Le regole del digitale stanno cambiando.
O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.
Contattaci ora →Tra AI Overviews e contenuti automatizzati, il marketing si trasforma: un’analisi di Ahrefs sull’impatto di queste nuove tendenze, tra opportunità e rischi per i creatori di contenuti e gli utenti
Gli AI Overviews di Google, sintesi automatiche in cima ai risultati, hanno raggiunto 1,5 miliardi di utenti mensili, riducendo i click sui siti del 34,5%. Parallelamente, il 74,2% dei nuovi contenuti web è generato dall'AI, alimentando un mercato in forte crescita. Questa evoluzione solleva interrogativi sull'impatto sulla SEO, la qualità dei contenuti e la concentrazione del traffico nelle mani di Google.
AI Overviews: la nuova frontiera di Google o un altro modo per tenersi il traffico?
Te ne sarai accorto anche tu: le strategie di marketing digitale stanno cambiando pelle a una velocità impressionante, soprattutto per colpa, o merito, dell’intelligenza artificiale. I dati più recenti ci dicono che gli AI Overviews, quelle sintesi automatiche che Google ti piazza in cima ai risultati di ricerca, hanno raggiunto la cifra monstre di 1,5 miliardi di utenti al mese.
Parliamo di un balzo del 116% da marzo 2025, come riportato su Ahrefs il 13 giugno 2025. Questi riassuntini compaiono nel 12,8% di tutte le ricerche su Google, specialmente quando cerchi informazioni generiche, quelle che smuovono più traffico, mentre per ora sembrano evitare le ricerche legate a brand specifici o quelle locali.
Viene da chiedersi: una comodità per l’utente o un altro sistema ingegnoso di Google per tenersi stretto il traffico, magari a scapito di chi i contenuti li crea davvero?
E se le informazioni te le dà già Google, che bisogno c’è di cliccare oltre?
Questo ci porta dritti al cuore del problema successivo: come sta reagendo il mercato e, soprattutto, chi sta pagando il conto di questa “evoluzione”?
Contenuti sfornati dall’AI: siamo davvero pronti a questa valanga?
Mentre Google gioca le sue carte con gli AI Overviews, il mercato del marketing basato sull’intelligenza artificiale non sta certo a guardare: si parla di un valore di 47,32 miliardi di dollari nel 2025, con stime che lo vedono schizzare a 107,5 miliardi entro il 2028, secondo quanto descritto da SEO.com.
Una fetta enorme di questa torta, ben 62,75 miliardi, arriva dagli strumenti di AI generativa, tipo ChatGPT e simili, che ormai sono ovunque e promettono di automatizzare di tutto, dalla ricerca di parole chiave all’ottimizzazione dei testi.
Dan Shaffer di SEO.com lancia un monito che suona quasi come una minaccia: “Se non adotti l’AI nei tuoi processi quotidiani, il rischio di restare indietro cresce in modo esponenziale”. E questa corsa all’adozione si vede tutta nella produzione di contenuti: pensa che, secondo un’analisi di maggio 2025 pubblicata su Ahrefs, il 74,2% delle nuove pagine web contiene testo generato dall’AI.
Solo un misero 25,8% è farina del sacco, pardon, della penna umana.
Chi usa l’AI arriva a pubblicare il 42% di contenuti in più ogni mese.
Ma qui la domanda sorge spontanea:
Più contenuti significa anche contenuti migliori?
E questa marea di testi semi-automatici non rischia di appiattire tutto, rendendo il web un posto tremendamente noioso e omologato?
E soprattutto, come reagisce la SEO a tutto questo?
SEO stravolta e dibattiti accesi: chi ci guadagna davvero?
La situazione per chi si occupa di SEO si fa, diciamo, interessante. Perché se da una parte l’AI promette efficienza, dall’altra gli AI Overviews di Google stanno rimescolando le carte in tavola, e non sempre a favore dei publisher. Uno studio dettagliato, che puoi trovare sempre su Ahrefs, ha messo nero su bianco un calo del 34,5% nei click verso le pagine che si posizionano ai primi posti quando compare una di queste sintesi AI.
E indovina un po’?
Ben il 43% degli AI Overviews cita come fonte le property di Google stessa, di fatto creando un bel corto circuito che tiene gli utenti all’interno del suo recinto dorato. Non sorprende, quindi, che i marketer stiano già cambiando strategia, puntando a farsi menzionare dentro questi riassunti AI, che sembrano attirare più attenzione dei classici risultati organici.
Xibeijia Guan, data scientist di Ahrefs, avverte che un’eccessiva dipendenza dai contenuti AI rischia di “omogeneizzare i risultati di ricerca e di erodere la differenziazione dei brand”. Dall’altra parte, c’è chi vede in questi strumenti una sorta di livella, che permette anche ai piccoli di competere con i colossi automatizzando compiti complessi.
Ma la domanda resta:
Questa evoluzione, spinta forte da colossi come Google, sta davvero democratizzando il web o sta solo spostando il potere (e i profitti) ancora di più nelle mani di pochi?
Una riflessione che, direi, è più che mai aperta.