Falso allarme Gmail: Google smentisce il caos, ma un data breach Salesforce espone a nuovi pericoli

Anita Innocenti

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Gmail sotto attacco? Ecco cosa è successo realmente e come proteggerti dalle truffe.

Un presunto allarme sicurezza globale per Gmail ha generato panico, ma Google ha smentito definendolo "interamente falso". La realtà rivela un data breach mirato su Salesforce, orchestrato dagli hacker ShinyHunters, che ha esposto dati di contatto, non password. Questo incidente ora alimenta il vero pericolo: attacchi di phishing e vishing, molto più credibili grazie alle informazioni sottratte.

La smentita ufficiale di Google: cosa è successo davvero?

Di fronte al caos mediatico, Google è dovuta uscire allo scoperto con una dichiarazione pubblica tanto rara quanto decisa, definendo “interamente false” le notizie su un avviso di sicurezza di massa per tutti gli utenti Gmail. Insomma, nessuna falla catastrofica nel cuore di Gmail.

Ma quando un colosso del genere si prende la briga di smentire così platealmente, una domanda sorge spontanea:

Cosa sta cercando di proteggere davvero?

La nostra sicurezza o la sua reputazione?

Perché, ammettiamolo, un fondo di verità in tutta questa agitazione c’era.

Solo che la storia è un po’ diversa da come te l’hanno raccontata.

Un data breach mirato, non un allarme globale

L’origine di tutto questo polverone non è in Gmail, ma in un incidente avvenuto a giugno 2025 che ha coinvolto un database Salesforce gestito da Google. Un gruppo di hacker noto come ShinyHunters è riuscito a bucare il sistema usando tecniche di social engineering, ovvero ingannando un dipendente per farsi aprire la porta.

La dinamica è chiara: gli hacker non hanno messo le mani sulle password delle nostre caselle di posta, ma hanno prelevato informazioni di contatto, nomi di aziende e note associate.

Un classico cortocircuito mediatico ha poi trasformato un data breach specifico e circoscritto in un allarme apocalittico per l’intera utenza di Gmail. Il risultato? Confusione generale e la percezione di un pericolo che, in quella forma, non esisteva.

Quindi, se le password sono al sicuro, il problema dove sta?

Il vero pericolo: phishing e vishing di nuova generazione

Ed è qui che la situazione si fa più insidiosa.

Con in mano dati di contatto legittimi, i cybercriminali hanno iniziato a usare quelle informazioni per tessere truffe molto più credibili. Stiamo parlando di attacchi di phishing (via email) e vishing (via telefono) personalizzati, in cui i truffatori possono usare dettagli reali per convincerti di essere davvero chi dicono di essere.

Molti di questi tentativi, ad esempio, provengono da numeri con prefisso 650, lo stesso della Silicon Valley, per sembrare ancora più autentici.

Certo, Google si affretta a rassicurare tutti, sbandierando quel dato che suona sempre bene: i suoi sistemi bloccano “più del 99,9%” dei tentativi di phishing e malware.

Un numero impressionante, senza dubbio.

Ma quel restante 0,1%, applicato a miliardi di utenti, significa che milioni di minacce arrivano comunque a destinazione.

La vera partita, oggi, non si gioca più sulle fortezze digitali che le aziende ci promettono, ma sulla nostra capacità di riconoscere chi sta cercando di aprirci la porta dall’interno.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

23 commenti su “Falso allarme Gmail: Google smentisce il caos, ma un data breach Salesforce espone a nuovi pericoli”

  1. Emanuele Barbieri

    Il panico inutile su Gmail distrae dal reale rischio: dati rubati da Salesforce che rendono il phishing più insidioso. Chi si è preoccupato del lobo, ignorando il lupo?

    1. Danilo Graziani

      La disinformazione genera reazioni spropositate. I dati Salesforce esposti abilitano attacchi mirati, una minaccia concreta che richiede vigilanza costante, non panico momentaneo.

  2. Ma guarda te, pensavo di dover cambiare password a Gmail e invece il vero guaio è Salesforce. Chi la dura la vince, o forse chi ruba la vince?

    1. Daniele Palmieri

      La smentita di Google è ovvia, ma il vero problema sono i dati Salesforce esposti. Il phishing sarà più mirato e pericoloso. A questo punto, chi si fida ancora dei colossi tecnologici?

    2. Allora, Google nega, ma il furto di dati da Salesforce resta. Ci pensano loro a farci dormire sonni tranquilli, vero?

  3. Ma che caos! Prima il panico per Gmail, poi la smentita. Mi chiedo sempre più se stiamo diventando schiavi di certe notizie.

  4. Veronica Napolitano

    La smentita di Google sul presunto attacco a Gmail è necessaria, ma evidenzia la fragilità dei dati di terze parti. La fuga di informazioni da Salesforce rappresenta una minaccia concreta per tutti noi, alimentando nuove forme di inganno digitale.

    1. Oddio, questa notizia mi gela il sangue! Pensare che un data breach, anche se non su Gmail, possa renderci bersagli più facili per truffe basate sui dati rubati mi spaventa. Dobbiamo davvero stare molto più attenti.

    2. Il punto non è il falso allarme Gmail, ma la fuga di dati che rende più credibili le truffe. Dati alla mano, il problema è reale.

      1. Veronica Napolitano

        La smentita di Google tranquillizza sull’integrità di Gmail, ma la fuga di dati da Salesforce rappresenta un rischio concreto per tutti noi. La credibilità degli attacchi futuri aumenta con queste informazioni. Dobbiamo rimanere vigili.

  5. Ma davvero? Ancora a credere alle favole dei media che sparano allarmismi su Gmail, quando il guaio vero è questo furto di dati Salesforce? Se pensiamo che una smentita di Google sia una garanzia, siamo davvero ingenui. Questa gente sa come distrarre l’attenzione, non trovate?

    1. Elisa Marchetti

      È confortante che Google abbia smentito l’allarme Gmail, almeno ci libera da un’ansia non necessaria. Resta però la preoccupazione per i dati Salesforce esposti. Fa pensare che una fonte attendibile possa essere così poco chiara sui propri malfunzionamenti.

      1. Google smentisce Gmail, ma il vero problema è Salesforce. I dati rubati creano un terreno fertile per truffe più subdole. Quando la trasparenza diventa un optional per i giganti, siamo davvero al sicuro? Non credo.

  6. Beatrice Benedetti

    Incredibile come i media amplifichino allarmi infondati per Gmail, mentre il vero furto di dati da Salesforce, che abilita il phishing, passa quasi inosservato. La mia preoccupazione è la reale dimestichezza degli utenti nel distinguere le minacce.

    1. Alessio De Santis

      Beatrice, hai ragione. La sovraesposizione mediatica su Gmail oscura il reale pericolo. I dati Salesforce, usati per phishing mirato, rendono le truffe molto più plausibili. Dobbiamo essere vigili.

    2. Ancora una volta il vero problema viene oscurato dalle chiacchiere. Ormai è un dato di fatto che le nostre informazioni finiscono ovunque, è solo questione di tempo prima che vengano usate contro di noi.

  7. Renato Graziani

    Mah, tra Gmail smentito e Salesforce bucato, uno non sa più a chi credere. Ormai i nostri dati valgono più di noi. Chi ci governa veramente?

  8. Che confusione. Pensare che Gmail fosse il problema è ridicolo. Il vero guaio è che i dati Salesforce ora rendono il phishing più efficace. Ma chi ci pensa davvero a queste cose finché non succede qualcosa?

  9. Ma dai, prima il panico per Gmail e poi si scopre che è colpa di Salesforce? Questa confusione fa solo il gioco degli hacker. Mi chiedo se la gente capirà la differenza, o se continuerà a farsi prendere dal panico per ogni notizia.

    1. Chiara Barbieri

      Falso allarme per Gmail? Ancora una volta si crea panico immotivato. L’esposizione dati da Salesforce è il problema reale, non le fantasie su Gmail. La gente si agita per nulla.

      1. Sempre a creare panico sul nulla, ma questo furto di dati Salesforce è il vero problema. Non si impara mai?

  10. Vanessa De Rosa

    È rassicurante che Gmail sia stato smentito, ma questo incidente Salesforce mostra come i dati esposti possano comunque causare problemi. Mi chiedo quanto ancora dovremo fidarci delle nostre informazioni in rete.

  11. La distinzione tra falso allarme e reali vulnerabilità è sottile. La sicurezza dei dati aziendali impatta direttamente sulla fiducia degli utenti finali. Bisogna sempre vigilare.

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