Un aggiornamento silenzioso di ottobre 2025 ha dimezzato le opportunità per i brand: ora l’intelligenza artificiale cita meno fonti e si affida a un numero sempre più ristretto di nomi autorevoli
📌 TAKE AWAYS
L’aggiornamento di ottobre 2025 ha cambiato il modo in cui ChatGPT cita i brand, riducendo drasticamente le menzioni.
Ora la visibilità è concentrata su pochi nomi come Wikipedia e Reddit.
Per i brand emergenti, la sfida è costruire autorevolezza e relazioni dirette con il pubblico.
Hai la sensazione che qualcosa stia cambiando, ma non riesci a capire cosa…
Da mesi si parla di ChatGPT, di intelligenza artificiale, di chatbot che riscrivono le regole del web.
Tutti ne parlano, pochi spiegano davvero cosa sta succedendo.
E poi spunta una nuova sigla, “Generative Engine Optimization” – GEO per gli amici (ma pure per i “nemici”) – che promette di essere la chiave per decifrare il futuro.
Ma è davvero così? O è solo un’altra furbata confezionata dai feticisti degli acronimi?
La realtà è che il terreno si sta muovendo sotto i nostri piedi.
Senza clamore, senza annunci, a ottobre 2025 ChatGPT ha fatto qualcosa che ha cambiato le regole e potrebbe “falsare” la partita.
Nessun effetto speciale, solo un aggiornamento silenzioso che ha avuto un impatto mica da ridere per chi vive di visibilità online.
E se non te ne sei accorto, non è colpa tua: queste scosse non fanno rumore, ma quando arrivano, spazzano via certezze e strategie, come ti spiegherò nel corso dell’articolo.
Il punto è semplice: non ti serve diventare un esperto di algoritmi, ti serve restare visibile e ampliare il tuo pubblico.
Vuoi che il tuo brand sia trovato, riconosciuto, scelto sia dai crawler IA che dalle persone in carne e ossa.
Vuoi che il tuo lavoro continui a prosperare anche mentre la ricerca cambia pelle.
Ma nel nuovo ecosistema dominato dall’intelligenza artificiale, il rischio non è solo perdere traffico: è sparire del tutto, cadere nel dimenticatoio.
Ed è qui che inizia il viaggio.
Perché non si tratta solamente di capire il significato di una sigla misteriosa come GEO, ma di interpretare una rivoluzione “light” e poco appariscente.
Quella che sta ridefinendo cosa significa essere trovati, conosciuti e autorevoli nel mondo dell’IA.
Cronaca di una visibilità annunciata (e poi scomparsa)
Immagina di essere a una grande fiera di settore. Fino a settembre, quando un potenziale cliente chiedeva consiglio, gli venivano indicati sei o sette stand diversi, tra cui probabilmente il tuo.
Una buona opportunità per tutti.
A metà ottobre, però, le regole sono cambiate.
Ora, a quella stessa domanda, vengono indicati solo tre o quattro stand, e sempre gli stessi, i più grandi e conosciuti. Per tutti gli altri, il silenzio.
Questo è esattamente ciò che è successo con ChatGPT.
Un’analisi dettagliata condotta dalla società di ricerca Profound ha rivelato che, intorno al 18 ottobre 2025, il sistema ha subito un aggiornamento radicale.
Il numero medio di marchi menzionati in ogni risposta è crollato, passando da circa 6-7 a soli 3-4.

Un vero e proprio dimezzamento delle opportunità.
La visibilità media dei brand, di conseguenza, ha subito un calo medio del 31%. Oltre l’85% dei marchi ha visto la propria presenza ridursi.


Ma non è tutto.
L’intelligenza artificiale ha anche scelto i suoi nuovi “preferiti”.
Le fonti che ora cita con maggiore insistenza sono due colossi quasi inattaccabili: Wikipedia e Reddit.
La distribuzione delle citazioni, un tempo più equilibrata, si è trasformata in un duopolio, lasciando le briciole a tutti gli altri.
Il mercato della visibilità si è improvvisamente concentrato, diventando più spietato e competitivo.
Così, essere menzionati oggi è molto più difficile di quanto non fosse solo poche settimane fa.
Il “grande inganno” del traffico dagli LLM (neanche Reddit viene risparmiata)
Forse stai pensando: “Ok, meno menzioni, ma almeno il traffico che arriva sarà di qualità”.
Purtroppo, devo darti una cattiva notizia.
Quel traffico, che sembrava la nuova frontiera, sta svanendo come il miraggio di un distributore automatico pieno di bibite fresche nel deserto del Sahara.
Kevin Indig, uno dei più noti analisti del settore, ha monitorato l’andamento del traffico proveniente dai modelli linguistici (LLM come ChatGPT) verso i siti aziendali.
I dati raccontano una storia drammatica: dopo una crescita esplosiva del 65% dall’inizio del 2025, da luglio il traffico di riferimento è crollato del 42%.


Un’inversione a U che ha spiazzato tutti.
Perché?
Semplice.
I nuovi modelli di intelligenza artificiale sono progettati per dare la risposta completa direttamente nella loro chat, rendendo il click verso il tuo sito un’azione superflua.
L’utente ottiene ciò che vuole e non ha motivo di andare oltre.
Il valore non è più nella visita, ma nel concetto di visibilità: essere nominati, essere presenti nella mente dell’utente (e dell’IA) come la soluzione a un problema.
A conferma di questo, persino il CEO di Reddit, Steve Huffman, ha ammesso candidamente che i chatbot IA non stanno portando traffico significativo alla sua piattaforma.
Le persone arrivano su Reddit principalmente da Google o digitando direttamente l’indirizzo: insomma alla vecchia maniera!
In pratica l’IA usa i contenuti di Reddit per le sue risposte, ma non restituisce il favore in termini di visitatori.
Un classico, ormai.
Chi sono i vincitori della lotteria dell’IA? (Spoiler: la fortuna c’entra pochissimo)
A questo punto, la domanda sorge spontanea: se la visibilità è così concentrata e difficile da ottenere, chi sono i fortunati vincitori? E soprattutto, cosa hanno fatto per meritarselo?
Un’analisi condotta da Ahrefs, uno dei più importanti strumenti SEO al mondo, ha sezionato le 1.000 pagine più citate da ChatGPT a settembre 2025.


I risultati sono una doccia fredda per chi spera in una scorciatoia.
Il 67% di queste pagine è, di fatto, “off-limits” per i marketer.
Si tratta di pagine di Wikipedia, home page di grandi aziende, siti istituzionali e store di applicazioni. Luoghi dove non puoi semplicemente “piazzare un articolo” o chiedere una menzione.
Sono cittadelle fortificate con i cecchini sui tetti.

Ma il dato più interessante riguarda le pagine che vengono citate.
Sei pronto?
Provengono quasi esclusivamente da domini con un’autorità immensa (il Domain Rating, una sorta di punteggio di reputazione del sito, ha un valore medio di 90 su 100) e, soprattutto, sono incredibilmente recenti.
Cosa comporta tutto questo per te?
Significa che ChatGPT non premia il sito carino o l’articolo ben scritto.
Premia l’autorità consolidata e la freschezza quasi “ossessiva”, direi.
Non basta avere un buon prodotto.
Eh no, devi essere percepito come un’autorità indiscutibile nel tuo campo, e i tuoi contenuti devono essere costantemente aggiornati.
“Una buona SEO è una buona GEO”
Proprio mentre questo caos prende forma, è sorto un nuovo esercito di “santoni” che ti promettono la luna: la “Generative Engine Optimization” (GEO).
Ti diranno che hanno la formula segreta per farti citare da ChatGPT, che senza di loro sarai più invisibile di Casper, che devi comprare il loro corso o il loro servizio per sbloccare i segreti dell’IA.
Peccato che molti dei brand che oggi dominano le risposte degli LLM non hanno fatto assolutamente nulla di specifico per la “GEO”.
Lily Ray, una delle voci più rispettate e schiette della SEO a livello mondiale (se eri distratto, l’avevamo intervistata a luglio 2025), fa un paragone super calzante, a mio avviso.
Ci chiede: secondo voi perché Levi’s è il marchio più citato quando chiedi “i migliori jeans”?
Perché ha fatto una magica ottimizzazione GEO?
No.
È perché è Levi’s.
La sua autorevolezza è stata costruita in decenni di marketing, presenza sul mercato e riconoscibilità, ed era già presente nei dati con cui l’intelligenza artificiale è stata addestrata.
Non fa una piega, no?
Come dice Lily Ray, “una buona SEO è una buona GEO”.
L’intelligenza artificiale, per ora – aggiungo io – non fa che riflettere la reputazione che un brand si è già costruito sia nel mondo reale che sul web.
Non si tratta di ingannare un algoritmo con qualche trucco tecnico, ma di costruire un’autorità così solida che l’IA non possa fare a meno di riconoscerti.
Diffida di chi vende soluzioni miracolose. In questo nuovo mondo, come nel vecchio, non esistono scorciatoie.
Smetti di inseguire i click: costruisci il tuo pubblico
Allora, che fare? Abbandonarsi alla disperazione e guardare il proprio business dissolversi come un ectoplasma?
Assolutamente no.
Questo è il momento di agire, ma con lucidità e visione.
È il momento di smettere di inseguire algoritmi che non controlliamo e di iniziare a costruire un legame autentico con chi davvero conta: il nostro pubblico.
L’ossessione per il singolo click appartiene al passato.
Oggi la vera sfida è dare forza e identità al proprio brand, renderlo riconoscibile e autorevole in ogni contesto (ne abbiamo parlato bene qui con Duane Forrester).
Si tratta di creare un ecosistema: uno spazio dove il marchio dialoga direttamente con la sua community, attraverso newsletter, podcast, contenuti originali e social network gestiti in modo strategico.
Canali propri, che nessun algoritmo può cancellare con un aggiornamento improvviso.
La differenza, ora, la fanno i contenuti che l’intelligenza artificiale non può replicare.
Non servono riassunti perfetti, ma opinioni, esperienze, inchieste, analisi.
Tutto ciò che nasce da una prospettiva umana, irripetibile, radicata nella competenza e nell’esperienza diretta. È questo il tipo di valore che conquista la fiducia e trasforma un pubblico in una community.
Ogni scelta, ogni azione, deve rafforzare la percezione di autorevolezza del brand.
Collaborare con esperti, partecipare a eventi, condividere ricerche originali, costruire un’identità solida nel tempo: è così che si diventa una fonte credibile agli occhi delle persone e, di conseguenza, anche dell’intelligenza artificiale.
Le metriche di successo devono cambiare.
Conta meno il volume di traffico e più la qualità delle relazioni, la frequenza con cui il pubblico torna, il numero di menzioni spontanee, il coinvolgimento sui propri canali.
L’obiettivo non è adattarsi passivamente al nuovo paradigma dell’AI search, ma governarlo. Consolidare la presenza del proprio marchio ovunque si muovano i clienti, fino a renderlo inconfondibile.
È una sfida complessa, sì, ma anche un’occasione straordinaria per costruire brand più forti, resilienti e, soprattutto, indispensabili.
Vuoi iniziare a lavorare in questa direzione? Rivolgiti alla mia agenzia.
ChatGPT cambiamenti ottobre 2025 e impatto sui brand: domande frequenti
Cosa è successo con l’aggiornamento di ChatGPT di ottobre 2025?
A metà ottobre 2025, ChatGPT ha introdotto un aggiornamento silenzioso che ha modificato il modo in cui cita marchi e fonti. Il numero medio di brand menzionati nelle risposte è sceso da 6-7 a 3-4, riducendo la visibilità complessiva del 31%. L’intelligenza artificiale ora si affida principalmente a due fonti dominanti: Wikipedia e Reddit.
Come ha influenzato questo aggiornamento la visibilità dei brand?
L’aggiornamento ha concentrato la visibilità su pochi nomi autorevoli, rendendo più difficile per i brand emergenti o di nicchia essere citati. Oltre l’85% dei marchi ha registrato un calo di visibilità, mentre la distanza tra i brand più visibili si è ridotta, creando un ambiente più competitivo e polarizzato.
Cosa dovrebbero fare i brand per restare visibili nell’era dell’intelligenza artificiale?
Per restare visibili, i brand devono costruire autorevolezza e fiducia nel tempo, puntando su contenuti originali, esperienze dirette e canali proprietari come newsletter, podcast e community. La chiave non è ottimizzare per l’algoritmo, ma rafforzare la reputazione e l’identità del marchio nella mente delle persone e dei sistemi di IA.

Ma figurati, pensavo fosse una roba seria. Alla fine, se l’AI fa la furbetta, tocca puntare su contenuti che fanno la differenza. Chi ha qualità, naviga a gonfie vele.
L’AI è un fiume: scorre, cambia letto. La visibilità si restringe. Solo le rocce solide restano. La reputazione è l’ancora.
Ma dai! 🙄 L’AI cita meno fonti? Che sorpresa! 🤷♀️ Meglio puntare sul brand. ✨