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Contattaci ora →Tra sicurezza promessa e personalizzazione potenziale, resta da capire se ChatGPT Teams sia davvero lo strumento di collaborazione che le aziende si aspettano
OpenAI lancia ChatGPT Teams per le aziende, puntando su sicurezza e personalizzazione. Tuttavia, l'articolo solleva dubbi sulla sua efficacia collaborativa: gli utenti lamentano l'assenza di vere funzioni di team, trovando il prodotto più simile a un insieme di cartelle personali. La concorrenza offre già strumenti più interattivi e flessibili, mettendo in discussione il reale valore di ChatGPT Teams per un lavoro di squadra affiatato.
La fortezza sicura di OpenAI: dati al sicuro e GPT personalizzati
La prima cosa che un’azienda chiede quando si parla di AI è: “E i miei dati dove vanno a finire?”.
OpenAI sembra aver ascoltato e mette le mani avanti, promettendo di non usare le conversazioni e i dati aziendali di ChatGPT Teams per addestrare i suoi modelli. Hanno persino ottenuto una certificazione (SOC 2 Tipo 2) per rassicurare i più scettici.
La vera chicca, però, dovrebbe essere la possibilità di creare e condividere GPT personalizzati. Pensa a un assistente allenato sulle tue procedure interne, sui tuoi listini, sulle tue linee guida di comunicazione.
Un sogno, vero?
Peccato che, per ora, la condivisione di questi progetti sembri più un miraggio che una funzione consolidata, lasciando molti con l’amaro in bocca.
Questa promessa di personalizzazione e sicurezza basta a giustificare l’investimento?
Forse no, soprattutto quando si scopre che la parte “team” del nome è, per alcuni aspetti, ancora tutta da dimostrare.
La collaborazione è un’altra cosa (e la concorrenza lo sa)
Ed è proprio qui che il castello di carte rischia di vacillare. Mentre OpenAI si concentra su un’esperienza individuale all’interno di un contenitore di gruppo, la concorrenza, come Team-GPT, ha capito una cosa fondamentale: collaborare non significa usare lo stesso strumento a turno.
Significa lavorarci sopra insieme, in tempo reale.
Un’analisi comparativa del 2025 evidenzia come Team-GPT permetta a più persone di modificare un prompt contemporaneamente, un po’ come si fa su Google Docs. Non solo: ti lascia anche scegliere se usare GPT-4, Claude o Gemini, perché sanno bene che non esiste un modello perfetto per tutto.
ChatGPT Teams, al confronto, appare rigido, chiuso nel suo mondo, e privo di quella interattività che fa la differenza tra un gruppo di persone e una squadra affiatata.
Si ha quasi l’impressione che OpenAI abbia costruito una serie di uffici singoli e li abbia messi nello stesso palazzo, dimenticandosi però di costruire i corridoi e le sale riunioni per farli comunicare.
E la gente, ovviamente, se ne sta accorgendo.
La voce degli utenti: “dov’è il team in ChatGPT Teams?”
Se fai un giro sui forum della community di OpenAI, il sentimento è palpabile. Un utente riassume il pensiero di molti dicendo che, al momento, la gestione dei progetti è più una “struttura di cartelle personali” che un vero spazio di lavoro condiviso.
In pratica, puoi vedere la cronologia delle chat degli altri, ma non puoi metterti a costruire un prompt complesso insieme a un collega. E questa non è una piccolezza, è il cuore del problema.
Stiamo parlando di uno strumento che si chiama “Teams”, ma che sembra tradire la sua stessa natura.
La scelta per un’azienda diventa quindi un bivio scomodo: affidarsi alla solidità e alla (presunta) sicurezza del colosso OpenAI, sperando che prima o poi implementi funzioni di collaborazione degne di questo nome, oppure guardare a soluzioni più piccole e specializzate che, però, hanno già capito come si lavora davvero in squadra?
La risposta, purtroppo, non è così scontata.
Ennesima promessa vuota. Vantano la sicurezza, ma la collaborazione è un miraggio. Le aziende hanno bisogno di strumenti veri, non di gusci vuoti.
La sicurezza è un prerequisito, non il fine. OpenAI si è concentrata su una fortezza digitale, ma ha dimenticato che il vero valore per un team risiede nell’interazione, non nell’isolamento. Stiamo parlando di strumenti per lavorare insieme, non per conservare dati in cassaforte.
Ma che dico, ma dove siamo finiti? Dati sicuri, certo, ma poi la collaborazione? Un bel niente. Sembra che vogliano vendere una cassaforte senza sportello. Mi chiedo se abbiano mai lavorato in un team vero.
Ma ditemi voi, ci vuole tanto a capire che la sicurezza senza funzionalità è inutile? Le aziende non comprano scatole vuote, vogliono strumenti che facciano la differenza. Questa è una mossa prevedibile, ma mal eseguita. Dove sono le vere novità?
Tutto questo parlare di sicurezza, ma poi il cuore della collaborazione sembra assente. Un po’ come avere una casa bellissima ma vuota, che malinconia.
Se la collaborazione non gira, a che serve la sicurezza? Dubito che le aziende paghino per cartelle personali potenziate.
La sicurezza dei dati è un punto fermo, ma la collaborazione è assente. Le aziende cercano strumenti pratici, non silos. Se non si lavora bene insieme, a cosa serve una cassaforte digitale?
Capisco l’idea di una “fortezza sicura” per i dati aziendali, ma se poi la collaborazione resta un sogno lontano, allora il senso di questi team si sbiadisce un po’.
Mi tremano le mani a leggere queste lacune nella collaborazione! La sicurezza dei dati è un punto, certo, ma se poi non si riesce a lavorare insieme in modo fluido, il rischio è di ritrovarsi con uno strumento inutile. Le alternative già presenti mi sembrano più pronte. Che brutta prospettiva se le aziende investono in qualcosa che non porta valore reale al team.
Ma che sicurezza e sicurezza, se poi non si fa un bel niente di squadra? Sembra che facciano le cose a metà, come al solito.
Ottimo punto sulla personalizzazione! Mi chiedo se l’integrazione con altri strumenti di lavoro cambierà la percezione delle aziende.
Ma dai, pensano di vendere questa roba alle aziende? Mancano funzioni base per la collaborazione, è solo un contenitore di chat. Altri ci sono già da tempo con strumenti migliori. Chi ha bisogno di questo?