Uno studio rivela che gli utenti leggono solo un terzo delle AI Overviews

Anita Innocenti

I click verso i siti degli editori crollano, sollevando dubbi sul reale vantaggio di questo “progresso” per il web.

Nuovi studi sollevano dubbi sull'efficacia delle AI Overviews di Google. Nonostante la crescente presenza (ora sul 13% delle ricerche), gli utenti ne leggono solo un terzo. Il dato più allarmante è il crollo del 34,5% dei clic verso i siti degli editori, specialmente in settori come biotecnologia e sanità, mettendo in discussione il presunto "progresso".

Ma davvero ci beviamo tutto quello che Google ci propina con le sue AI Overviews?

Io l’ho guardato e ho pensato:

“Sì, comodo per Google, ma per noi?”

E guarda un po’, salta fuori uno studio fresco fresco di maggio 2025, come riportato da Search Engine Land, che ci dice una cosa piuttosto interessante: la maggior parte delle persone, quando si imbatte in queste risposte generate dall’intelligenza artificiale, legge a malapena un terzo del testo.

Sì, hai capito bene, solo il 30% in media!

E non finisce qui: su mobile, la gente ci passa sì e no 11 secondi prima di scappare.

Questo, capisci, la dice lunga su quanto gli utenti siano davvero interessati a queste pappardelle preconfezionate.

E mentre Google si vanta che queste meraviglie dell’IA dovrebbero aumentare il coinvolgimento, altri dati, come quelli di un report di Ryan Law e Xibeijia Guan, ci dicono che i click verso i siti degli editori crollano del 34,5% quando compaiono queste AI Overviews.

Un bel controsenso, non trovi?

Ma la faccenda si fa ancora più seria se pensi che questa non è una cosa da poco, un esperimento isolato.

No, perché, come descritto da Martech.org, a marzo 2025 queste AI Overviews spuntavano già nel 13,14% delle ricerche da desktop negli Stati Uniti, un aumento del 102% rispetto a gennaio!

Immagina un po’ che impatto.

Stiamo parlando di un vero e proprio cambio di scenario, dove Google, invece di essere la porta d’accesso al web, rischia di diventare un muro che ti dà la sua versione dei fatti e tanti saluti.

E chi ci rimette? Sempre i soliti, direi: gli editori, i creatori di contenuti, quelli che faticano per mettere online informazioni di qualità.

Ryan Law, che ha analizzato un bel po’ di parole chiave, lo dice chiaro e tondo: gli editori perdono un visitatore su tre quando Google decide di mettere in mezzo la sua AI.

E mica tutti i settori soffrono allo stesso modo: quelli della biotecnologia, dei servizi educativi e della sanità, secondo un’analisi di Conductor, sono tra i più bersagliati, con percentuali di visibilità delle AI Overviews che fanno venire i brividi.

E tu, nel tuo settore, hai già dato un’occhiata a cosa sta succedendo?

La solita storia del “progresso” che avvantaggia pochi?

Non è la prima volta che vediamo Google fare il bello e il cattivo tempo, modificando le carte in tavola a suo piacimento.

Ti ricordi i Featured Snippet?

Già quelli avevano iniziato a erodere il traffico, ma qui la situazione sembra prendere una piega diversa, più radicale. Xibeijia Guan fa notare una cosa importante: con i Featured Snippet c’era ancora una sorta di “gara” per conquistare quella posizione zero, ma con le AI Overviews il contenuto viene aggregato e spesso l’attribuzione della fonte diventa un dettaglio quasi invisibile.

E così, anche i siti più autorevoli rischiano di vedere il loro lavoro fagocitato e riproposto senza il giusto riconoscimento, perdendo visibilità e quel contatto diretto con l’utente che è fondamentale.

Google, dal canto suo, come riportato da Growth Memo, sbandiera un aumento del 9% nell’utilizzo del motore di ricerca da quando ha introdotto queste risposte AI, ma altri dati indipendenti mostrano che il tempo passato sui siti è stabile e le pagine per visita sono in calo.

Tradotto: La gente forse trova più in fretta quello che Google pensa che stia cercando, ma approfondisce di meno, interagisce di meno.

E se questo è il “progresso”, c’è da chiedersi per chi sia davvero un progresso.

Mentre i grandi player dell’editoria cercano di correre ai ripari con dati strutturati e contenuti interattivi che l’AI fa più fatica a replicare, la domanda resta: quanto controllo stiamo cedendo a queste piattaforme e quali saranno le conseguenze a lungo termine per un web aperto e diversificato?

La discussione, come puoi immaginare, è più che mai aperta.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

11 commenti su “Uno studio rivela che gli utenti leggono solo un terzo delle AI Overviews”

  1. Martina Rinaldi

    frustrante. Anch’io spesso leggo giusto il minimo indispensabile. Ma ci sono alternative per contenuti più profondi? Cosa ne pensi?

  2. Giorgio Romano

    incredibile! Anch’io ho notato che a volte leggo solo titoli e riassunti. E i contenuti? Spesso li lasciamo in secondo piano. Meglio così? 🤔

  3. Vincenzo Donati

    Ah che scenario! 😂 Io leggo solo il primo paragrafo e poi scappo. È un po’ come scegliere i biscotti e mangiare solo le schede informative. Ma chi ha tempo per la lettura profonda? 🥲

  4. Arianna Grassi

    è una verità scomoda! 🤔 Anch’io mi ritrovo a leggere solo frasi sparse. Ma siamo davvero diventati così pigri? Magari ci serve un po’ di “effetto wow” per tornare a interessarci!

  5. Arianna Grassi

    Anch’io spesso mi fermo a leggere solo il minimo. È un peccato che la qualità venga sacrificata per la comodità!

  6. siamo davvero curiosi o ci accontentiamo di risposte veloci? Anch’io cado nella trappola di leggere solo frasi veloci. Mi sa che dobbiamo recuperare un po’ di quella voglia di esplorare, altrimenti rischiamo di perderci un sacco di cose importanti! 😅

  7. È davvero un paradosso! 🙈 Anch’io mi ritrovo a scorrere velocemente, come se fossi in un buffet di informazioni. Ma ti sei mai chiesto cosa perdiamo davvero? A volte sento che la superficialità ci fa perdere spunti fantastici! E noi che pensavamo di fare progressi… che disastro!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore