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Contattaci ora →Google ascolta le critiche e promette più traffico ai siti web: ecco le modifiche in arrivo per l’AI Mode e cosa significano per editori e SEO
Google sta testando modifiche alla sua AI Mode per reindirizzare più click ai siti web degli editori. Dopo mesi di lamentele e cali di traffico, l'azienda introduce caroselli di link, link interni più evidenti e la funzione Web Guide. Questa mossa strategica mira a placare gli animi e garantire un flusso costante di contenuti di qualità, essenziale per il futuro del motore di ricerca.
Google si rimangia la parola? ecco cosa cambia davvero
Analizziamo i fatti, senza farci troppi film.
Le modifiche in fase di test, come descritto da Robby Stein di Google, si concentrano su tre punti specifici. Primo, i caroselli di link che già vedi su desktop appariranno anche nelle risposte su mobile, aumentando le chance di essere cliccati. Secondo, i link interni al testo generato dall’IA dovrebbero diventare più evidenti.
Infine, la novità più interessante: la funzione Web Guide, una specie di mini-risultato di ricerca tradizionale, potrebbe apparire direttamente nella scheda principale “Tutti” e non più relegata in un angolo.
Sulla carta, sembra un tentativo di dare un po’ di ossigeno a chi crea contenuti.
Ma la vera domanda è un’altra:
Perché questa improvvisa generosità da parte di Mountain View?
Una mossa per calmare le acque? forse
La risposta, come spesso accade, non sta in quello che Google dice, ma in quello che i dati mostrano.
Molti siti web hanno subito un calo di traffico stimato tra il 10% e il 30% da quando l’AI Mode è diventata protagonista.
Una bella botta.
Google sa benissimo che se gli editori smettono di produrre contenuti di qualità perché non ne ricavano più un beneficio, il suo stesso motore di ricerca, IA inclusa, si ritroverà a corto di materia prima.
Quindi, non stiamo parlando di filantropia.
Questa mossa ha tutta l’aria di essere una manovra strategica per placare gli animi e assicurarsi che il flusso di contenuti gratuiti da cui attinge non si prosciughi. Stanno semplicemente cercando di tenere in equilibrio un sistema da cui, alla fine, traggono il maggior profitto.
Ma non fermiamoci alla superficie, perché questa mossa si inserisce in un quadro molto più grande e complesso.
Il vero significato di questa mossa per il tuo business
Questo cambiamento non è un evento isolato.
Si lega a doppio filo con i recenti core update, come quello di giugno 2025, che hanno dimostrato come la visibilità nei risultati tradizionali e in quelli generati dall’IA sia strettamente connessa. Se il tuo sito viene penalizzato dall’algoritmo, sparisci da entrambe le parti. Questo significa che Google sta consolidando il suo controllo, non allentandolo.
A conti fatti, il succo è questo: Google sta cercando il modo di usare l’IA per dominare la ricerca senza però distruggere l’ecosistema web che la alimenta. Questi test sono un segnale che si sono forse spinti un po’ troppo in là, troppo in fretta.
Per te che hai un’attività, questo non cambia la strategia di fondo: devi continuare a costruire un brand forte, creare contenuti unici e dimostrare un’esperienza che nessuna IA può replicare.
Affidarsi ai contentini che Google decide di concedere di volta in volta non è un piano, è una scommessa persa in partenza.