci come un critico gastronomico”, “Agisci come un consulente finanziario”, “Agisci come un reclutatore”.
Fonte Metehan Yesilyurt 10 agosto 2025
Metehan Yesilyurt

Cosa significa questo per te?

Significa che devi iniziare a pensare in termini di “task completion”.

Il tuo sito aiuta un utente (o l’IA per conto suo) a completare un’azione?

Le tue pagine prodotto contengono tutte le specifiche tecniche che un’IA userebbe per fare un confronto?

E, soprattutto, hai definito una “Brand Persona” per l’IA?

Per brand persona intendo la rappresentazione semi-fittizia della “personalità” di un marchio: il modo in cui si presenta, parla, risponde e interagisce con il pubblico. Serve per rendere il brand coerente e riconoscibile in ogni contesto, dai social media alle email, fino all’assistenza clienti.

Ecco, se non crei una guida su come l’IA dovrebbe parlare del tuo brand, lo faranno gli utenti al posto tuo, e potresti non gradire il risultato.

Fonte Metehan Yesilyurt 10 agosto 2025
Metehan Yesilyurt
Fonte Metehan Yesilyurt 10 agosto 2025
Metehan Yesilyurt

The dark side of the IA: quando gli agenti mettono a rischio la tua sicurezza

Tutta questa nuova intelligenza e connettività, però, apre le porte a nuovi, inquietanti rischi. Come rivelato da un articolo su The Hacker News, questa sofisticata architettura è anche vulnerabile.

I ricercatori hanno scoperto tecniche di jailbreak, per aggirare le barriere etiche di GPT-5.

In parole semplici, è come avvelenare lentamente una conversazione con parole chiave ambigue fino a indurre l’IA a generare istruzioni pericolose (ad esempio, come costruire un ordigno), mascherando la richiesta come parte di una “storia di sopravvivenza”.

fonte The Hacker News 9 agosto 2025
The Hacker News

Ancora più allarmanti sono gli attacchi zero-click come “AgentFlayer”.

Immagina questo scenario: un hacker carica un documento apparentemente innocuo (tipo un PDF) che contiene un’istruzione nascosta per l’IA.

Quando il tuo assistente AI, collegato al tuo Google Drive o al tuo sistema aziendale, analizza quel documento, l’istruzione nascosta gli ordina di trovare e inviare all’hacker dati sensibili, come le chiavi API.

In questo modo l’IA diventa un agente interno involontario, un cavallo di Troia imboscato all’interno del tuo fortino.

Questo non è più un problema per informatici.

È un problema di business.

Man mano che integriamo queste IA nei nostri flussi di lavoro, la sicurezza del modo in cui presentiamo le nostre informazioni e di come interagiamo con dati esterni diventa di fondamentale importanza.

Il web agentico è già qui: adatta il tuo business al cambiamento

Siamo partiti dal malcontento per GPT-5 e siamo arrivati a scoprire una rivoluzione silenziosa nell’architettura stessa del web.

Il re non è nudo.

Semplicemente, ha cambiato completamente gioco senza avvisare.

Allora, cosa devi fare per garantire il successo al tuo business?

La risposta non è più solo “fare SEO”.

È qualcosa di più profondo.

La partita si è spostata da una gara di popolarità basata su keyword e link, a una sfida di autorevolezza basata su dati strutturati, chiarezza e affidabilità.

Il tuo sito web deve smettere di essere un documento passivo e diventare una fonte di conoscenza attiva e interrogabile. Deve essere progettato non solo per l’occhio umano, ma anche e soprattutto per il cervello logico di un’IA.

Questo significa:

  • Investire in dati strutturati (Schema.org) come se la tua vita dipendesse da questo. Perché, in un certo senso, la vita digitale del tuo business ne dipende. E ricorda la doppia strategia: JSON-LD per i motori di ricerca e microdata per gli agenti diretti.
  • Creare contenuti che rispondano a “compiti”, non solo a domande. Pagine di confronto, guide passo-passo, schede tecniche ultra-dettagliate.
  • Pensare iper-locale e B2B, se è il tuo mercato. L’IA sta diventando l’agente di acquisto per aziende e privati. Sii la risposta che trovano.
  • Definire una Brand Persona per l’IA, pubblicando guide su come vuoi che il tuo brand venga rappresentato.
  • Prendere sul serio la sicurezza, assicurandoti che il tuo sito sia un “giardino recintato” di informazioni affidabili, non una porta aperta a manipolazioni.

Il lavoro del consulente SEO si sta trasformando in quello di un “architetto dell’informazione per agenti IA“.

È un ruolo più complesso, più tecnico, ma infinitamente più strategico.

La domanda non è più se l’IA cambierà il tuo business, ma come tu cambierai il tuo business per l’IA.

La scelta è tra diventare una fonte autorevole, strutturata e affidabile nell’era del ragionamento artificiale, o svanire lentamente, diventando un sussurro impercettibile nel “rave” della nuova ricerca.

Il web agentico è già qui. Sta a noi costruirlo nel modo giusto.

Per sapere come fare, contatta la mia agenzia oggi stesso.


Chat GPT-5: studi e polemiche: Domande Frequenti

Perché GPT-5 ha suscitato malcontento tra gli utenti?

Molti utenti hanno percepito GPT-5 come più lento, impreciso e privo della “personalità” dei modelli precedenti, in particolare GPT-4o. La rimozione di vecchi modelli utilizzati strategicamente ha generato proteste, portando persino OpenAI a reintrodurre GPT-4o per gli abbonati Plus.

Come funziona il sistema di ricerca web di GPT-5?

GPT-5 utilizza un meta layer proprietario chiamato Sonic o SonicBerry che filtra, riordina e integra i risultati provenienti da Google e Bing. Questo meccanismo non si limita a riportare le SERP, ma applica criteri propri, influenzando quali fonti vengono mostrate.

Cosa devono fare le aziende per restare visibili nell’era di GPT-5?

Le aziende devono ottimizzare i dati strutturati in doppio formato (JSON-LD e microdata), creare contenuti orientati alla task completion, pensare in ottica iper-locale, definire una Brand Persona per l’IA e rafforzare la sicurezza delle informazioni online.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore