Le regole del digitale stanno cambiando.
O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.
Contattaci ora →
L’intelligenza artificiale premia chi adotta i dati strutturati, con vantaggi concreti in termini di visibilità e click-through rate, aprendo a scenari futuri dove l’adeguamento potrebbe diventare essenziale per non scomparire dai radar.
L'AI di Google sta rivoluzionando la visibilità online, rendendo i Dati Strutturati indispensabili. Senza, le aziende rischiano l'invisibilità totale, mentre chi si adegua vede aumentare click e performance. Entro il 2025, si prevede che l'implementazione dei Dati Strutturati diventi un obbligo de facto per esistere nel nuovo panorama della ricerca.
Google & Co. cambiano le regole: senza dati strutturati sei invisibile
Il mondo della ricerca online sta cambiando le sue fondamenta, e lo sta facendo a una velocità che lascia indietro chiunque non sia pronto ad adattarsi. L’intelligenza artificiale non è più un esperimento per pochi, ma il nuovo arbitro che decide chi vince e chi perde la partita della visibilità.
E se pensi che la tua vecchia SEO, fatta di parole chiave e backlink, basti ancora, ho una brutta notizia per te: gli algoritmi hanno imparato una nuova lingua, e se non la parli, sei tagliato fuori.
Questa lingua sono i dati strutturati, ce lo ha detto chiaramente anche Andrea Volpini nel corso della nostra intervista esclusiva.
La nuova grammatica dell’AI: perché il contesto batte il contenuto
Diciamocelo, per anni abbiamo pensato che bastasse “vomitare” contenuti di qualità per piacere a Google.
Oggi non è più così.
L’intelligenza artificiale, a differenza di un essere umano, non legge tra le righe e non interpreta le sfumature. Ha bisogno di etichette chiare, di una sorta di carta d’identità per ogni informazione che trova sul tuo sito.
Questo è esattamente ciò che fanno i dati strutturati: traducono il tuo contenuto in un formato che una macchina può capire senza ambiguità.
Martha van Berkel, CEO di Schema App, lo ha messo in chiaro: nell’era dell’AI, “il contesto, e non il contenuto, è il re”.
In pratica, puoi avere l’articolo più bello del mondo, ma se l’AI non capisce subito di cosa parla, a che prezzo lo vendi o se è disponibile, semplicemente lo ignorerà, preferendo un tuo competitor che glielo ha spiegato in modo schematico e ordinato.
Ma al di là della teoria, quali sono gli effetti concreti di questo cambiamento sul tuo fatturato?
I numeri parlano chiaro, e non lasciano spazio a interpretazioni.
I dati che non mentono: visibilità e click-through rate alle stelle
Qui la faccenda si fa seria.
Analizzando le performance, si scopre che i prodotti descritti con dati strutturati completi appaiono nelle risposte generate dall’AI dalle 3 alle 5 volte in più rispetto a quelli che ne sono privi. Questo non è un piccolo miglioramento, è un divario abissale. Significa che mentre tu sei invisibile, il tuo concorrente viene suggerito direttamente dall’assistente AI.
E non è tutto: le schede prodotto arricchite con dati come prezzo, valutazione media e disponibilità ottengono un tasso di click-through superiore del 25-35%. Il motivo è semplice: l’utente ha già tutte le informazioni che cerca, prima ancora di cliccare. È una questione di fiducia e immediatezza.
L’AI oggi valuta dettagli maniacali: le varianti di un prodotto, i prezzi scontati, la disponibilità in magazzino per ogni singola taglia, le politiche di reso. Senza queste informazioni chiare e ordinate, per l’algoritmo il tuo prodotto è una scatola chiusa, un rischio che non vale la pena correre.
E se pensi che questo sia solo un vantaggio competitivo da sfruttare, preparati, perché la situazione sta per diventare ancora più drastica.
A quanto pare, presto non avrai più scelta.
L’obbligo mascherato da innovazione: la profezia del 2025
La vera bomba sganciata dagli esperti del settore è che l’implementazione dei dati strutturati potrebbe diventare di fatto obbligatoria entro il 2025.
La motivazione ufficiale?
L’efficienza.
Per un’intelligenza artificiale, analizzare dati già etichettati e organizzati è enormemente meno dispendioso, in termini di potenza di calcolo, rispetto a dover interpretare un testo libero. Ma diciamocelo, è soprattutto una questione di convenienza per i motori di ricerca.
Stiamo forse assistendo a un nuovo standard imposto dall’alto, dove le aziende devono farsi carico del lavoro di “pulizia” e catalogazione dei dati per rendere la vita più facile (e meno costosa) a Google & Co.?
Il dubbio è più che legittimo.
Si sta spostando un onere tecnico sulle spalle delle aziende, mascherandolo da opportunità.
Chi non si adeguerà non verrà penalizzato con qualche posizione in meno nella SERP.
Molto peggio: rischierà di non esistere affatto nelle nuove interfacce di ricerca basate sull’intelligenza artificiale, diventando un fantasma digitale.

Non so bene come approcciare questa cosa. Dati strutturati, intelligenza artificiale… sembra tutto così tecnico! Non capisco bene come questo influenzi il mio piccolo blog. È una cosa così importante da doverci pensare subito?
Capisco il punto, sembra che la preparazione dei dati sia ormai una priorità. Sarà difficile stare al passo con tutto questo, vero?
Ma dai, un’altra corsa ai *dati strutturati*? Ci mancava solo questa per completare il quadro. Sempre a correre dietro ai diktat di Mountain View. Alla fine, chi ci rimette siamo noi, che dobbiamo costantemente reinventarci per restare a galla. Che pazienza ci vuole…
Altra mossa di Google per spremere chi fa impresa. Chi non si adegua, pagherà. Finirà che dovremo strutturare pure le pause caffè. E poi ci si lamenta del calo delle vendite.
Questa notizia mi mette un’ansia tremenda. L’idea di essere invisibile per Google, per via di questioni tecniche che non padroneggio, è un pensiero terrificante per un imprenditore. Quanto ancora dovremo imparare per sopravvivere?
Laura, il mercato detta legge. Chi non si adegua scompare, punto. Non è un capriccio, è sopravvivenza.
Chi non si adatta ai dati strutturati è semplicemente fuori gioco. Siete pronti a sparire dalla ricerca?
Ma cosa succede? Adesso i dati strutturati sono la chiave? Se non li abbiamo, siamo “invisibili” per l’AI? Mi sento un po’ perso, non so come affrontare questa nuova priorità.
Mah, se i dati strutturati sono il prezzo da pagare per non finire nell’oblio digitale, direi che tocca adeguarsi. Chi vorrebbe essere un fantasma online, no?
E anche stavolta ci tocca aggiornare tutto. La solita giostra, immagino.
Lorena, mi sento anch’io così! Sembra una corsa continua contro il tempo. Con questa AI che cambia tutto, mi chiedo se stiamo solo correndo dietro a un treno in corsa, senza mai raggiungerlo veramente.
Ma dai! Ancora con ‘sta storia dell’AI che detta legge? Se ci mettiamo a rincorrere ogni cambiamento tecnologico imposto dall’alto, finiamo per diventare schiavi di algoritmi. Chi si adatta è furbo, certo, ma non è l’unica via.
Ma certo, come se non bastasse già tutto il resto. Adesso pure i “dati strutturati”, altrimenti sparisci. Mi sembra solo un altro modo per complicare le cose e fare soldi. Non mi fido.
La tendenza è chiara: l’AI valorizza l’ordine e la precisione. Chi fornisce dati ben organizzati otterrà un vantaggio competitivo marcato. Ignorare questo aspetto oggi significa giocare a perdere domani. Dobbiamo chiederci se siamo pronti a questa trasformazione.
Altro giro, altra corsa. Pare che se non ci pieghiamo ai capricci dell’AI sui dati, siamo spacciati. La solita minestra riscaldata, solo con un nome più altisonante. Alla fine, chi decide le regole fa sempre i suoi affari.
Non ci capisco molto, ma sembra che se non si usano questi “dati strutturati” si sparisce. Mi preoccupa un po’ questa cosa dell’AI che decide tutto. È un po’ spaventoso pensare di diventare invisibili così facilmente, no?
Ma guarda te, sempre a inventarsi cose per farci spendere soldi in consulenze. Prima il SEO, ora ‘sta roba dei dati strutturati. Se l’AI li vuole, glieli diamo, ma mi sa che poi inventeranno qualcos’altro per farci penare.
La verità è che sembra tutto sempre più difficile. Se già mantenere una presenza online era complicato, ora con l’AI che premia i dati strutturati, si aggiunge un altro livello. Non so quanto tempo rimarrà solo una “raccomandazione”.
Ma che diavolo stanno dicendo? Dati strutturati, AI… sembra una farsa. Se per essere “visibili” devo piegarmi a questi capricci tecnologici, allora forse è meglio sparire per davvero.
Ah, la solita storia. Nuova tecnologia, nuovo obbligo. Chi ha i dati, comanda. Chi non li ha, paga. La visibilità online è diventata un mercato chiuso, e noi siamo solo pedine. Meglio puntare altrove, dove il valore reale non si misura in bit.