La competizione sull’AI è sempre più serrata: ChatGPT fa la voce grossa, ma Google non dorme

Anita Innocenti

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I dati sull’utilizzo effettivo rivelano un quadro più complesso, dove la ricerca tradizionale mantiene un ruolo chiave e nuove sfide emergono per i giganti dell’AI.

Nel dinamico mercato dell'AI, ChatGPT mantiene una posizione dominante con il 60.6% di market share a giugno 2025, registrando forte crescita di traffico. Tuttavia, Google non resta a guardare, con Gemini che conquista utenti e il 13.4% del mercato. Nonostante i numeri, la ricerca tradizionale su Google rimane fondamentale per la maggior parte degli utenti, posizionando le chatbot AI come complemento piuttosto che sostituto.

La corsa all’oro dell’AI: ChatGPT fa la voce grossa, ma occhio a Google che non dorme sugli allori!

Te lo dico subito, la situazione nel mondo dell’intelligenza artificiale generativa è più movimentata di un Gran Premio.

Da una parte abbiamo ChatGPT che, secondo i dati di giugno 2025, si pappa ancora la fetta più grossa della torta del traffico, con un bel 60,6% di market share. Non c’è da stupirsi, visto che, come riportato su Search Engine Land, continuano a sfornare aggiornamenti e funzionalità che attirano utenti come il miele con le api; pensa che ad aprile hanno registrato un incremento del 13% nel traffico mensile, toccando i 5,14 miliardi di visite, un dato che arriva da Visual Capitalist.

Dall’altra parte, però, c’è il colosso Google che, con il suo Gemini, non sta certo a guardare: zitta zitta, si è portata a casa una crescita trimestrale di utenti del 5% e ora detiene il 13,4% del mercato, come ci raccontano da firstpagesage.com. E non sono soli, perché spuntano nomi come DeepSeek, Perplexity e Claude AI che iniziano a farsi notare.

Insomma, un bel trambusto.

Ma questa corsa sfrenata al traffico e agli utenti, non ti fa venire qualche domanda?

Davvero questi numeri raccontano tutta la storia o c’è dell’altro sotto la superficie luccicante di queste percentuali?

I numeri dicono tanto, ma non tutto: chi usa davvero cosa e perché dovresti capirlo.

Qui la faccenda si fa interessante, perché se guardiamo solo la crescita di ChatGPT, che secondo explodingtopics.com vanta 400 milioni di utenti settimanali, potremmo pensare che la partita sia chiusa.

Però, aspetta un attimo.

Sai qual è il bello?

Che, come ci spiegano su 9rooftops.com, il 99% di questi stessi utenti fa ancora le sue brave ricerche su Google ogni mese.

E non lo dico io, ma gente come Rand Fishkin di SparkToro, il quale sottolinea una cosa fondamentale: le chatbot AI sono un complemento, non un sostituto della ricerca tradizionale.

La gente vuole risposte curate, certo, ma vuole anche la possibilità di spulciare tra diverse fonti.

E i fatti gli danno ragione: Google macina ancora 14 miliardi di ricerche al giorno contro i 37,5 milioni di “interrogazioni simili a ricerche” di ChatGPT.

Quindi, vedi, c’è un bel pezzo di utenti, l’83,55% per la precisione, che delle piattaforme AI, per ora, non ne vuole sapere.

Questo ci porta dritti a un altro punto: come stanno reagendo i giganti a questa situazione?

Stanno davvero pensando a te, utente o imprenditore, o solo ai loro bilanci trimestrali?

Tra mosse da scacchi e promesse da marinaio: cosa ci aspetta (forse) dietro l’angolo.

OpenAI, per esempio, punta a raggiungere il miliardo di utenti entro dicembre, migliorando le app mobili e localizzando i modelli.

Bello, no?

Ma Google non resta con le mani in mano e risponde con i suoi AI Overviews direttamente nella ricerca, una mossa che, secondo mcmarketeronline.com, ha fatto schizzare del 1200% anno su anno il traffico verso i siti retail proveniente da ricerche “potenziate” dall’AI. E poi c’è Perplexity, che magari non fa i numeri di ChatGPT, ma sta mandando il 21% di traffico referral in più ogni mese ai siti delle piccole imprese, come evidenziato da Search Engine Land in una terza analisi.

La storia ci insegna che ChatGPT ha avuto una crescita da capogiro, raggiungendo 100 milioni di utenti nel 2023 in un batter d’occhio, ma Google sta giocando la sua partita sfruttando il suo enorme bacino d’utenza. Gli analisti, ovviamente, si dividono: c’è chi prevede una lenta erosione del dominio di ChatGPT e chi ne esalta la crescita annuale.

A questo proposito ti consiglio questo studio approfondito di Similarweb.

La verità?

Probabilmente sta nel mezzo, in un futuro dove nessuno avrà il monopolio totale e dove, forse, la vera sfida sarà capire chi offre valore reale e chi, invece, ci sta solo vendendo l’ultima diavoleria tecnologica. Staremo a vedere chi avrà ragione, ma una cosa è certa: il panorama è in continua evoluzione, e noi dobbiamo tenere gli occhi bene aperti.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

5 commenti su “La competizione sull’AI è sempre più serrata: ChatGPT fa la voce grossa, ma Google non dorme”

  1. Alessandro Giordano

    Interessante la crescita di Gemini. Però, alla fine, uso ancora Google Search tutti i giorni. Comodo e veloce.

    1. Giulia Valentini

      Ciao Giovanni, sono d’accordo. La gente usa ancora tanto Google per cercare le cose, l’abitudine è dura a morire. Gemini deve ancora convincere.

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