ChatGPT agent di OpenAI: l’assistente autonomo che fa (quasi) tutto da solo

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Un assistente che automatizza compiti complessi come prenotare voli e fare la spesa, ma la sua autonomia solleva interrogativi sui potenziali rischi e usi impropri.

OpenAI ha ufficialmente lanciato ChatGPT Agent, un'intelligenza artificiale progettata per agire autonomamente sul web, eseguendo compiti complessi come prenotare voli e fare acquisti. Questa IA, evoluzione di progetti come Operator, unifica capacità di navigazione e ricerca, promettendo un assistente instancabile. Tuttavia, OpenAI stessa ammette significativi rischi legati all'autonomia, sollevando interrogativi sul futuro del lavoro e della sicurezza.

ChatGPT agent è qui: OpenAI ci dà un “assistente” che fa (quasi) tutto da solo. Ma a che prezzo?

OpenAI ha premuto l’acceleratore, lanciando ufficialmente ChatGPT Agent, un’intelligenza artificiale pensata non solo per rispondere a domande, ma per agire concretamente al posto tuo. In pratica, puoi chiedergli di eseguire compiti complessi sul computer e lui, in autonomia, userà un browser, cliccherà, compilerà form e analizzerà dati per portare a termine la missione. L’annuncio, come descritto sul blog ufficiale di OpenAI, parla di un sistema unificato che promette di gestire tutto, dalla prenotazione di un volo alla creazione di una presentazione.

La promessa è quella di un assistente personale instancabile.

Ma cosa significa, in pratica, avere un agente che lavora per te?

Andiamo a vedere da vicino.

Un assistente che naviga, ricerca e agisce: cosa fa davvero ChatGPT Agent?

Dimentica il semplice bot a cui chiedi informazioni.

ChatGPT Agent è stato progettato per essere il tuo braccio operativo digitale. Puoi dargli un obiettivo vago come “trovami il miglior volo per Lisbona per il prossimo weekend e confronta i prezzi” e lui si metterà al lavoro, aprendo siti di compagnie aeree, comparatori e persino inserendo i tuoi dati (se glieli fornisci) per arrivare a una soluzione.

Stando ai test riportati, è in grado di fare la spesa online, riempire il carrello, applicare codici sconto e arrivare fino alla pagina di pagamento. La vera differenza sta nella sua capacità di concatenare azioni: non esegue un solo comando, ma una serie di passaggi logici per raggiungere un risultato. Tutto questo, dicono, grazie a un’efficacia raddoppiata rispetto ai modelli precedenti, con un punteggio del 41.6% su benchmark complessi come l’Humanity’s Last Exam, come riportato su TechCrunch.

Una capacità di azione che suona quasi magica.

Eppure, se guardiamo indietro di qualche mese, ci accorgiamo che OpenAI non è partita da un foglio bianco.

Non è una novità assoluta: il ritorno di “Operator” sotto mentite spoglie?

Se il nome “Operator” ti dice qualcosa, non è un caso. ChatGPT Agent è, a tutti gli effetti, l’evoluzione e l’integrazione di due progetti precedenti di OpenAI: Operator, pensato per la navigazione e l’interazione web, e Deep Research, per l’analisi e la sintesi di informazioni. In pratica, hanno preso due strumenti che esistevano già, li hanno fusi insieme e li hanno potenziati, presentandoceli come un unico, nuovo prodotto.

La stessa pagina di Operator, infatti, ora rimanda direttamente al nuovo annuncio, segnando la fine del vecchio strumento per fare spazio al nuovo arrivato. Una mossa di marketing intelligente, senza dubbio, che unifica l’offerta e risponde alla richiesta degli utenti di avere un unico strumento potente.

Quindi, più che una rivoluzione, sembra un’ottimizzazione di progetti già esistenti, come si evince da questo pezzo di The Verge.

Ma mettere insieme tutti questi pezzi e dare loro autonomia apre una porta completamente diversa, una che la stessa OpenAI guarda con una certa preoccupazione.

Potente e autonomo, ma a quale rischio? Le ammissioni di OpenAI

Qui le cose si fanno serie.

Durante la presentazione in diretta, lo stesso CEO Sam Altman, insieme ai suoi ricercatori, ha usato parole caute. Dare a un’IA la capacità di agire autonomamente sul web crea, per loro stessa ammissione, una “nuova superficie di rischio”. Casey Chu, uno dei ricercatori, ha sottolineato nel video di lancio che un agente in grado di compiere centinaia di azioni in sequenza introduce scenari imprevedibili.

Cosa succede se l’agente interpreta male un comando e inizia a prenotare voli a caso o, peggio, a gestire dati sensibili in modo errato?

OpenAI assicura di aver implementato delle misure di sicurezza, ma definisce questa versione “iniziale”, ammettendo implicitamente che i rischi ci sono e che il sistema migliorerà col tempo.

La domanda che resta sul tavolo è una sola: stiamo davvero costruendo un assistente che ci libererà dal lavoro noioso, o stiamo addestrando il nostro sostituto, correndo rischi che forse non abbiamo ancora compreso fino in fondo?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

15 commenti su “ChatGPT agent di OpenAI: l’assistente autonomo che fa (quasi) tutto da solo”

    1. Luciano D’Angelo

      Un passo avanti nel futuro. Mi domando se questo assistente sappia anche cucinare, con questa autonomia. 🤔 Speriamo non mi mandi in bancarotta prenotando voli! 😅

      1. Un assistente instancabile? Un miraggio digitale. Spero solo che non si trasformi in un demone informatico, con la mia paranoia, mi aspetto il peggio.

  1. Paola Caprioli

    Ecco, una macchina che naviga il web e compra le cose per te. Comodo, finché non decide di comprare tutto per sé. Ci penseranno poi i futuri licenziati a risolvere i danni.

  2. Maurizio Greco

    Certamente un’evoluzione degna di nota, questa automazione del “fare”. Resta da capire quanto sia solido il ponte tra le intenzioni e la realtà operativa prima che il tutto si trasformi in un costosissimo equivoco digitale.

  3. Un altro giocattolo costoso che promette miracoli. Chissà quanto ci metterà a farsi fregare qualche dato sensibile o a “prenotare” per sbaglio qualche vacanza indesiderata. L’autonomia è un bel rischio.

  4. Federica Testa

    Ottimo. Più automazione. 🤖 Purché non inizi a comprare azioni Tesla al posto mio. 😅 Vedremo se è un assistente o un nuovo modo per perdere soldi. 💸

    1. Riccardo Cattaneo

      Un assistente instancabile, dici? 🤖 Fantastico, finché non inizia a fare acquisti su Amazon con il mio account senza permesso! Spero solo che il “paranoico” che è in me abbia ragione e che OpenAI abbia pensato a qualche contromisura seria… 😅

  5. Maurizio Greco

    L’autonomia è un’arma a doppio taglio. Vedremo se questa evoluzione tecnologica si trasformerà in un utile navigatore digitale o in un navigatore che ci fa affondare nel mare di dati, prenotando crociere indesiderate.

    1. Andrea Cattaneo

      Sarebbe logico pensare che un simile strumento possa fare un sacco di cose utili, ma questa faccenda dell’autonomia mi lascia un po’ perplesso, sai? Ci sono un sacco di rischi dietro a tutta questa roba, e non mi fido ciecamente.

  6. Simone Ferretti

    Più che un assistente, un altro strumento. Vedremo se automatizza veramente o crea solo casini. Fiducia selettiva per ora.

    1. Elisa Marchetti

      Certo, un’IA che naviga e compra. Quanti soldi riuscirà a sperperare prima di rompere tutto? Una meraviglia, davvero.

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