Claude sbarca su Microsoft Foundry: la fine del monopolio tecnico?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.

Contattaci ora →

Microsoft apre le porte ai modelli Claude di Anthropic, offrendo oltre 11.000 opzioni AI su Foundry e segnando un potenziale punto di svolta nella scelta dell’intelligenza artificiale più adatta alle esigenze aziendali.

L'arrivo dei modelli Claude di Anthropic su Microsoft Foundry, annunciato a Ignite 2025, segna una svolta strategica per l'AI enterprise. Microsoft non punta più su un solo fornitore ma offre una piattaforma multi-modello. Con l'introduzione di Sonnet 4.5, le aziende ottengono uno strumento all'avanguardia per l'analisi di codice e documenti, cambiando le regole del gioco competitivo.

Ti ricordi quando, fino a pochissimo tempo fa, sembrava che per fare IA “seria” in azienda ci fosse una sola strada obbligata? Ti parlo di quella sensazione di dover per forza sposare un unico fornitore, sperando che il modello di punta andasse bene per tutto, dal codice alla creatività.

Bene, se hai seguito gli annunci di Microsoft Ignite 2025, avrai capito che le carte in tavola sono cambiate drasticamente.

Non stiamo parlando di un aggiornamento minore o di una feature di contorno. Microsoft ha deciso di aprire le porte di casa sua al “rivale” più interessante sul mercato: i modelli Claude di Anthropic sono ora disponibili su Microsoft Foundry.

E diciamocelo, era ora.

Questa mossa segna un cambio di passo netto: non si tratta più di venderti un modello, ma di offrirti una piattaforma che ne ospita oltre 11.000.

Perché ti dico questo?

Perché significa che finalmente puoi smettere di cercare di adattare il tuo problema all’IA e iniziare a scegliere l’IA giusta per il tuo problema.

Ma aspetta, perché se pensi che sia solo una questione di “avere più scelta”, ti stai perdendo il pezzo più grosso della notizia.

Claude Sonnet 4.5: il “cervellone” che ragiona per immagini e codice

Andiamo al sodo.

Non è arrivato un modello qualsiasi, ma Claude Sonnet 4.5. Se lavori con il codice o hai bisogno di un’IA che non si limiti a ripetere a pappagallo dei testi, ma che sia in grado di ragionare su documenti complessi, qui devi drizzare le antenne.

Consultando le specifiche tecniche apparse sul catalogo di Azure AI, emerge un dettaglio che non puoi ignorare: questo modello ha un training cutoff aggiornato a luglio 2025.

Capisci cosa intendo?

Non stai lavorando con una mente ferma a due anni fa. Stiamo parlando di un sistema multimodale capace di gestire input di testo e immagini con una profondità di ragionamento che, fino a ieri, ci sognavamo.

È integrato anche in Claude Code, lo strumento di Anthropic per lo sviluppo software. Per te, cliente enterprise, questo si traduce in una capacità di analisi su larga scala e multi-documento che potrebbe velocizzare i tuoi flussi di lavoro in modo brutale.

Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica (e sai che odio le frasi fatte, ma qui ci sta). C’è un dettaglio sull’infrastruttura che merita una riflessione molto attenta.

L’architettura Nvidia e la strategia dietro le quinte

Mentre tutti guardano alle capacità del software, c’è un movimento sotterraneo che riguarda il “ferro”, l’hardware che fa girare tutto questo baraccone. Anthropic non si sta limitando a mettere il software su Azure; sta adottando l’architettura Nvidia.

La notizia ci dice chiaramente che i modelli Claude stanno migrando verso questa architettura specifica.

Perché dovrebbe interessarti?

Perché questo suggerisce una standardizzazione verso le GPU che dominano il mercato. Significa ottimizzazione, certo, ma significa anche che Microsoft sta cercando di diventare il “supermercato” definitivo dell’IA.

La mia lettura critica è questa: Microsoft ha capito che non può vincere la guerra dei modelli da sola (o solo con OpenAI), quindi ha deciso di vincere la guerra della piattaforma.

Ti offrono Claude, ti offrono l’infrastruttura Nvidia, ti offrono la sicurezza enterprise.

Sulla carta è perfetto.

Ma la domanda che devi farti ora è: sei pronto a gestire questa complessità o finirai per pagare licenze per strumenti che non saprai integrare?

Non è il momento di sedersi sugli allori

La disponibilità di Claude in Microsoft 365 Copilot e Foundry è una notizia bomba, non ci piove.

Ma attenzione a non cadere nell’errore classico: pensare che basti attivare l’abbonamento per risolvere i problemi aziendali.

Avere accesso a Sonnet 4.5 è come avere una Ferrari in garage: se non sai guidarla, resti fermo al palo.

Il mio consiglio?

Non buttarti a capofitto.

Prendi questi nuovi modelli, testali sui tuoi casi d’uso specifici (soprattutto quelli di coding e ragionamento complesso dove Claude eccelle) e confrontali numeri alla mano con quello che usavi prima.

Microsoft ti sta dando gli strumenti, ma la strategia devi mettercela tu.

E veloce, perché la concorrenza non sta certo a guardare.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

9 commenti su “Claude sbarca su Microsoft Foundry: la fine del monopolio tecnico?”

  1. Vedere Claude su Foundry è come aprire una finestra in una stanza chiusa. Un passo avanti, sì. Ma il vero potere è scegliere la chiave giusta. Il vecchio castello aveva muri troppo alti. Ora, siamo solo più lontani dalla vetta?

  2. Luciano D’Angelo

    Davvero perplesso da questa “libertà” di scelta. 🤨 Sembra che abbiano solo allargato il perimetro della gabbia. Sono un *data analyst*, vedo solo più punti di raccolta dati. Questo “multi-modello” mi ispira poca fiducia. 🧐 Quando cambierà la sostanza, non solo il packaging?

    1. Simone Ferretti

      Monopolio? Si chiama diversificazione forzata. Più roba su Foundry significa solo più dipendenza da Redmond. Sono cinico, lo so. Vendono scelta, ma è sempre lo stesso gioco. Le PMI pagheranno il prezzo. Chi gestisce l’integrazione, alla fine, comanda.

  3. Veronica Napolitano

    Fine monopolio. Ma per piacere. Più opzioni solo per ingoiarti meglio. Sempre la stessa zuppa, solo con etichette diverse. Io resto al mio foglio Excel. Funziona.

  4. Andrea Ruggiero

    Fine monopolio? Un vaso di Pandora digitale. Più opzioni non sempre significa meno catene. Io vedo solo più porte da monitorare. L’affiliate marketer è sempre l’ultimo ad arrivare al banchetto.

    1. Walter Benedetti

      Questa “apertura” è solo un nuovo recinto. Più marchi sull’etichetta non cambiano la natura del veleno. La tecnologia è un miraggio. La vera domanda: chi muove i burattini?

  5. Ah, il “cambiamento delle regole del gioco”. Certo, più modelli su Foundry significa più dati che transitano verso Redmond. Una liberazione, se per liberazione intendiamo una maggiore varietà di lucchetti per la stessa gabbia digitale.

  6. Microsoft? Un cavallo di Troia, altroché. Più scelta è solo più trappole digitali. Sono un esperto di pubblicità, lo vedo da chilometri. Questa “apertura” è solo una mossa scacchistica. Chi controlla i dati? Domanda da un milione di dollari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore