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Contattaci ora →Un’analisi dei dati mostra come il desktop rimanga il dispositivo preferito per le ricerche via IA, con implicazioni significative per il marketing e le strategie online.
Un report di BrightEdge mostra che oltre il 90% del traffico referral dalle piattaforme AI (ChatGPT, Gemini) arriva da desktop, un dato che contrasta col 65% di navigazione generale su mobile. Questo suggerisce l'uso del desktop per ricerche AI complesse, con impatto sulle strategie di marketing.
Il desktop regna sovrano nell’era dell’AI: numeri che fanno pensare
Andiamo un po’ più nel dettaglio, perché i numeri sono piuttosto eloquenti.
Prendi ChatGPT: il 94% del suo traffico di rinvio a siti esterni viene da utenti desktop.
E non è un caso isolato.
Perplexity.ai arriva addirittura al 96%, Google Gemini si attesta sul 91% e persino Bing AI, con il suo 94%, conferma questa tendenza, secondo i dati riportati da Search Engine Land.
L’unica vera eccezione in questo panorama sembra essere la ricerca tradizionale di Google, che ancora vede il mobile protagonista con il 53% del traffico.
Jim Yu, il CEO di BrightEdge, ha provato a darci una spiegazione.
Ha sottolineato come il tipo di dispositivo che usiamo influenzi parecchio il nostro comportamento.
Su mobile cerchiamo risposte rapide, magari per un acquisto al volo.
Mentre su desktop ci dedichiamo a ricerche più complesse, quelle che richiedono più tempo e analisi.
Ma ti sei chiesto perché questa netta preferenza per lo schermo grande quando interroghiamo queste nuove intelligenze?
Dietro le quinte del divario: perché l’IA “preferisce” il computer?
Una delle ragioni di questo predominio del desktop potrebbe nascondersi proprio nel modo in cui sono pensate le interfacce e le esperienze d’uso, specialmente su mobile.
Per esempio, Search engine journal evidenzia come l’app mobile di ChatGPT, per uscire dalle anteprime interne e visitare un sito esterno, richieda qualche clic in più, un piccolo ostacolo che su desktop non c’è.
E poi, diciamocelo, avere l’80% di spazio visivo in più su un computer per consultare gli AI Overviews e i link suggeriti fa una bella differenza rispetto allo schermo risicato di uno smartphone.
Su mobile, inoltre, tendiamo a chiudere una ricerca il 22% più velocemente, il che significa meno tempo dedicato all’approfondimento che invece l’IA spesso stimola.
Quindi, è un po’ come se il desktop offrisse un ambiente più rilassato e completo per interagire con contenuti più ricchi e articolati.
Tutto chiaro fin qui?
Bene, perché ora viene il bello: cosa significa tutto questo per chi, come te, deve farsi trovare online e magari sta valutando come muoversi in questo panorama in continua evoluzione?
Implicazioni e scenari futuri: cosa cambia per te (e occhio ai giganti tech!)
Questo spostamento verso il desktop per le ricerche AI non è una cosa da poco, e porta con sé diverse riflessioni. Per chi si occupa di marketing e visibilità online, significa che non si può più dare per scontato che “mobile first” sia la risposta a tutto, specialmente se si punta a intercettare utenti attraverso l’intelligenza artificiale. Il desktop, con la sua maggiore propensione a generare click verso siti esterni (pare tre volte tanto rispetto alle interfacce AI su mobile, stando a quanto emerge dal blog di LinksGPT), diventa un terreno ancora più strategico.
E mentre Microsoft con Bing e altre realtà emergenti come Perplexity cercano di ritagliarsi il loro spazio, c’è da tenere d’occhio un gigante come Apple.
Pensa se a Cupertino decidessero di cambiare le impostazioni predefinite di Safari, da cui arriva una fetta enorme del traffico mobile di Google, o se la loro “Apple Intelligence”, di cui si vocifera tanto, dovesse davvero stravolgere le abitudini di ricerca su iPhone e iPad.
Sarebbe una vera e propria rivoluzione, non credi?
Nel frattempo, vediamo che il mercato non sta fermo: negli ultimi sei mesi, ChatGPT ha visto la sua quota di traffico AI scendere un po’, mentre Google, con Gemini, guadagna terreno.
Insomma, la situazione è fluida e complessa, e capire queste dinamiche è fondamentale per non farsi trovare impreparati.
Interessante questa discrepanza desktop/mobile! Forse la gente usa l’IA per ricerche più “serie” quando è alla scrivania? Da tenere d’occhio per capire meglio come indirizzare i contenuti, specie quelli più tecnici.
Beh, numeri chiari! Forse chi usa l’IA da desktop è più orientato alla produttività e meno al “consumo” rapido da mobile? Da valutare per i contenuti professionali.
Desktop per IA? Immaginavo. Schermi più grandi, più comodi per certi lavori.
Dati curiosi! Forse il desktop è preferito per task che richiedono più “potenza” e meno immediatezza.
Un dato da tenere a mente per chi lavora sul posizionamento. Vedremo l’evoluzione.
Concordo con Leonardo. Questi numeri suggeriscono che il desktop resta un canale da considerare attentamente, specie se si punta a intercettare traffico qualificato proveniente dall’AI. Sarà interessante monitorare se questa tendenza si manterrà stabile nel tempo.