Le AI Overviews di Google: un colpo amaro per i publisher e i ricavi da affiliazione

Anita Innocenti

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Tra cali di ricavi e traffico in picchiata, l’impatto delle AI Overviews si fa sentire sui publisher, rimettendo in discussione modelli di business consolidati.

Le AI Overviews di Google stanno mettendo a dura prova i publisher, causando cali nei ricavi da affiliazione (20-40%) e nel traffico organico (fino al 70% in alcune nicchie). L'intelligenza artificiale di Google risponde direttamente alle domande, trattenendo gli utenti sulla piattaforma e monetizzando i contenuti altrui con annunci propri. Questa strategia, priva di un'opzione di opt-out per i creatori, sta ridisegnando il panorama del web, accentrando profitti e controllo nelle mani di Google.

La batosta sui conti: i numeri non mentono

Analizziamo la situazione con un po’ di freddezza. Stiamo parlando di una contrazione del traffico organico che, a seconda del settore, può oscillare tra il 18% e il 64%. Ma ci sono nicchie, come quelle legate al fai-da-te, alla cucina o ai viaggi, dove la perdita di traffico ha toccato punte del 70%, come riportato in diverse analisi di settore tra cui quella di Press Gazette.

Pensa a un blog di ricette che viveva grazie agli utenti che cercavano “come fare la carbonara” e ora vede Google rispondere direttamente, magari con un bel carosello di ingredienti acquistabili.

Il punto è proprio questo: le ricerche “zero-click”, quelle che si risolvono senza mai abbandonare la pagina di Google, esistevano già.

Ma con le AI Overviews stiamo assistendo a un’accelerazione brutale.

Google sta, di fatto, utilizzando i contenuti creati da altri per costruire una risposta che trattiene l’utente sulla sua piattaforma, impedendogli di visitare la fonte originale.

Ma il vero nodo della questione non è tanto il traffico che sparisce, quanto chi finisce per guadagnarci.

E qui, il quadro si fa ancora più interessante.

Google si prende la torta (e a te lascia le briciole?)

La strategia di Google appare chiara: non si limita a rispondere, ma sta trasformando le AI Overviews in un vero e proprio hub commerciale. All’interno di queste risposte generate dall’IA, iniziano a comparire annunci, link sponsorizzati e caroselli di prodotti.

In pratica, Google sta prendendo il traffico che prima indirizzava verso i siti affiliati e lo sta monetizzando direttamente. Usa i tuoi contenuti per addestrare il suo modello, crea una sintesi e poi ci mette sopra i suoi annunci.

Viene da chiedersi: stiamo assistendo a una mossa calcolata per accentrare ulteriormente il controllo e i profitti, o è solo un’evoluzione “naturale” della ricerca a cui dobbiamo adattarci?

La linea tra innovazione per l’utente e strategia per schiacciare la concorrenza (che in questo caso sono i publisher stessi) è sempre più sottile.

La risposta ufficiale di Mountain View, ovviamente, cerca di gettare acqua sul fuoco.

Ma le loro parole coincidono con la realtà che i business online stanno vivendo sulla propria pelle?

Tra promesse e realtà: la difesa (poco convincente) di Google

Google sostiene che le AI Overviews, in realtà, portano traffico più qualificato ai siti e che i link presenti nelle risposte sono una grande opportunità. Una difesa che suona un po’ debole, soprattutto se consideriamo un dettaglio non da poco: a differenza di quanto accadeva con i vecchi Featured Snippet, al momento non esiste un modo per dire a Google “grazie, ma non usare i miei contenuti per le tue risposte”.

Non c’è un opt-out.

O ci stai, o ci stai.

A questo si aggiunge una totale mancanza di trasparenza. Dentro Search Console, ad oggi, è impossibile distinguere un click proveniente da un risultato organico classico da uno arrivato tramite un link nell’AI Overview. Questo significa che i marketer navigano alla cieca, incapaci di misurare con precisione l’impatto di questa novità e di adattare le proprie strategie.

La questione è aperta e complessa, ma una cosa è certa: l’era in cui bastava una buona posizione in SERP per dormire sonni tranquilli sembra essere tramontata per sempre. E chi non si muove in fretta per diversificare e costruire un rapporto diretto con il proprio pubblico, rischia seriamente di rimanere a guardare mentre il treno gli passa davanti.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

19 commenti su “Le AI Overviews di Google: un colpo amaro per i publisher e i ricavi da affiliazione”

  1. Che batosta per noi publisher! 💸 Perdere così tanto traffico e ricavi è dura. 🤔 Speriamo che Google pensi anche a chi crea i contenuti. 🙏

  2. Chiara Barbieri

    La solita musica. Google, maestro nel pompare contenuti altrui per sé. E noi, a raccogliere le briciole. Ma chi controlla davvero il futuro?

    1. Isabella Sorrentino

      Che sorpresa, il colosso tecnologico che pensa solo a sé stesso. Sembra che la loro intelligenza artificiale abbia un talento particolare per monetizzare il lavoro altrui, mantenendo i profitti ben al sicuro tra le proprie mura digitali. Chi avrebbe mai immaginato una tale svolta?

      1. Riccardo Cattaneo

        Capisco il problema, ma l’IA è la direzione. Dovremmo puntare a fornire valore unico, non solo risposte dirette. Quali nuovi modelli potremmo esplorare?

    1. Google continua a dimostrare la sua genialità nel trasformare il lavoro altrui in oro proprio. Un vero e proprio colpo da maestro, o da opportunista?

      1. Andrea Cattaneo

        Furbo, sì. Il trucco è che Google “risponde” subito, trattenendo l’utente e monetizzando il contenuto altrui. Un’autostrada a senso unico per i loro profitti. Non si può negare che siano abili.

  3. Luciano D’Angelo

    Una vera “svolta” per il web. 🤔 Pensavo che l’IA avrebbe portato più valore. Invece, sembra solo un modo per ingrassare Google. Chi ci rimette sono sempre i piccoli. 🤷‍♂️

    1. Giuseppina Negri

      Ah, le AI Overviews. Una genialata che, guarda caso, concentra ancora più potere e profitti nelle mani di chi già li detiene, lasciando i creatori a fare la gavetta. Davvero un modello sostenibile, direi.

  4. Raffaele Graziani

    Questa AI di Google pare una pozione magica che assorbe tutto, lasciando i publisher a bocca asciutta. Chissà se poi ci daranno un contentino, o ci guarderanno solo da lontano?

    1. Simone De Rosa

      Raffaele, la tua “pozione magica” è un veleno lento per chi crea valore. Google monetizza il nostro lavoro, ma chi monetizza Google? La domanda rimane aperta.

  5. Ma certo, questa “svolta” di Google è solo l’ennesimo colpo di zappa nel terreno già arido dei piccoli editori. Sembra che Big G si sia dimenticato come si coltiva un giardino, preferendo raccogliere frutti altrui.

  6. Questo “salto” tecnologico di Google sembra una fionda che lancia i publisher fuori dal campo da gioco, lasciando solo il gigante a raccogliere i frutti.

    1. Alessandro Parisi

      Ma guarda te ‘sto giocattolino nuovo di Google, che ci fa un favore a rispondere alle domande. A noi publisher, che ci mettiamo anima e corpo a creare contenuti, ci lascia le briciole, mentre lui si intasca tutto con gli annunci. Ammirevole, certo. Che pacchia per chi detta le regole del gioco.

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